Al momento, la recentissima operazione Keu, l’indagine della Dda di Firenze coi Carabinieri Forestali dedicata all’infiltrazione della ‘ndrangheta calabrese nella gestione dei reflui e dei fanghi industriali del distretto conciario di Santa Croce sull’Arno, suscita più interrogativi che considerazioni e riflessioni sulle mafie.
L’indagine si snoda in tre filoni corrispondenti, grosso modo, ad altrettanti settori di affari in cui sarebbero attivi esponenti di gruppi di ‘ndrangheta. Il primo settore riguarda il traffico di stupefacenti, il secondo il movimento terra e il terzo lo smaltimento di rifiuti. Si tratta di tre ambiti di tradizionale presenza mafiosa. Sul narcotraffico possiamo brevemente sostenere che si conferma la centralità del porto di Livorno in regione, emersa da numerose operazioni, e che la gestione sembra essere a capo del gruppo criminale. Sul movimento terra appare di rilievo il coinvolgimento di una storica azienda mugellana che si sarebbe servita della forza intimidatoria di alcuni soggetti vicini allo stesso gruppo ‘ndranghetista per imporsi nel settore. Sul terzo ambito si concentrano due quesiti che sembrano rilevanti rispetto alle nostre conoscenze pregresse sulle presenze criminali in regione.
La prima questione riguarda il possibile collegamento tra Keu e due operazioni di qualche anno fa, Vello d’oro I e II – rispettivamente del 2018 e del 2020 (di cui si parla anche nell’ebook pubblicato da edizioni perUnaltracittà Le mafie in Toscana. Criminalità organizzata e infiltrazioni) – che riguardano grosso modo la stessa area, lo stesso distretto conciario.
In Vello d’oro gli illeciti riguardavano pratiche finanziarie relative a operazioni di riciclaggio di cui beneficiavano imprenditori e criminali. Il Comitato d’area di Distretto del Comprensorio del Cuoio chiede alle aziende dell’area di sottoscrivere e aderire a un regolamento etico, per scongiurare la diffusione delle dinamiche illegali emerse con la prima operazione. Il regolamento è sostenuto anche dal sindaco di Santa Croce sull’Arno, attualmente indagata, e della Cgil di Pisa. In Keu le attività illegali si riferiscono principalmente a traffici di rifiuti in cui l’Associazione Conciatori di Santa Croce sull’Arno ricopre il ruolo di «fulcro decisionale di tutto l’apparato sotto indagine» (Ansa).
Il contesto, con le sue peculiarità socio-economiche, che peso gioca in queste vicende?
La seconda questione si concentra invece sui soggetti coinvolti. Stando alle notizie dei quotidiani, questa sarebbe la prima operazione giudiziaria relativa ad ambienti mafiosi in Toscana con un coinvolgimento diretto di personaggi politici. Il seguito delle indagini stabilirà se le responsabilità dei politici sono perseguibili o se si tratta di un coinvolgimento legato, almeno per alcune figure, al ruolo ricoperto. Ma se le accuse fossero confermate l’operazione rappresenterebbe un primum nella cronaca toscana in tema di mafie. Inoltre, alla luce della centralità nel dibattito contemporaneo sulle mafie dei fenomeni corruttivi, da approfondire sarebbe anche l’eventuale rapporto ipotizzato dalla Dda tra esponenti criminali e rappresentanti della Regione. Infine, come si è anticipato, in questo settore un ruolo centrale sembra giocato dall’Associazione conciatori. Anche sotto questo punto di vista si configurerebbe uno scenario inedito in Toscana, perlopiù caratterizzata da indagini in cui la cosiddetta area grigia ricopre un ruolo secondario.
Questi elementi sarebbero solo alcuni dei fattori da tenere in considerazione per analizzare le eventuali trasformazioni del quadro regionale che l’operazione Keu sembra comportare. Ma, come spesso capita nelle operazioni di mafia, i colpi di scena, le smentite e le riformulazioni durante il processo rendono l’esito profondamente diverso – se non opposto – all’inizio. È dunque importante seguire il prosieguo per capire esattamente di che tipo di vicenda si tratti.
Graziana Corica
Graziana Corica
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