Ricordare Gorbaciov per guardare al futuro

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Essere un nemico degli Stati Uniti è pericoloso, ma esserne un amico è fatale
Henry Kissinger

Mikhail Gorbaciov è morto, i giornali occidentali in generale sono pieni di rispetto per chi ha posto termine alla lunga “guerra fredda” e ha smantellato il tentativo di realizzare uno stato socialista arrivato ad un punto di difficile sostenibilità. Amato da molti fuori dalla Russia, molto meno nel suo paese dove è ritenuto responsabile del disastroso collasso dell’URSS; probabilmente anche ingenuo nel credere alle promesse statunitensi di pace e disarmo, estromesso rapidamente da quel Boris Yeltsin che è diventato l’esecutore delle ricette fatali del FMI che hanno portato ad un precipizio nelle condizioni economiche e di vita in quella che era l’Unione Sovietica.
La fine dell’URSS ha visto poche cannonate, ma le conseguenze nella vita del popolo russo sono state tremende; la speranza di vita nel paese si ridusse di 8 anni secondo molti osservatori. Questo significa più morti che in una guerra combattuta e rimanda ad una crisi sociale che solo le ricette neoliberiste possono ottenere così spietatamente.
La speranza di Gorbaciov di un “socialismo nordico”, che echeggiava il “socialismo dal volto umano” di Alexander Dubcek nella Praga del 1968, è stata spazzata via velocemente.
Al di là del giudizio sulla persona sarebbe opportuno riflettere, oggi, su ciò che ci parla dell’oggi: la prima è che Gorbaciov riteneva che la Crimea fosse culturalmente, geograficamente e politicamente russa; nelle sue intenzioni, prima della frammentazione dell’URSS e dell’indipendenza dell’Ucraina, era che tale tornasse. Riteneva che il non farlo sarebbe stato causa di future tensioni e pericoli per la sicurezza della Russia e del pianeta, lo ricordava spesso a Boris Yelstin inutilmente. Oggi vediamo come quelle sue previsioni fossero vere.
La seconda, ricordata da molti in questi giorni, era che aveva chiesto, come garanzia dei cambiamenti da introdurre, che la NATO non si sarebbe allargata oltre i confini della Germania. Il tradimento di queste promesse ha portato non solo l’Alleanza Atlantica ai confini con la Russia, ma ha scatenato una serie di nazionalismi nell’est Europa che sono e saranno forieri di ulteriori conflitti, soprattutto dentro il vecchio continente.
La terza, che oggi dovrebbe essere la più importante, è che Gorbaciov pensava ad una Europa di pace, di vera pace, pensava ad una Europa che arrivasse a Vladivostok, riteneva che la Russia, con la sua storia e la sua eccezionale cultura, dovesse essere parte indispensabile di una Europa finalmente pacificata dopo millenni di guerre e di tragedie. Quello di Gorbaciov era proprio il progetto che gli Stati Uniti, con la loro volontà di potenza, volevano evitare; la Cina era allora ben lontana dall’essere quel gigante economico e politico attuale, la possibilità di un continente con la tecnologia e i capitali europei, con le materie prime e l’arsenale nucleare russo era indigesta per gli Stati Uniti che infatti si sono adoperati intensamente ad evitarla. Ci sono riusciti, almeno per ora.
Ci sarebbe anche da ricordare come Gorbaciov propose all’allora presidente USA, Ronald Reagan, di azzerare da subito l’arsenale nucleare di entrambi i paesi. Reagan accettò solo la riduzione del 40% delle testate esistenti; ancora viviamo sotto l’incubo dell’olocausto nucleare.
Oggi ci troviamo con una guerra in Ucraina in cui molti stati europei – e soprattutto il padrone americano – vorrebbero un coinvolgimento diretto degli stati della NATO, abbiamo una serie di sanzioni inutili e stupide che stanno facendo danni enormi ai paesi europei e soprattutto alle sue classi subalterne, viviamo con una propaganda russofoba che pochi mesi fa sarebbe stata una impensabile stupidaggine , abbiamo un paese schiavizzato come l’Ucraina, costretto a bombardare una centrale nucleare dentro i suoi confini, il che potrebbe essere, per Europa e Asia, una tragedia peggio del disastro di Chernobil.
Oggi ricordare Gorbaciov non dovrebbe essere la commemorazione della sconfitta di un tentativo di creare una società diversa, ma il saper riconoscere che siamo su un pericoloso piano inclinato che ci conduce all’inferno e che chi ci spinge si dice nostro amico.
Gorbaciov è stato probabilmente un ingenuo e questo in politica è ritenuta una colpa, ma il sogno di una pace planetaria dovremmo farlo nostro imparando dagli errori passati e sapendo riconoscere chi è il nostro vero nemico.

 

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Tiziano Cardosi

Obiettore di coscienza negli anni ‘70, attivista contro le guerre, già capostazione delle FS, oggi si occupa soprattutto di mobilità e del fenomeno delle “grandi opere inutili”, tra I fondatori del comitato No Tunnel TAV di Firenze. Attivista di perUnaltracittà.

3 commenti su “Ricordare Gorbaciov per guardare al futuro”

  1. Ho sempre pensato che Gorbaciov sia stato il presidente sovietico più pericoloso per gli americani, perché cercava una terza via che avrebbe anche potuto funzionare.

    1. Tiziano Cardosi

      Cara Ira, hai centrato il problema. La terza via di Gorbaciov arebbe forse creato un continente di pace, anche potente, cosa non gradita a chi vuol essere il controllore del mondo.

  2. Sergio Simonazzi

    Articolo,a mio giudizio,totalmente condivisibile anche nelle virgole.Accetti ,per quel che contano,i miei complimenti.Perfetta analisi.

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