La trasformazione delle ex Poste di via Pietrapiana al centro della campagna della Rete Antisfratto Fiorentina

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La Rete Antisfratto Fiorentina – sigla che raccoglie sindacati di base, movimenti e partiti fiorentini, Movimento di Lotta per la Casa, Sportello solidale resistenza casa e Gruppo casa Campi Bisenzio – ha portato avanti una campagna in città per dare evidenza al patrimonio pubblico sfitto e dismesso presente in città. Dopo un blitz in via del Romito (Valbonesi, 2021), il focus è stato fatto sul vecchio Palazzo delle Poste di via Pietrapiana. Un presidio ha attaccato al palazzo costruito nel 1967 su progetto dell’architetto Michelucci, alcuni cartelloni con le motivazioni dell’iniziativa, un grande striscione è stato appeso accanto all’entrata delle Poste mentre si svolgeva un volantinaggio e un intervento al microfono spiegava le ragioni del presidio. A fronte di un’emergenza abitativa che da anni affligge Firenze, resa ancora più acuta dalla crisi conseguente alla pandemia da Covid-19, resistono sia all’interno dell’area Unesco che fuori, spazi pubblici non utilizzati, venduti a privati, oppure oggetto di “riqualificazioni” che spesso tagliano fuori proprio la fascia della residenza più fragile. «Il 30 giugno [2021 NdC] – dicono i partecipanti al presidio – riprenderanno gli sfratti, senza che tuttavia sia stato previsto un Piano casa straordinario, come più volte richiesto, volto a risolvere il bisogno casa. Un bisogno dai confini ancora più larghi e indeterminati a causa della pandemia, che ha fatto sì che moltissime persone si siano ritrovate senza stipendio e con un drastico ridimensionamento del reddito famigliare». La cosa, rimarcano dalla Rete Antisfratto, è particolarmente grave anche alla luce delle continue sottolineature fatte dalla giunta vigente circa la necessità di riportare la residenza in centro, dal momento che è stata proprio la pandemia a fare emergere in modo lampante ciò che molte associazioni e i cittadini lamentavano da tempo, ovvero la drastica riduzione non solo della residenza, ma anche delle attività artigianali e di vicinato del centro storico.

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In tutto questo, il Palazzo delle Poste di via Pietrapiana, semivuoto, in stato di evidente degrado nonostante il valore architettonico [«di rilevante interesse storico-artistico», secondo Fondazione Michelucci-Mibac-Regione Toscana 2011, NdC], poteva rappresentare, sia per la collocazione nel cuore cittadino sia per la grandezza, un buon punto di sviluppo per una rinnovata politica abitativa comunale tesa a far tornare i fiorentini a Firenze e a ripopolare il centro storico. Invece, sul Palazzo di via Pietrapiana, è stata già approvata in consiglio comunale la delibera che riguarda la convenzione per la compensazione degli impatti generati dall’incremento/modifica del carico urbanistico a seguito della decisione di Poste Italiane di attivare la scheda norma che riguarda l’immobile. Ciò significa che l’immobile sarà oggetto, da parte del privato, in primo luogo di una riqualificazione che porterà a un mix di funzioni così suddivise: 15% a destinazione residenziale, 35% commerciale per medie strutture di vendita e 50% a direzionale, cioè a studentato esclusivo.

La somma dovuta dalla proprietà al Comune a titolo di compensazione per il mancato reperimento da parte del promotore degli standard urbanistici, ivi incluso il social housing, è stata calcolata in circa 986.000 euro. Questo tesoretto confluirà nella realizzazione di una nuova piazza, con contestuale riorganizzazione degli spazi pubblici della zona di via Pietrapiana, e nel completamento della pedonalizzazione e dell’area ciclopedonale. Perciò, il pacchetto di interventi legato alla rinascita del palazzo ex Poste sarà reso possibile grazie agli oneri di compensazione dovuti al Comune di Firenze dall’operatore privato.

«Dal punto di vista della residenza – dicono i cittadini in presidio – non si capisce la ratio di tornare a inondare un quartiere dove il commercio è ben rappresentato con nuovi punti commerciali e quella di attribuire solo una piccola parte, il 15 %, al residenziale, dal momento che la grandezza e la collocazione dell’edificio ben si prestano a dare una boccata consistente di ossigeno al bisogno di case, ad affitto calmierato o popolari, che potrebbero coadiuvare l’obiettivo dichiarato dal primo cittadino di fermare la desertificazione della città storica».

Inoltre, a quanto emergerebbe, ci sono comunque punti ancora controversi per quanto riguarda l’operazione che ha investito la struttura; ad esempio, il mancato coinvolgimento in un percorso partecipativo dei cittadini nella progettazione della pedonalizzazione della piazza (la preoccupazione dei cittadini di vedere cancellati posti auto, cassonetti per i rifiuti, soste per i motorini è alta), ma anche se nella quota della residenza, già esigua (15%), sia compreso il concetto di negozio di vicinato, il che porterebbe a pensare, come si dice nel corso del presidio, che gli alloggi possano non solo essere pochi, ma addirittura scomparire. Altre criticità rimangono non solo sul punto delle compensazioni, ma anche sul fatto che in questa operazione potevano essere coinvolte anche altre strutture di proprietà delle Poste, come lo stabile di via Chiusi, che era stato “candidato” fino a un certo punto per la creazione di alloggi volàno (Valbonesi, 2018).

«L’ex Palazzo delle Poste – concludono i partecipanti al presidio – è solo uno dei tanti esempi delle politiche reali del comune di Firenze: da un lato, si afferma la volontà di riportare la residenza nel centro storico e in città, dall’altra si continua a mettere gli spazi pubblici nelle condizioni di essere utilizzati per finalità ben diverse. Insomma, se non si cambierà passo, anche questo edificio sarà il simbolo di una risposta mancata».

Intanto, come ricordano i partecipanti al presidio, a giugno, nella sola Firenze, con lo sblocco, sono previsti oltre mille sfratti.

Riferimenti bibliografici e sitografici

Valbonesi 2018

Stefania Valbonesi, Alloggi volàno, si profila l’ipotesi casa-albergo delle Poste, “StampToscana”, 11 Luglio 2018

https://www.stamptoscana.it/alloggi-volano-si-profila-lipotesi-casa-albergo-delle-poste/

Valbonesi 2021

Stefania Valbonesi, Campagna patrimonio pubblico dismesso e sfitto, partenza via del Romito, “StampToscana”, 1 aprile 2021

https://www.stamptoscana.it/campagna-patrimonio-pubblico-dismesso-e-sfitto-partenza-via-del-romito/

Fondazione Michelucci-Mibac-Regione Toscana 2011

Palazzo delle Poste di via Pietrapiana, in L’architettura in Toscana dal 1945 ad oggi, database online, Fondazione Michelucci-Mibac-Regione Toscana, scheda FI39 (ultima visita 10 luglio 2023)

https://www.architetturatoscana.it/at2011/scheda.php?scheda=FI39

 

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Stefania Valbonesi

Nata a Ravenna, età vintage, svolge ttività giornalistica da circa vent'anni, essendo prima passata dall'aspirazione alla carriera universitaria mai concretizzatasi. Laurea in scienze politiche, conquistata nella fu gloriosa Cesare Alfieri. Ha pubblicato due noir, "Lo strano caso del barone Gravina" e "Cronaca ravennate", per i tipi di Romano editore.

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