La vicenda dell’aeroporto di Firenze sembra far parte di un giallo politico ambientale fra i più intriganti – se letti in una spiaggia d’estate. Ma non è esattamente così: la realtà ha anticipato in questo caso la fantasia, pareri nascosti e ritardati, documenti non pervenuti, procedure illegittime, decreti Presidenziali occultati (da soggetti interni al Ministero dell’Ambiente), Osservatòri ambientali nazionali dove sedevano rappresentanti di Enti e Società azionarie e non i cittadini e i Sindaci dei due comuni che dovevano subirne la progettazione e la costruzione (Sesto Fiorentino e Campi Bisenzio), ed infine notizie che appaiono sui media e sui social farcite di dichiarazioni forti e provocatorie.
Bugie che per cinque anni hanno strumentalizzato l’opposizione al nuovo aeroporto e impedito la ricerca di relazione con i cittadini che già subiscono enormi e gravi inquinamenti acustici e ambientali.
Un progetto di “molto interesse per i quartieri alti”, per utilizzare le parole di Fabio Zita che ha pubblicato di recente una sua riflessione dal titolo “Nel blu dipinto di blu, ovvero volare sopra Firenze” che davvero potrebbe essere il titolo del nostro tascabile estivo e, perché no, pubblicato da Mondadori.
Noi tutti non possiamo che ringraziare la tenacia dei nostri legali, dei Sindaci che hanno presentato e non ritirato il ricorso, delle strutture tecniche della VAS Onlus, dei Comitati e delle Assemblee che fin dall’inizio ne hanno capito la pericolosità e delle forze politiche che si sono opposte e hanno continuato ad opporsi nei fatti impugnando il decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare n. 377 del 28 dicembre scorso.
Il T.A.R. Firenze ha riscritto nero su bianco, ciò che noi diciamo da anni, ovvero:
che la nuova pista andrebbe a sostituire l’esistente (non è un ampliamento ma un nuovo aeroporto), in un’area fortemente urbanizzata inserita nella piana fiorentina bonificata e che ha conservato delle zone umide qualificate come siti e zone di protezione speciale di importanza comunitaria (aree SIC, SIR45 e ZPS);
che la piana è una zona in cui si mantiene un fondamentale insieme di zone agricole e aree al verde destinate alla compensazione ambientale voluta dai Sindaci e dai cittadini fin dagli anni ’90;
che è stata oggetto per questa motivazione, del progetto per la realizzazione del Parco della Piana di 7000 ettari nell’area metropolitana da Firenze-Prato-Pistoia, con i suoi laghi, fiumi, parchi pubblici e ville medicee;
che con la sentenza del TAR dell’agosto 2016 (sentenza 1310 dell’agosto 2016) oltre a rendere nullo il PIT della Regione Toscana, il Tribunale aveva già evidenziato le lacune del procedimento VAS e anche se questa Sentenza è stata impugnata in appello al Consiglio di Stato, ancora dal 2016 non è stata esaminata o, usando la corretta fraselogia, “questo ricorso tutt’ora risulta pendente”.
Senza dimenticare le altre irregolarità: la violazione dell’art. 21 del D.lgs 152/2006 e la tardiva procedura di scoping. Per la definizione dei contenuti dello Studio di impatto ambientale, il Ministero avrebbe dovuto verificare la compatibilità degli elaborati progettuali, senza dover richiedere al soggetto proponente ulteriori integrazioni (in effetti sembra un esame di riparazione a settembre e non un procedimento di VIA) e poi la volontà, anch’essa una violazione, di attribuire all’Osservatorio il potere di procedere a valutazioni di compatibilità ambientale – che al contrario dovevano essere eseguite prima del procedimento di VIA.
Ma anche la violazione, per eccesso di potere, della legge 241 del 1990 per l’omissione della pubblicazione di documenti pubblici e per non aver garantito la giusta composizione dell’Osservatorio ambientale a cui i nostri Sindaci avevano il diritto di partecipare.
Non ultima la violazione degli artt. 21 e 22 del D.lgs 152 e l’art. 3 della Legge 241 in quanto lo studio di impatto ambientale non prevedrebbe l’esame delle alternative alla realizzazione dell’opera, fra cui l’opzione zero. Ovvero la sua non realizzazione.
L’affermazione che la pista non potrà mai essere monodirezionale, come detto tante volte (dal nostro concittadino Mario Vannucchi oltre che dal Generale Battisti, ex ispettore Agenzia Nazionale Sicurezza Volo) è stata di nuovo riaffermata. Così come la pericolosità del bird strike
– per la quale è stata omessa la valutazione – e, noi tutti, credo, ci auguriamo che i tanti aironi e fenicotteri che attendiamo di vedere ogni anno nella nostra Piana, nidifichino in questo aeroporto – voluto al punto tale, da omettere, tralasciare ed evitare le corrette valutazioni ambientali e sanitarie.
Non sappiamo ancora, dopo quattro anni che lo denunciamo, quali effetti sulla qualità dell’aria e quali cause derivanti dall’inquinamento acustico, subiranno le nostre comunità e crediamo sia gravissimo non aver ricevuto risposte, questo dopo aver presentato all’Osservatorio innumerevoli documenti di docenti universitari e Istituti nazionali dei medici (come l’ISDE). Ma anche comprovati dai dati della Organizzazione Mondiale della Sanità che già da tempo identifica la piana fiorentina in uno dei territori più inquinati del pianeta.
Per questo e altro ma soprattutto per DIRITTO, il TAR di Firenze ritiene illegittimo il Master Plan 2014-2019.
Il tribunale annullando il decreto del Ministero scrive che non si possono posticipare le valutazioni a – quando le cose saranno già fatte – e che le valutazioni avrebbero dovuto essere eseguite – prima – della conclusione della VIA.
In queste valutazioni rientrano, l’interramento del Lago di Peretola, la creazione di un’area umida di circa 9,7 ettari in sostituzione ma anche lo “spostamento” della flora e fauna…… vi pare possibile? Nella sentenza, infatti si descrive questo passaggio con le seguenti parole “distruzione delle aree naturali”.
La soluzione posticipata riguardante la deviazione di fossi, l’interramento del Fosso Reale sotto l’autostrada, la costruzione di nuovi canali in una zona classificata ad alto rischio idraulico, mettendo a repentaglio tutto l’assetto idrogeologico della piana, non ha convinto nemmeno il TAR.
Soluzioni progettuali che fino a quando non siano esecutive, e quindi concrete, non possono essere sicure per le popolazioni e le imprese del territorio, e nemmeno lo è l’avventurarsi in miracolosi spostamenti di fauna e flora in nuovi habitat. Forse pensavano di costruire un’arca … e poi attendere il diluvio e il miracolo del ripopolamento!
Un romanzo!
Sì, un “Romanzo Criminale”, dove non si sa chi garantisce che le prescrizioni siano ottemperate né si conosce l’organo pubblico che ne deve verificare il rispetto, né chi realmente ha messo il veto o non ha addirittura rispettato le prescrizioni del 2003 relative all’attuale pista.
*Nadia Conti
Nadia Conti
Ultimi post di Nadia Conti (vedi tutti)
- Il “Romanzo criminale” dell’ex nuovo aeroporto di Firenze - 14 Giugno 2019