Bella Ciao a Vicofaro. A scandalizzarsi sono solo i sepolcri imbiancati

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La Comunità di Vicofaro è di parte? Il Parroco di Vicofaro è di parte? La Chiesa deve essere di parte?

Sì, sono di parte, non possono non essere dalla parte degli ultimi, da qualsiasi luogo del mondo provengano, qualunque sia il colore della loro pelle, di chi non ce la fa, degli emarginati, dei disoccupati, degli inadeguati, dei senza fissa dimora.

Non è più il tempo degli accomodamenti, siamo chiamati a prendere posizione contro l’avanzata della barbarie nazionalista e del razzismo.

Siamo chiamati a dare vita a tutte quelle pratiche di accoglienza, solidarietà, condivisione, che conosciamo. Le sole che possano restituire dignità umana a coloro che quotidianamente sono calpestati dall’ingiustizia dominante. A Vicofaro  ancora più di 200 migranti e rifugiati attendono ad oggi l’avvio di un concreto e adeguato percorso di accoglienza e integrazione da parte delle istituzioni civili e religiose che, finora, si sono distinte per la loro latitanza. 

È straniante dover ribadire, al termine della liturgia domenicale, questa semplice verità attraverso l’espressione di un canto di libertà e di giustizia sia così scandaloso. “Bella ciao” è ormai diventato il simbolo internazionale della lotta intergenerazionale contro la guerra e la sopraffazione dei popoli.

Nessuna ideologia, nessuna prevaricazione politica, siamo nel campo prepolitico in cui l’affermazione del diritto alla vita e soprattutto alla vita dignitosa è sacro e inviolabile, da riaffermare in ogni modo e in ogni luogo.

L’establishment più o meno cattolico non dovrebbe dimenticare quanto scriveva Ignazio Silone a proposito di Celestino V e dei suoi tentativi di riforma della Chiesa: “Se il cristianesimo viene spogliato delle sue cosiddette assurdità per renderlo gradito al mondo, così com’è, e adatto all’esercizio del potere, cosa ne rimane? Voi sapete che la ragionevolezza, il buonsenso, le virtù naturali esistevano già prima di Cristo, e si trovano anche ora presso molti non cristiani. Che cosa Cristo ci ha portato di più? Appunto alcune apparenti assurdità. Ci ha detto: amate la povertà, amate gli umiliati e offesi, amate i vostri nemici, non preoccupatevi del potere, della carriera, degli onori, sono cose effimere, indegne di anime immortali…”.

Domenica scorsa, credenti e non credenti, si sono riconosciuti in questo semplice ma potente appello per la rinascita civile e sociale degli ospiti della Comunità di Vicofaro.

*Antonio Fiorentino

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Antonio Fiorentino

Architetto, vive e lavora tra Pistoia e Firenze dove rischia la pelle girando in bici tra bus, auto e cantieri. E’ un esponente del Gruppo Urbanistica di perUnaltracittà di Firenze, partecipa alle attività di Comitati di Cittadini e Associazioni ambientaliste.

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