La querela temeraria di Nardella colpisce la democrazia, non solo Tomaso Montanari

  • Tempo di lettura:4minuti
image_pdfimage_print

Dario Nardella, al momento sindaco di Firenze, ha querelato Tomaso Montanari chiedendo 165.000 euro di danni per aver detto quello che ogni persona, libera intellettualmente e attenta al bene comune e non al profitto di pochi, ha compreso ormai da anni: «Firenze è una città in svendita, è una città all’incanto, una città che se la piglia chi offre di più: e gli amministratori di Firenze sono al servizio di questi capitali stranieri che prendono la città e la smembrano».

Su questo tema anche La Città invisibile ha scritto più volte, si legga ad esempio l’inchiesta A chi fa gola Firenze di Antonio Fiorentino o Svendi Italia di Report in cui trovate anche le dichiarazioni incriminate di Montanari. Oggi non entriamo nel merito della questione, già trattata da molti e, significativamente, da una rete di gruppi e movimenti fiorentini esclusi dal dibattito mainstream sulle condizioni a cui è stata costretta la città dall’attuale classe dirigente politica e imprenditoriale. Ci interessa invece capire il meccanismo che ha mosso il sindaco a chiedere danni in sede civile e non penale. Vogliamo comprendere perché Nardella e i suoi assessori Giachi, Bettini Del Re, Funaro, Gianassi, Giorgetti, Guccione, Martini, Sacchi, Vannucci chiedono complessivamente 165.000 euro e non si affidino invece, sempre che sussista, al reato di diffamazione che prevede una multa tra i 258 e i 2.582 euro.

Montanari e Nardella
Montanari e Nardella

La risposta che ci siamo dati è tra le peggiori che si possano avere in una democrazia che riconosce in Costituzione sia il diritto di libera manifestazione del pensiero che il diritto di cronaca e di critica. Diritti che ricordiamo sono stati introdotti in funzione antifascista.

Si tratta evidentemente, nel caso di Nardella & Co. contro Montanari, di una querela temeraria, atta a intimidire chi si permette di avere ed esprimere concetti, idee, opinioni che avversano la narrazione imposta dal dominante sulle politiche che produce. Una narrazione troppo spesso dopata, è bene ricordarlo, da fondi, contributi, format, “invenzioni” e pubblicità di emanazione pubblica che vanno a colmare i vuoti dei bilanci di molte delle imprese editoriali locali in piena crisi economica e di identità.

La querela temeraria in genere è avulsa dal merito legale della vicenda, ma ha la capacità di colpire la vittima spremendo tempo, denaro, energie. È sopratutto il tentativo di zittirla, di inibire quel conflitto che sta alla base di ogni dialettica virtuosa quando al centro del dibattito c’è la cosa pubblica. Gli inglesi chiamano questo fenomeno chilling effect (effetto raggelamento) e produce nel malcapitato, soprattutto se debole economicamente, una sorta di autocensura.

La querela temeraria colpisce le persone che esercitano il cosiddetto Quarto potere, siano essi giornalisti, intellettuali, donne e uomini che in piena libertà chiedono conto al potere delle sue azioni. Intimidire questi soggetti vuol dire minacciare lo stato di diritto e l’accesso ad un’informazione libera. Spesso chi ne è colpito, non è il caso di Tomaso Montanari, decide di stare zitto, di aspettare in silenzio che si calmino le acque, perché non ha risorse di alcun tipo per affrontare una causa costosa e impegnativa. Ed è spesso abbandonato dal proprio editore.

Il problema è noto da tempo. Ci sono migliaia di querele temerarie attive in tutta Europa e non solo. È naturale aspettarsi pertanto che chi si affida a questo tipo di azione venga fermato perché rappresenta un virus letale per la democrazia: se la normale circolazione delle notizie viene ostacolata è evidente che il paese è destinato a diventare meno libero. Non è un caso, infatti, che in Parlamento sia in discussione una legge che introduca un’ipotesi di responsabilità aggravata civile per chi, in malafede o colpa grave, attivi un giudizio di richiesta danni. Se approvata questa legge – chissà perché però il dibattito è in stallo, a pensar male si fa peccato ma spesso si indovina – avrà il merito di tutelare i giornalisti e chi, come loro, rappresenta il nostro “cane da guardia” contro gli abusi del potere.

Comprendiamo come Nardella non sia abituato ad avere a che fare con il giornalismo di inchiesta ma solo con quello di complemento, nella sua accezione militare di accompagnamento. In questa vicenda gli riconosciamo comunque un merito: ha palesato a tutti lo spessore umano e politico alla base del suo agire pubblico; ha mostrato la sua fragilità e la debolezza di politiche che per sorreggersi hanno bisogno di un consenso totale e totalizzante; ha reso evidente che nessuna opinione libera e indipendente può essere tollerata. Di questa epifania lo ringraziamo.

Cristiano Lucchi

The following two tabs change content below.
Cristiano Lucchi, giornalista e mediattivista, dirige Fuori Binario, giornale dei senza fissa dimora fiorentini. Ha fondato e diretto l’Altracittà – giornale della Comunità delle Piagge. Ha pubblicato “Autopsia della politica italiana” (2011), “L’imbroglio energetico” (2012), “Il Laboratorio per la Democrazia. La politica dal basso” (2012). È un attivista di perUnaltracittà.

5 commenti su “La querela temeraria di Nardella colpisce la democrazia, non solo Tomaso Montanari”

  1. Cristina Lombardi

    Del sindaco Nardella, dell’uso della querela e di altre amenità.

    Le azioni, gli atteggiamenti, la maniera di reagire di fronte alle situazioni, caratterizzano ognuno di noi, ci qualificano, nel bene e nel male.

    Da come ci comportiamo veniamo giudicati nella nostra dimensione privata come in quella pubblica e sociale. Questo vale per il pizzicagnolo così come per la signora Gigina, per la casalinga di Voghera, per il geometra di Canicattí, per gli studenti di Vigevano e i professori di Viggiù. Questo vale un po’ di più per chi ci amministra, per quelli che vengono chiamati i “decisori politici”, dalle cui “reazioni” di fronte a fatti eventi cose persone etc etc, può dipendere non solo lo svolgimento della nostra vita quotidiana (e non è poco) ma anche un’impostazione mentale destinata a incardinarsi nei peggiori modi di agire e quindi destinata a diventare consuetudine, quindi, anche e perfino, a “fare scuola” (e non è detto che sia una buona scuola).

    Ho letto della richiesta di 165.000 euro di risarcimento per danno d’immagine, da parte del sindaco Dario Nardella e della sua giunta, a Tomaso Montanari che, in televisione, aveva espresso una critica radicale riguardo alla situazione urbanistica del capoluogo toscano.

    A parte il fatto che occorrerebbe una riflessione seria, puntuale e attenta sull’uso – ormai diventato spesso un abuso – della querela da parte dei politici (alcune come la vostra le condivido), ci sarebbe da capire come mai il mondo dell’informazione locale “ufficiale” prenda atto di certe azioni ma non prenda mai, purtroppo, posizione in merito. Il che potrebbe rappresentare, IMVHO, una “questione nella questione”.

    Mi aspetterei, insomma, un atteggiamento più laico, meno fideistico, meno provinciale, che andasse oltre gli schemi e i recinti delle conventicole e delle conventio ad excludendum che mi pare vadano ancora, sempre più, per la maggiore. E che sono, francamente, ridicole. Specialmente quando capita che chi legge abbia anche un po’ di memoria.

  2. Liliana Grueff

    Articolo assolutamente condivisibile, la meschinità e strumentalità di questa “querela temeraria” sono veramente allarmanti. Dei politici responsabili dovrebbero rispondere a critiche politiche con fatti e argomenti, non con querele intimidatorie. Se qualcuno aveva dei dubbi sulla caratura di chi ci amministra, ora si potrà ben chiarire le idee…

  3. Giovanna Duranti Niccoli

    Desidero esprimere tutta la mia solidarietà a Tomaso Montanari condividendo ogni parola scritta o detta da Montanari stess0 su Firenze. ; superfluo ogni commento su Nardella e la sua bella compagnia di querelanti,sul loro comportamento ha ben scritto Cristiano Lucchi. Grazie a “La città invisibile”

  4. La stessa logica dell’mpaurimento popolare con le telecamere nascoste o improvvisate tipo quella in uscita da FI per la FI PI LI. Ecco Perchè Firenze È La Prima o tra le prime ad arricchirsi alle spalle dei Poveri Cristi che Vengono Confinati con i colori Caldi dell’Arcobaleno: SarÀ in nuovo Bingo. Solidale con Tomaso Montanari. Ed un CuCû a chi vola nel suo nido. Peapeo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Captcha *