Insorgiamo e rilanciamo

Insorgiamo. La parola più scritta, letta e urlata nelle ultime settimane dal Collettivo di fabbrica della GKN dopo l’arrivo delle mail con cui di punto in bianco il 9 luglio veniva annunciato il licenziamento dei 500 lavoratori. Perché il fondo di investimento Melrose ha deciso, nonostante un bilancio in attivo, di chiudere la fabbrica per delocalizzarla in Polonia.

E’ un appello rimbalzato dalla fabbrica occupata ai social, ripreso negli appelli, trascritto su bandiere e striscioni, e gridato dalle migliaia di persone che il 18 settembre hanno inondato le strade di Firenze con il corteo più imponente dalla crisi pandemica.

E’ un richiamo che ci riporta all’insurrezione che nell’agosto del ‘44 ha visto Firenze liberarsi dai nazifascisti, perché anche oggi i lavoratori sanno che devono liberarsi da soli: “Con orgoglio, rabbia e dignità. L’abbiamo già fatto anni fa. Suoniamo la Martinella, perché c’è da andare in guerra e liberarsi”.

E’ un plurale che tende la mano a tutte le vertenze in atto e invita a guardare ancora più lontano, ai meccanismi economici e finanziari che producono povertà per molti e strabilianti profitti per pochi. Per bloccare i quali è necessaria una legge, come quella proposta dai giuslavoristi e approvata dai lavoratori GKN. Non solo in difesa dei posti di lavoro della GKN, ma contro l’intero sistema che consente di aumentare i profitti spostando il lavoro dove costa meno, e perché questa vertenza apra la via a un fiume in piena di rivendicazioni.

E’ una richiesta a non dare solo solidarietà ma a moltiplicare i luoghi di lotta, perché dentro questo sistema nessuno si salva da solo e solo generalizzando il conflitto si possono cambiare i rapporti di forza.

E’ una chiamata a non arrendersi di fronte ai meccanismi che producono ingiustizia sociale e disuguaglianze, tra nord e sud del mondo, tra ricchi sempre più ricchi e poveri, tra sfruttatori e sfruttati. A ricordarci che lottare per i propri diritti paga, come dimostra la revoca dei licenziamenti per condotta antisindacale con la sentenza del TAR del 21 settembre.

Perché il Tribunale del lavoro di Firenze ha accolto il ricorso presentato dalla Fiom contro i licenziamenti, giudicando la multinazionale colpevole di comportamento antisindacale, in quanto ha violato l’art. 28 dello Statuto dei lavoratori. In seguito, l’azienda  ha annunciato che impugnerà la sentenza e potrebbe far ripartire i licenziamenti. 

Ecco perché il sostegno ai lavoratori e alle lavoratrici della GKN, declinato nei tanti modi possibili, non può e non deve venire meno. Come anche la lucidità con cui continuare, in questa fase difficilissima, a avanzare proposte alternative per il futuro della fabbrica.

Ornella De Zordo