Tanta gente e soprattutto tante e tanti giovani a Pisa per l’importante iniziativa Scelte disarmanti, al Centro Espositivo delle Piagge. Al convegno, organizzato dai ragazzi e dalle ragazze del collettivo Movimento No Base – Né a Coltano né altrove, sono intervenute varie personalità impegnate nella lotta contro la militarizzazione della società. Importante citarle tutte.
Fausto Pascali (No Base) ha ricordato la storia del progetto di creare gli insediamenti militari del GIS e del 1° Reggimento Tuscania all’interno del Parco naturale di San Rossore. Un abominio ambientale, oltreché etico, tenuto segreto alla collettività e scoperto per caso nel marzo del 2022. La trasparenza delle Istituzioni, a lungo negata, è la prima cosa da esigere.
Antonio De Lellis (Pax Christi e Attac Italia) ha ripercorso le cause economiche e gli equilibri internazionali che hanno portato alla “guerra capitalista”, introdotta inizialmente da un conflitto finanziario e poi trasformata in guerra guerreggiata. E ha ricordato lo studio di Greenpeace che smentisce la narrazione dell’industria bellica come creatrice di posti di lavoro: un miliardo di euro in armamenti fa scaturire infatti solo 3.000 occupati, contro 10.000 nuovi posti se speso nella cura dell’ambiente, 12.000 nella Sanità, 14.000 nella Scuola.
Mangano e Brunori (Centro Interdisciplinare per la Pace) hanno annunciato che il Nuovo Statuto dell’Università di Pisa in fase di emanazione ha scelto la sua strada: nonostante le difficoltà economiche della didattica, i fondi offerti dalle aziende belliche non verranno utilizzati per potenziare l’economia di guerra.
Simone Siliani (Fondazione Banca Etica) ha ricordato gli 800 miliardi che “Rearm Europe” (o “Readiness 2030” che dir si voglia) intende destinare agli armamenti. E ha invitato a leggere le relazioni annuali al Parlamento volute dalla legge 185/90 sul commercio delle armi, dove risulta stabilmente che Unicredit e Intesa San Paolo sono le principali banche “armate” a prestare i propri servizi finanziari all’industria bellica. Infine, ha rivelato che Leonardo spa (maggiore azionista lo Stato Italiano) possiede il 25% di MBDA, multinazionale europea che costruisce missili specifici per le testate nucleari.
Simone d’Alessandro (Dipartimento di Economia, Università di Pisa) è tornato sul tema della presunta occupazione assicurata dalle industrie belliche, molto bassa perché si tratta di un settore ad elevato livello di informatizzazione e automazione. Riguardo alle ricadute del cosiddetto “Dual Use” della produzione di armamenti solo il 4% del totale va ad alimentare la ricerca con scopi civili. Inquietante il commento sul circolo vizioso del riarmo, che comporta sottrazione di risorse pubbliche ai servizi sociali, peggiorando la sensazione di insicurezza delle popolazioni e, di conseguenza, un impulso irrazionale a ricercare una protezione armata.
Nicoletta Dentico (Programma di Salute Globale presso la Society of International Development) si è chiesta se i tempi che stiamo attraversando sono quelli del cambiamento o della “semplice” resistenza. Rispondendosi che la trasformazione è sempre possibile, purché avvenga dal basso, senza aspettarsi chissà quali ricette salvifiche.
Duccio Facchini (Altraeconomia) ha ricordato che Leonardo SpA (13° industria bellica del mondo nel 2013, con 13 miliardi di fatturato e +679% di risultati economici negli ultimi 5 anni) e Rheinmetal (+ 520%) nei mesi scorsi hanno firmato un accordo per produrre insieme carri armati. E ha invitato a rifiutare la narrazione per cui il riarmo servirebbe per difendere il “blocco occidentale”, visto che fra i primi paesi verso cui esportiamo le nostre armi figurano nazioni dell’estremo oriente o del mondo arabo (Quatar, Egitto, Kuwait).
Un incontro prezioso, per i contenuti e anche per il forte messaggio che è stato condiviso: la lotta di Pisa contro la militarizzazione del territorio (di qualsiasi territorio) è in questo momento uno snodo fondamentale a livello Italia: cedere qui significherebbe cedere ovunque.
Ma non succederà: i ragazzi e le ragazze di Coltano hanno anzi un calendario fitto di iniziative ed eventi molto stimolante.
Intanto, si va a Roma alla Manifestazione di sabato 21 giugno (i pisani possono scrivere a stopriarmpisa@gmail.com per un posto in pullman).


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