Cultura di fabbrica: un polo della cultura Working Class nella reindustrializzazione della ex Gkn

  • Tempo di lettura:3minuti

Immaginate una fabbrica dove in officina si producono pannelli fotovoltaici e cargo bike e al piano di sopra si spulciano i documenti di archivio di ottanta anni di lotte operaie nella piana fiorentina. Immaginate uno stabilimento industriale dove i rumori delle macchine si fondono con le prove di un coro popolare, dove le operaie a fine turno salgono le scale per ascoltare la presentazione di un romanzo scritto da una di loro, dove ci si ferma al dopolavoro per bere una birra insieme a quel regista che ha costruito uno spettacolo teatrale insieme agli operai.

Sembra una visione onirica e invece è l’ultima, concreta, proposta che arriva dalla lotta ex Gkn: l’inserimento di un polo della cultura Working Class nella reindustrializzazione della fabbrica. Lo chiede la Soms Insorgiamo, insieme ad altre 14 associazioni, rifacendosi a una base legale e amministrativa, oltre che sociale. Questa possibilità, infatti, è prevista dalla stessa legge Orlando-Todde, versione al ribasso del testo scritto dagli operai ex Gkn, che però ha mantenuto quella parte in cui “gli eventuali progetti di riconversione del sito produttivo, anche per finalità socio-culturali a favore del territorio interessato” vengono inseriti nel piano sociale alternativo alla chiusura delle fabbriche delocalizzate. Quello stesso piano sociale che il Tribunale di Firenze ha imposto a Qf, in una sentenza che la proprietà non ha mai applicato. E poi, una mozione del Comune di Campi Bisenzio, che nel dicembre 2023 chiedeva la continuazione dell’utilizzo della palazzina nord e il patto di solidarietà della Città Metropolitana con la Soms Insorgiamo.

Il progetto consiste nell’ospitare nella palazzina nord della fabbrica di Campi Bisenzio una molteplicità di attività: un archivio dedicato alla storia della Fiat Firenze e della lotta della ex Gkn, gli archivi operai della zona con un polo museale dedicato, una biblioteca della letteratura Working Class, la sede del centro permanente dei Festival europei della letteratura Working Class, un centro audiovisivo del movimento operaio della piana fiorentina, un centro di formazione e di realizzazione documentaristico e filmico.

L’espressione forse più visibile di quella fabbrica socialmente integrata che la lotta della ex Gkn sta costruendo da oltre tre anni: con un azionariato popolare che ha sfondato la prima emissione di un milione di azioni e ora raddoppia, e con un larghissimo movimento culturale culminato nel Festival di Letteratura Working Class, per la cui terza edizione, che si terrà dal 4 al 6 aprile, è in corso il crowdfunding su Produzioni dal Basso https://www.produzionidalbasso.com/project/sostieni-il-festival-di-letteratura-working-class/

“Difficilmente la lotta della ex Gkn avrebbe potuto avere simile impatto, senza la piena potenza creativa del teatro, del documentario, della letteratura, del cinema, del mondo associativo – si legge nel testo della proposta del polo di cultura Working Class -. Vi stiamo proponendo un intervento innovativo dove la rigenerazione culturale della fabbrica avviene a fianco e a sostegno della reindustrializzazione della fabbrica stessa e non come episodio di gentrificazione anni dopo che l’area industriale è stata abbandonata”.

Questi i primi firmatari (in ordine alfabetico): Anpi Firenze e Anpi di Campi Bisenzio, Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico (Aamod), Arci Firenze, Associazione italiana di storia orale (AISO), Centro studi per l’autogestione, Co.mu.net-Officine per il progetto della Rete Italiana delle imprese recuperate, Comitato organizzatore del Festival Internazionale della Letteratura Working Class, Edizioni Alegre, collana letteratura Working Class, Fondazione Valore Lavoro (FVL), Istituto Ernesto De Martino, Kepler – 452, Open dbb – Smk VideoFactory, Società italiana di storia del lavoro (SISLav), Società Operaia di Mutuo Soccorso Insorgiamo (Soms Insorgiamo).

Le adesioni di singole/i o altre realtà associative sono aperte. Basta scrivere a insorgiamosoms@gmail.com e noi vi invitiamo a farlo, perché in questa epoca di guerra, disastri climatici, nuovi fascismi, precarietà, impoverimento e stragi sul lavoro, uno dei pochi strumenti che abbiamo è quello di ribaltare la narrazione e raccontare che ci fu un tempo in cui, davanti al dilagare dell’individualismo più sfrenato, c’era un manipolo di sognatori che ridiede vita a una fabbrica abbandonata dal capitale e ci mise dentro una biblioteca. Che roba contessa!

The following two tabs change content below.

Valentina Baronti

Giornalista per passione, ha iniziato la sua attività nel giornalismo di base. Oggi lavora nella pubblica amministrazione e occupa il suo tempo libero raccontando storie, alla continua ricerca di nuovi punti di vista, di angolature diverse, di prospettive alternative per interpretare il mondo nel quale viviamo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Captcha *