Una serata per e con Gilberto Pierazzuoli – con video

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E’ stato un incontro molto partecipato quello che si è tenuto il 26 aprile alla Biblioteca Riccardo Torregiani di Firenze per la presentazione delle ultime due opere di Gilberto Pierazzuoli, Il soggetto plurale, ecologie, intelligenze artificiali e Dalla parte di Epimeteo, pubblicate dalle Edizioni perUnaltracittà nel 2023.

Non è stata una presentazione di libri come le altre. E’ stato soprattutto un tributo a Gilberto che da qualche mese non c’è più, e a lui è andato l’affetto e la riconoscenza per aver condiviso con noi la sua cultura e la sua intelligenza. Le sue elaborazioni critiche sono state uno stimolo costante a andare oltre, a connettere piani e dimensioni diverse, a esplorare le interconnessioni tra filosofia politica, antropologia, ecologia politica, studi di genere e altro ancora, a collegare teoria e pratica sempre in quell’ottica “impertinente” che gli era propria.

Sui due libri, nati da articoli pubblicati su La Città invisibile nella rubrica da lui ideata “Critica al capitalismo digitale”, sono intervenuti Barbara Zattoni, Ilaria Agostini, Gian Luca Garetti, Ubaldo Fadini e Igor Pelgreffi che ha scritto l’introduzione a uno di questi. Nei loro interventi sono stati messi a fuoco aspetti diversi del suo lavoro, il suo interesse per l’ecologia urbana, le implicazioni più prettamente filosofiche e quelle più visionarie del suo pensiero, il senso della complessità “pervasiva” della sua scrittura critica. In seguito, abbiamo ascoltato molte voci amiche che hanno ricordato momenti di incontro e di scambio, rendendo Gilberto una presenza reale tra noi non solo per i suoi scritti, ma anche per la sua poliedrica personalità.

perUnaltracittà e Quinto Alto hanno organizzato insieme questo incontro, da me coordinato, ospitati dalla Biblioteca Riccardo Torregiani, e l’iniziativa mi è parsa anche un modo per ricordare un altro compagno che non c’è più, Riccardo, a cui la Biblioteca è dedicata e che ha avuto un ruolo importante nell’altra Firenze, quella che anche Gilberto ha amato.

A seguire è stato proiettato il video Refugees, realizzato da Gilberto e Barbara che hanno giocato con le immagini, realizzate con AI, evocate dalla musica dello splendido brano omonimo del 1970 di Peter Hammill, esempio del miglior progressive rock, contenuto nel primo album dei Van Der Graaf Generator.

In apertura ho scelto di leggere alcuni brevi stralci di un testo che Gilberto mi aveva mandato e che hanno a che fare con la presentazione di questi due libri. Domenica 7 gennaio, alle 15.41 Gilberto mi inviava una mail con un testo intitolato “Compiti per l’anno nuovo”, che aveva inizialmente pensato come possibile lettura introduttiva a una futura presentazione dei due volumi sul Capitalismo digitale. E’ poi diventato, per sua stessa proposta, un articolo pubblicato su La Città invisibile.

Compiti per l’anno nuovo, Scontro sull’immaginario.

Il fatto è che il capitale, il modo di produzione ma anche il modello di vita occidentale, ha saputo diventare non soltanto egemone ma anche pervasivo. Ha lavorato smontando gli orizzonti e ponendosi come modello senza alternative. In questo quadro non può certo controllare i focolai di rivolta ma ne ha meno paura. La rivolta nasce infatti dalle ingiustizie percepite ma senza orizzonti rimane senza sbocco. È il concetto di realismo capitalista di Fisher. Gli orizzonti non possono perciò essere la dittatura del proletariato che è un concetto che, dal punto di vista libidinale, non riesce più ad avere presa… Gli oppressi nella società odierna sono una pluralità di soggetti. Pochi di essi si rispecchierebbero in un immaginario proletario…

La società è innervata di risentimento che non sempre si trasforma in rabbia e rivolta. La società di controllo ha messo in atto un apparato iper-efficiente dove spesso gli oppressi lavorano per permanere in quella condizione. Per uscire da questa impasse nella quale usiamo strumenti teorici ormai inadeguati da contrapporre a un capitalismo che pare essere insostituibile, dove si percepisce un disagio ma non se ne trova la ragione, il conflitto si dovrà svolgere in termini di prospettive di orizzonti. L’orizzonte capitalistico, piaccia o non piaccia, ha già trovato gli strumenti per imporsi. Noi dobbiamo trovare quelli per contrapporsi efficacemente a questo meccanismo….

Se oggi mancano gli orizzonti, occorre allora riprendersi le capacità mitopoietiche; immaginare nuove cosmogonie, cosmologie. Pensare in termini di cosmopolitiche suggerisce Isabelle Stengers. Cosmopolitiche per specie umane e non umane, biologiche e non biologiche, anche macchiniche. Sabotare l’infosfera. Colonizzare l’immaginario. Sovvertire quello messo in campo da quel soggetto competitivo che è il capitalismo, creando alleanze trasversali. Fidarsi delle potenzialità generative del Caosmo dice sempre Guattari. …

Queste considerazioni forse sopravvivranno a noi e al capitalismo come una specie di eredità degli antenati (scemi), come contributi più o meno proficui per le cosmogonie del nuovo mondo. Antenati scemi che esistono in moltissime mitologie condensati per esemplificazione nel personaggio del trickster il cui corrispondente occidentale è Epimeteo, il fratello pasticcione di Prometeo che domina invece l’episteme dell’Occidente..…

Lungo il filo di questo ragionamento non occorre fare uno sforzo per ricucire le istanze degli oppressi; degli oppressi per specie, genere, colore, condizione psichica o sociale. È tutta carne pulsionale. Anche la crisi climatica è un conflitto di classe, un conflitto tra oppressi e oppressori. Non soltanto perché i ricchi (oppressori) hanno più risorse e riserve per la sopravvivenza, ma anche perché gli oppressori non possono permettere che si abbandoni il modello competitivo per quello collaborativo. Non possono permettere che si creino alleanze tra specie, che si metta in discussione il ruolo del soggetto in quanto monopolio di agency. Make kin diceva Donna Haraway. Diceva (dice) anche che fare parentele e fare alleanze andasse messo a disposizione per creare narrazioni, di nuovo quindi: mitopoiesi, cosmologie e quanto dicevo sopra. Una serie di concetti ben rappresentati dal gioco del ripiglino (sempre Haraway) dove la collaborazione permette la creazione di figure più complesse, spesso più accoglienti. Alleanze cibernetiche: meglio cyborg che dee; alleanze viscide e batteriche; modelli dove la sintesi avviene nelle periferie, come nei polpi che hanno un cervello diffuso in tutto il corpo e dove le periferie, ogni tentacolo, è capace di prendere decisioni…

…Smontare il determinismo scientifico dell’occidente per reincantare il mondo. Denunciare l’inadeguatezza della logica linguistica delle AI se confrontata con la plasticità dei cervelli biologici (Catherine Malabou). Decostruire la cattedrale del pensiero occidentale e quindi capitalistico (occidente e capitale sono oggi sinonimi), la sua propaganda, le sue piattaforme, la sua pervasività: di nuovo il suo porsi come “realismo capitalista” (Fisher), come senza alternativa. ..

…Molti di questi concetti si presentano difficili da maneggiare perché spesso legati agli autori e autrici che li hanno formalizzati. I compiti per le vacanze non erano pesanti in sé, ma lo diventavano una volta presa in considerazione la bibliografia di riferimento. In questo caso materiale non da poco.”

Ora, arricchiti dall’ampia, eclettica bibliografia che lui stesso ci ha fornito, starà a noi continuare a impegnarci per portarli avanti questi compiti, e cercare di svolgerli nel migliore dei modi possibile anche senza di lui.

Link al video dell’incontro realizzato da Vittorio Biagini dell’Associazione Quinto Alto

 

 

 

 

 

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Ornella De Zordo

Ornella De Zordo, già docente di letteratura inglese all'Università di Firenze, e attiva per anni nei movimenti, è stata eletta due volte in Consiglio comunale - dal 2004 al 2014 - per la lista di cittadinanza 'perUnaltracittà', portando dentro il palazzo le istanze delle realtà insorgenti e delle vertenze antiliberiste attive sul territorio. Finito il secondo mandato di consigliera di opposizione ai sindaci Domenici e Renzi, prosegue con l'attività di perUnaltracittà trasformato in Laboratorio politico, della cui rivista on line La Città invisibile è direttrice editoriale.

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