Uccelli, salute mentale, aeroporto

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Il 70% degli uccelli viventi in questo momento è pollame da mangiare. La potente e trasversale lobby dei cacciatori si diverte ad ammazzare quelli selvatici, poi i pesticidi, i veleni chimici, la vicinanza agli aeroporti, il cambiamento climatico, fanno il resto determinando l’inesorabile declino della diversità degli uccelli e la diminuzione delle popolazioni aviarie in Europa. Questo potrebbe avere importanti ripercussioni negative anche sulla salute mentale, proprio mentre sono in continua crescita i problemi psicopatologici tra la popolazione generale con tutte le conseguenze del caso.

Immagine generata da Midjourney su prompt di Gilberto Pierazzuoli

Un recente studio Relazione positiva tra diversità degli uccelli e salute mentale umana: un’analisi di dati trasversali ripetuti di cui è autore Joel Methorst, PhD, pubblicato sul Numero 5  del 2024 della prestigiosa rivista The Lancet Planetary Health, suggerisce che avere molte specie di uccelli diverse nell’area di residenza di una persona contribuisce positivamente alla sua salute mentale, e che questo vale soprattutto per le persone con uno status socioeconomico inferiore.

Si tratta di un ampio studio condotto tra il 2014 e il 2019 in Germania, con il contributo sostanziale della scienza dei cittadini, Citizen Science. Per la prima volta si prende in esame la ricaduta dell’esposizione alla diversità degli uccelli sulla salute mentale umana, utilizzando dati trasversali e longitudinali. Si sottolinea che le più esposte sono soprattutto le popolazioni più disagiate da un punto di vista socioeconomico, che però sono anche quelle che rispondono meglio al ripristino della biodiversità: “..curiosamente, le prove suggeriscono che gli individui con un basso status socioeconomico o che vivono in un quartiere socioeconomicamente svantaggiato potrebbero beneficiare in modo sproporzionato degli ambienti naturali. Uno studio condotto a Lipsia, in Germania, ha rivelato che la densità degli alberi lungo le strade riduce significativamente la probabilità che agli individui con uno status socioeconomico basso vengano prescritti antidepressivi, rispetto alle loro controparti con uno status socioeconomico più elevato.”

E’ quindi doppiamente delittuoso da parte dei decisori politici perseverare in politiche neoliberiste che per il business di pochi, distruggono la biodiversità e la salute mentale delle persone. Penso, per esempio alle popolazioni di Peretola, di Brozzi, delle Piagge, di San Donnino, di Sesto, di Prato, vessate da anni e anni dall’aeroporto di Firenze, ora addirittura sotto minaccia di sconsiderato ampliamento.

Già precedenti studi avevano dimostrato che lo spazio verde e la temperatura ambientale possono influenzare la salute mentale e il benessere umano, così come le qualità riparatrici dell’ascolto del canto degli uccelli, e gli effetti positivi dei paesaggi sonori naturali arricchiti dal canto degli uccelli.

Benefici psicologici derivanti dalla diversità degli uccelli sono stati riscontrati anche tra le persone che visitano i parchi urbani, che partecipano a viaggi di birdwatching, o che interagiscono con gli uccelli durante la loro routine quotidiana. Fra i possibili meccanismi che collegano la diversità degli uccelli, o la biodiversità in generale, alla salute mentale, particolarmente interessante è la teoria del ripristino dell’attenzione. In linea generale ambienti naturali più diversificati presentano maggiori stimoli per rigenerare un’attenzione stanca, facile preda di una mente che vaga eccessivamente, con conseguenze di vasta portata.

Nel contesto di questo studio rigenerante e ‘curativo’ diventa il poter dirigere la propria attenzione sulla percezione visiva e sonora della varietà degli uccelli, aeroporto e sorvoli permettendo.

 

 

 

 

 

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Gian Luca Garetti

Gian Luca Garetti, è nato a Firenze, medico di medicina generale e psicoterapeuta, vive a Strada in Chianti. Si è occupato di salute mentale a livello istituzionale, ora promuove corsi di educazione interiore ispirati alla meditazione. Si occupa attivamente di ambiente, è membro di Medicina Democratica e di ISDE (International Society of Doctors for the Environment).

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