Bibliotecari precari, perché il comune non vuol riconoscere la nostra esperienza?

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Dopo due anni di lotte e scioperi, il primo luglio scorso è partito il nuovo appalto, della durata di 20 mesi rinnovabile per altri 20, con cui il Comune di Firenze esternalizza i servizi bibliotecari di 9 biblioteche su 11 e quelli archivistici dell’Archivio Storico. Grazie al nostro impegno e a quello della rete che ci ha supportato, abbiamo ottenuto alcune vittorie: su tutte, il mantenimento del nostro livello contrattuale e lo stanziamento di quasi tutto il budget per l’attivazione dei servizi bibliotecari e archivistici – fatti salvi alcuni tagli, come il prestito a domicilio e alcune ore di apertura. Permane, naturalmente, la precarietà strutturale insita nel sistema e nel bando stesso, che permette al Comune di attivare o disattivare servizi (e quindi lavoratori e stipendi) a seconda delle necessità del momento. Contestualmente, l’Amministrazione ha avviato il cosiddetto processo di reinternalizzazione, partendo dalla biblioteca del Galluzzo e dalla biblioteca De André, grazie all’inserimento di personale amministrativo vincitore dell’ultimo concorso bandito nel 2020 (ed estromettendo di fatto il personale delle cooperative lì impiegato fino a quel momento), e contando di procedere via via allo stesso modo per le altre biblioteche del sistema.
Dunque, ricapitolando, l’idea dell’Amministrazione è quella di un bando di breve durata (con buona pace dei lavoratori precari) che traghetti verso la reinternalizzazione progressiva dei servizi, con il personale che si sta intanto formando e con quello che entrerà tramite i prossimi concorsi, lasciando probabilmente solo alcuni progetti o attività extra in mano alle esternalizzazioni. Potrebbe suonare come un lieto fine dopo tanti anni di precariato. Peccato, però, che questo tanto sbandierato progetto di reinternalizzazione sia avvenuto senza il minimo coinvolgimento delle parti sindacali e dei lavoratori, peccato che sia avvenuto ricorrendo a personale amministrativo che aveva partecipato a un concorso convinto di andare a fare altro, peccato che quei progetti spot abbiano tutta l’aria di una ancora maggiore precarizzazione del lavoro. Già, perché verosimilmente si finirà per affidare al personale precario in appalto attività e turni che, per motivi di contratto, sarà difficile affidare al personale interno (vedi l’apertura natalizia straordinaria dei Musei civici tanto caldeggiata dal sindaco Nardella).
Da qualche giorno, si è aggiunto un nuovo tassello alla nostra storia: come previsto dal Piano Assunzionale 2022, il 30 dicembre 2022 è stato pubblicato il concorso per Istruttore Direttivo Bibliotecario e si attende l’uscita di quelli per Istruttore Direttivo Archivista e Assistente bibliotecario. Tra le tante azioni portate avanti come Biblioprecari, a maggio 2022 avevamo consegnato, come richiestoci dall’allora Assessore al Personale Alessandro Martini, un parere redatto da uno studio legale che accertava la fattibilità dell’inserimento – all’interno dei prossimi bandi di concorso – di punteggio specifico relativo ai titoli di servizio, fino a un terzo del punteggio totale. Accorgimento, questo, previsto dal PNRR e già adottato nel 2020 dall’Amministrazione a guida PD di Bologna o inserito di recente nel bando 2023 della partecipata del Comune di Roma, Zètema. Tale punteggio ci avrebbe permesso di vedere riconosciuti i nostri anni di lavoro all’interno dei servizi bibliotecari e archivistici del Comune. Purtroppo, però, la recente modifica del Regolamento comunale ci nega anche quest’ultima possibilità, se non per due soli punti per il personale esternalizzato a fronte dei sei (su 90 complessivi suddivisi tra preselettiva, prova scritta e prova orale) previsti per i titoli di servizio ottenuti alle dipendenze dirette di Pubbliche Amministrazioni.
La Giunta fiorentina conferma, così, l’intenzione di non voler percorrere la strada della valorizzazione dell’esperienza, del confronto con i lavoratori e le lavoratrici, per vari e fumosi motivi, ma in definitiva per quella che a noi appare una chiara e precisa scelta politica. Nessuna volontà di garantire la continuità qualitativa dei servizi, né tanto meno di salvaguardare la tenuta occupazionale, già messa a dura prova da questi anni di precariato. Da tempo siamo in attesa di poter comunicare con la vicesindaca Bettini, attuale detentrice della delega alla Cultura, che a tutt’oggi non ha spiegato la sua visione del sistema bibliotecario e archivistico fiorentino e come mai si è deciso scientemente di non tutelare il bagaglio professionale e umano di chi, negli ultimi venti anni, ha mantenuto in vita una parte fondamentale del sistema culturale cittadino.
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Biblio-precari Firenze

Biblio-precari, collettivo di lavoratrici e lavoratori precari delle biblioteche comunali fiorentine.

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