Processo per stupro (con assoluzione)

  • Tempo di lettura:3minuti
image_pdfimage_print

Numerosi organi d’informazione hanno riportato la notizia, con quel misto di denuncia e pruderie che i casi di stupro spesso suscitano nella comunicazione: uomo assolto dal reato di violenza sessuale perché la donna ha detto solo “basta” ma non ha urlato.

Il collegio presieduto dalla Giudice Diamante Minucci ha sostenuto che “se non ha urlato non c’è stata violenza”, per poi specificare che dire”basta” non è sufficiente, e proseguire affermando che il racconto della donna è inverosimile poiché non è accompagnato da condotte tipiche riscontrabili durante uno stupro.

Breve digressione: ai miei figli di 5 anni sto ripetendo come un mantra, ogni volta che si presenta l’occasione, che un “no” detto da un amichetto o amichetta va preso sul serio, che se l’altro/l’altra dice “basta” ci si ferma, sempre, perché quel bambino/a non si sta più divertendo, oppure prova fastidio, oppure semplicemente non ha più voglia di continuare il gioco. Al “basta” ci si ferma, senza se e senza ma. Non sempre funziona con bambini di 5 anni, ma sono speranzosa per il futuro.

La sentenza e le sue motivazioni sono invece uno specchio realistico della società e cultura in cui viviamo, nemmeno così minoritaria. Se la donna si mette la minigonna se l’è cercata; se non si ribella con violenza in fondo le piace; se non rimane incinta non c’è segno tangibile dell’atto… Devono essere questi i valori che hanno spinto la giudice e il suo collegio ad assolvere l’imputato della violenza avvenuta nel 2011 nel contesto della Croce Rossa di Torino. E sembra che ora Laura debba rispondere di calunnia.

Vogliamo invece riflettere sul fatto che Laura, lavoratrice precaria, ha subito violenza da un uomo con un grado di responsabilità e potere maggiori, il che è sicuramente una aggravante? Vogliamo anche riflettere sul fatto che dal 2011 a oggi sono passati 6 anni, anni in cui è sicuramente difficile sanare le ferite con un processo ancora in corso?
A ripercorrere la vicenda di Laura sembra di rivedere Processo per stupro, primo documento video a raccontare al pubblico italiano un processo per violenza sessuale. L’opinione pubblica fu sconvolta quando, nel 1979, la Rai trasmise il documentario. Gli spettatori assistettero al tragico spettacolo degli avvocati degli imputati che si soffermavano sui dettagli della violenza e sulla vita privata della parte lesa, cercavano di screditarne la credibilità e finivano per trasformarla in imputata.

Se da un lato molto cose sono cambiate, dall’altro sembra immutata la tenacia con cui si dubita della parola di una donna che denuncia violenza, arrivando ad asserire che violenza non c’è stata perché Laura non avrebbe riprodotto i comportamenti tipici di chi subisce uno stupro. Alla faccia della soggettività individuale.

A Torino, città dove è avvenuta la violenza, e in molte altre città ci sono già state mobilitazioni per dire “Basta alla violenza dei tribunali” della Rete NonUnaDiMeno, e altre manifestazioni sono previste il 12 aprile davanti ai Tribunali in tutta Italia. Partecipiamo e facciamo sentire forte la nostra voce!

*Enrica Capussotti

Si veda il comunicato dell’assemblea antisessista di Torino: http://www.ondarossa.info/newsredazione/2017/03/torino-assolto-stupro-perche-non-urla

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Captcha *