Gli affari fiorentini dell’oligarca Abramov

Ex clinica Santa Chiara in piazza IndipendenzaCosì a Firenze Piazza Indipendenza diventerà la piazza di un mega studentato. Saranno destinate a studentati, non certo a buon mercato, due palazzine intere: la ex-clinica Santa Chiara e l’ex-Enel a pochi metri dalla piazza. Vi ricordate quando in mezzo alla pandemia venne detto dall’amministrazione che non sarebbero più stati concessi cambi di destinazione d’uso verso ulteriori strutture turistico-ricettive? Ormai anche i muri hanno capito che la promessa è stata vanificata dal trucchetto della destinazione ‘direzionale’ che sta permettendo di aprire ovunque studentati di lusso.

Putin e Abramov al Cremlino nel 2000
Kremlin.ru, CC BY 3.0 <https://creativecommons.org/licenses/by/3.0>, via Wikimedia Commons

Ma la cosa che più colpisce di questa vicenda raccontata da Repubblica Firenze è che dietro il classico sistema delle scatole cinesi c’è l’oligarca russo Alexander Abramov fedelissimo di Putin e magnate dell’acciaio. Nonostante la retorica guerrafondaia, la corsa al riarmo dell’UE, le forniture di armi all’Ucraina contro la Russia, la chiusura a qualsiasi tentativo di pacificazione, le élite mondiali continuano a fare affari. Sulla nostra pelle. Come ampiamente immaginabile le sanzioni nei confronti della Russia colpiscono la parte più debole della popolazione e non i super ricchi. A noi propinano la retorica sul gas russo, le sciocchezze sulla scelta tra pace e aria condizionata, mentre loro continuano a fare affari tranquillamente.

Repubblica parla di due società controllate da Abramov tramite due trust con sede rispettivamente a Cipro e nelle Isole Vergini Britanniche, il paradiso dei paradisi fiscali, e questi due trust avrebbero quote di una società cipriota che controllerebbe le prime due. Un vero e proprio sistema di scatole cinesi che permetterebbe all’oligarca di sfuggire alle sanzioni imposte alla Russia.

Ironico per non dire amaro che il sistema delle scatole cinesi non sia vietato in Italia grazie al decreto legislativo 58 del 1998, noto come legge Draghi. Nonostante in più occasioni qualcuno in Parlamento ci abbia provato, la legge non è mai stata modificata.