Hotel Concorde occupato: una storia di lotta

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concordeIn molti ormai conosceranno anche solo per sentito dire l’Hotel Concorde Occupato. Da poco più di un anno quest’esperienza è al centro di un’azione per il diritto alla casa e, potremmo dire, alla “vita”. Un gruppo formato in netta prevalenza da famiglie e qualche singolo. E’ questa una vicenda significativa, che rende un’idea chiara dell’emergenza abitativa a Firenze, delle politiche del comune per risolverla e, soprattutto, delle risposte che nascono da basso per soddisfare questo diritto e bisogno primario. Ripercorriamo brevemente l’intera vicenda.

19 gennaio 2014: il Movimento di Lotta per la Casa, assieme al gruppo che poi sarà quello del Concorde, occupa una palazzina in pieno centro storico, in Via de’ Servi. Solo poche ore e la questura interviene per sgomberare lo stabile con la forza; una carica violenta lascia 2 persone all’ospedale e 15 famiglie senza un tetto. Il centro è zona per ricchi e turisti.

22 gennaio 2014: passano solo 3 giorni ed il Movimento torna all’attacco. Occupata una palazzina in Via del Romito, zona Rifredi. Ma ancora una volta comune e questura intervengono a negare il diritto ad una casa. Un primo tentativo di sgombero è respinto: gli occupanti si barricano sul tetto, e le famiglie nelle case, le istituzioni non hanno alternative che andarsene. La seconda volta arrivano col doppio delle forze, ancora una volta si prova a barricarsi, un presidio di solidali manifesta per tutto il quartiere. Ma dopo neanche 10 giorni di occupazione le famiglie sono ancora un volta in mezzo alla strada.

2 febbraio 2014: Non ci si perde d’animo nonostante la stanchezza e il freddo. Si entra nell’Hotel Concorde, e stavolta la battaglia sembra veramente vinta. L’entusiasmo è alto. A questo punto subentra il problema della fornitura elettrica. La proprietà blocca la fornitura. Inizia un lunga trattativa con Comune, Prefettura ed Enel per ottenere una qualche forma di elettricità, intervengono anche consiglieri comunali, ma nonostante la possibilità ci sia, è la volontà che manca. Il Concorde resta al buio. L’unica soluzione praticabile resta quella di “prendersi” l’elettricità, in forme che secondo la legge sono illegali. Cosi avviene infatti e, dopo circa un mese di buio, il Concorde si illumina.

Sempre in questo periodo Renzi diviene capo del governo e fra le varie leggi di mattanza sociale vara anche il “piano casa” o decreto Lupi, che appunto vieta l’erogazione delle forniture di acqua, gas ed elettricità, e la concessione delle residenze negli stabili occupati.

In agosto viene staccata per la prima volta la corrente al Concorde, con l’impiego di un centinaio di agenti di polizia in assetto antisommossa. Sul momento gli occupanti non riescono a dare una risposta. Ma dopo una settimana praticano un blocco stradale con tanto di barricate e quella successiva procedono al riallaccio dell’elettricità, in pieno giorno e in forma pubblica, perché è un atto legittimo e necessario.

Oggi, febbraio 2015, la storia si è ripetuta quasi uguale. Dopo un anno di occupazione, nuovamente un centinaio di agenti si presenta sotto l’occupazione e stacca la luce, lasciando le ormai 20 famiglie al buio in piena emergenza freddo. Ma la risposta non si fa attendere questa volta. Subito gli occupanti si riversano in strada, alzano barricate, e bloccano viale Gori per quasi 10 ore. Il pomeriggio stesso un altro gruppo del Movimento occupa un’altra palazzina in via Campofiore, subito però sgomberata dalla questura che non esista a schierare, anche qui, un centinaio di celerini contro famiglie in lotta per il diritto alla casa.

Questa è la breve storia di un’ occupazione, ma nel mezzo c’è tanto tanto altro: la tendopoli in San Lorenzo per tre giorni, l’occupazione degli uffici dell’anagrafe, le aggressioni poliziesche ai militanti del Movimento, le numerose occupazioni di via Baracca e gli spazi sociali.

Il dato che emerge non è solo quello di un vuoto politico lasciato dalle istituzioni, ma anche una guerra, anch’essa tutta politica, contro chi questo vuoto prova a riempirlo attraverso l’autorganizzazione dal basso, a partire dai quartieri e dai bisogni. L’era Renzi è caratterizzata dall’esclusione e dalla guerra ai poveri, da una pericolosa retorica della legalità ad ogni costo. A Firenze, oggi, le occupazioni, le autoriduzioni, i picchetti antisfratto sono la sola risposta ad un emergenza sociale, che va ben oltre la casa.

Movimento di Lotta per la casa

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