È difficile stabilire quanto l’urbanistica abbia influito nel disastro romagnolo e in che misura vi abbia contribuito il folle consumo di suolo sostenuto in nome dei desiderata padronali. Tuttavia non abbiamo difficoltà a sostenere che un “governo del territorio” di segno neoliberista non va nella direzione della cura dei luoghi, della redistribuzione delle ricchezze che da essi provengono, della democratizzazione delle città.
È questo il messaggio contenuto in un nostro libretto collettivo, Consumo di luogo. Neoliberismo nel disegno di legge urbanistica dell’Emilia-Romagna: una critica politica che raccoglie i contribuiti di ricercatori e docenti, di urbanisti, giuristi, geografi, storici dell’agricoltura. Pubblicato nel 2017 durante l’iter di approvazione della legge ER 24/2017, il libro ha stigmatizzato la direzione intrapresa dall’urbanistica emiliano-romagnola, a lungo – e a ragione – indicata come modello da estendere all’intera penisola.
Ma i contributi nel libro non si limitano a indicare i rischi contenuti nella legge, come la previsione di un consumo di suolo pari al 3% delle aree già urbanizzate, la conferma delle previsioni edilizie dei PRG previgenti, le eccezioni e le deroghe a detto limite. Le autrici e gli autori del libro non si limitano a illustrare la pericolosità di una rigenerazione urbana disegnata come “nuovo ciclo della rendita” il cui avvio è connesso all’indebolimento del potere regolativo e previsionale in capo ai comuni; né ad indicare i rischi insiti nella discrezionalità del regime normativo orientato a favorire gli interessi dei grandi capitali, anche tramite deroghe ai capisaldi dell’urbanistica “progressista” come gli standard, le densità edilizie e le distanze tra edifici.
Il libro indica infatti anche le soluzioni, quelle immaginate e quelle già in atto in altre regioni, quale ad esempio la cosiddetta “linea rossa” istituita dalla Regione Toscana grazie alla cosiddetta Legge Marson (65/2014) che impedisce ulteriori impegni edilizi di suoli agricoli, extraurbani.
Ma soprattutto il libro invita a pensare l’urbanistica come campo di riappropriazione e reinvenzione di strumenti di lotta per uno spazio di esistenza, per una effettiva agibilità politica e per lo sviluppo di immaginari altri dalla “democrazia di mercato” che espropria abitanti e lavoratori del loro ambiente di vita.
Il libro Consumo di luogo si può leggere e scaricare gratuitamente qui.
Buona lettura e buona lotta.
Ilaria Agostini
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