I 30 anni di Fuori Binario. Lunga vita ai giornali di strada

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Chi avrebbe mai pensato di poter ascoltare l’intervento dei diffusori di Fuori Binario nella Sala Pegaso di Palazzo Sacrati Strozzi in piazza del Duomo a Firenze? E di incontrare nella stessa prestigiosa sede della regione Toscana i fondatori del giornale di strada nato in città nel 1994?

E’ accaduto il 22 febbraio, nel corso della giornata dedicata al trentennale di Fuori Binario che la redazione ha voluto festeggiare con il convegno “Giornalismo Redistributivo, l’auto rappresentazione dei senza dimora attraverso i giornali di strada”.

Sono state invitate esperienze analoghe attive in altre città, dall’”Osservatore di Strada” edito a Roma, a “Piazza Grande” di Bologna, al milanese “Scarp de’ tenis” e “Zebra”, l’unico giornale di strada bilingue che viene diffuso in Alto Adige. Giornali che possono apparire diversi tra loro per formato e tipo di distribuzione, ma sono accomunati dall’obiettivo di dare spazio all’autorappresentazione di chi non ha casa e vive in strada; di chi è stato espulso dal mondo del lavoro o è costretto al lavoro povero; di chi non ha garantito il diritto alla salute.

Sono loro, con il loro punto di vista, a riempire le pagine con articoli, poesie, fotografie, vignette. Pagine nelle quali si alternano anche le voci di chi, pur non vivendo in strada, condivide l’obiettivo di lottare concretamente contro la povertà, e denuncia le cause che stanno alla base di esclusione e ingiustizie sociali che sono sotto gli occhi di tutti ma che pochi si fermano a guardare.

Che cosa significhi impegnarsi per Fuori Binario ce lo hanno raccontato Clara, Fraska, Riccardo, a cui lo status di diffusori e redattori non ha fornito solo il mezzo per un piccolo introito mensile, ma ha dato anche un ruolo, e la possibilità di un riscatto sociale. E non è casuale la definizione di “Giornalismo redistributivo”, perché chi diffonde Fuori Binario può contare su un piccolo reddito di sussistenza che proviene da un lavoro e non è un’elemosina.

Proprio per questo è nato il giornale nel 1994, come ci raccontano Alessandro De Angeli, Giovanni Ducci e Sondra Latini, all’epoca operatori sociali all’interno dell’Albergo Popolare, e dunque a contatto diretto con un disagio sociale che la formula assistenzialista non riusciva a lenire. Mentre si stavano chiedendo cosa poteva essere fatto di diverso, di più e meglio, vengono a sapere che a Bologna è nato Piazza Grande, il giornale di strada antesignano in Italia, pensato sulla scia dell’esperienza londinese The Big Issue.

Lo scopo? Aiutare le persone in difficoltà a uscire da una condizione di povertà che li costringe per strada.

Così nasce anche a Firenze un giornale che viene chiamato Fuori Binario, un nome che come ci racconta Giovanni era pensato come buon auspicio per chi era costretto a dormire lungo il binario 16 della ferrovia – come allora molti senza dimora facevano – ma che presto acquista anche un’altra connotazione: stare fuori dal binario del pensiero unico dominante. Ci piace questa valenza polisemica. Rende bene la ricchezza di un’ esperienza che Valentina Baronti, vicedirettrice, chiama di “mutualismo conflittuale” e che chiama in causa il riscatto dalla marginalità, la dignità del lavoro e la professionalità con cui il giornale viene realizzato.

La mattinata coordinata dal direttore Cristiano Lucchi si dipana tra interventi dei rappresentanti delle redazioni e voci dei presenti, per arrivare all’assegnazione di una targa ai tre fondatori, a cui si è aggiunta Maria Pia Passigli che, subentrata poco dopo, resterà alla direzione della redazione e dell’associazione Periferie al centro fino a tre anni fa, quando la salute non glielo ha più consentito. Il calore con cui viene accolta la dice lunga sull’affetto, la stima, la riconoscenza per una persona che ha dedicato così tanta energia e sostegno, non solo materiale, a questa esperienza.

Alle 13 il convegno si sposta per il pranzo alla mensa San Francesco di Piazza Santissima Annunziata, ospite della Caritas. Nel pomeriggio intervengono rappresentanti delle associazioni del terzo settore, docenti universitari, attivisti dei movimenti sociali, impegnati in due tavole rotonde, “Salute e servizi a bassa soglia” e “Casa e diritti”. Ai lavori partecipa l’assessora regionale Serena Spinelli, che questo incontro ha accolto e sostenuto e che, smentendo un vizio di troppi politici, ha seguito attivamente l’intera giornata. Qui si mette a fuoco la possibilità di costituire una modalità di lavoro continuativa nel tempo tra le varie testate; ci si confronta su possibili reazioni da assumere in caso di atteggiamenti discriminatori verso i senza dimora; si valutano eventuali proposte normative a vantaggio di chi vive ai margini.

Non c’è che augurare a Fuori Binario, alla sua redazione e ai diffusori di continuare nel loro ottimo lavoro, ma nei vari modi in cui ci è possibile -acquistando e leggendo il giornale, ampliando la rete degli attuali 28 Luoghi amici, aumentando il numero di abbonati e sostenitori – sentiamoci tutti coinvolti per il futuro di quella che è un’esperienza unica in questa città.

Qui il programma del Convegno e i video

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Ornella De Zordo

Ornella De Zordo, già docente di letteratura inglese all'Università di Firenze, e attiva per anni nei movimenti, è stata eletta due volte in Consiglio comunale - dal 2004 al 2014 - per la lista di cittadinanza 'perUnaltracittà', portando dentro il palazzo le istanze delle realtà insorgenti e delle vertenze antiliberiste attive sul territorio. Finito il secondo mandato di consigliera di opposizione ai sindaci Domenici e Renzi, prosegue con l'attività di perUnaltracittà trasformato in Laboratorio politico, della cui rivista on line La Città invisibile è direttrice editoriale.

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