We shall not be moved! #settignanoNONchiude

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Settignano-Telemaco_SignoriniQuesta volta parliamo di… rivoluzioni. Di quelle che partono dal porta a porta, piano piano, come i piccoli fiocchi di neve che rotolando verso valle diventano valanghe, la piccola protesta di poche persone che si allarga fino a diventare una vera inondazione che travolge.

Prendiamo come fatto emblematico la protesta in corso in questi giorni a Settignano, collina fiorentina che negli ultimi anni ha visto diminuire via via tutte le attività che offrivano dei servizi utili di normale vita quotidiana sostituendoli con una pioggia di licenze per bar (alle volte mi assale il dubbio che le nostre amministrazioni pensino che siamo tutti una banda di ‘briaconi o patologici caffeina-dipendenti…) evidentemente attribuendo alla bellezza del luogo solo un’anima prettamente “turistica”, anche se di turismo locale si tratta.

Invece di colpo, uno degli ultimi baluardi di una vita vivace ed attiva del paese sta per essere rimosso: le Poste centrali vogliono chiudere la loro filiale posta davanti al capolinea del bus 10, linea a rischio per la quale si prospetta una fine corsa per le 20,00 (se non la totale soppressione), che passando davanti alla Farmacia, anch’essa a rischio chiusura, fa lo slalom fra macchine di residenti che aspettano un parcheggio da almeno 3 o 4 campagne elettorali cittadine cercando di evitare buche come voragini, con passanti che attraversano strisce pedonali “fantasma” e genitori che portando i bimbi a scuola restano imbottigliati dietro il camion della nettezza urbana che, guarda caso, va a fare il suo giro proprio in orario di entrata scolastica.

Mi sono dimenticata di qualcosa?

È stato detto: “ma di che vi lamentate? Vivete in luogo bellissimo! Pensate cosa dovrebbe dire chi vive a Sorgane o alle Piagge!” Eh, già, è stato risposto, perché secondo voi amministratori, per creare equità fra i cittadini dobbiamo far diventare il bello brutto e non magari portare la qualità di vita e di bellezza di alcuni luoghi nelle periferie che voi avete disegnato brutte e inaccoglienti fin dalla loro nascita perché quartieri dormitorio, no?

Settignano e Ponte a Mensola non ci stanno. L’ultimo atto di chiusura è diventata la paradossale molla per riscoprirsi “comunità”! E ricordandoci che insieme si può fare di più che da soli, ci ricordiamo di una colonna sonora che animò molte delle lotte nell’America che protestava, un “classico della tradizione sindacale prima, poi dei diritti civili, e in genere di tutte le situazioni di protesta e di lotta in America”.* Un canto vero strumento “popolare” al quale venivano aggiunte strofe a seconda della necessità… potremmo, a questo punto inventarcene anche per l’occasione, perché no?!

Questa la versione cantata da Pete Seeeger:

* da “L’America della contestazione” a cura di Sandro Portelli e Ferdinando Pellegrini.

Francesca Breschi, cantante, attrice, ricercatrice e didatta, è un’attivista di perUnaltracittà

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Francesca Breschi, cantante, attrice, ricercatrice e didatta, è dal 1990 componente il Quartetto Vocale di Giovanna Marini. Ha collaborato, tra gli altri, con Nicola Piovani, David Riondino, Emilio Isgrò, Elio De Capitani, Francesco De Gregori, Mario Brunello, Marco Paolini e Vinicio Capossela. Si dedica allo studio, all’insegnamento e all’elaborazione di vari generi ed epoche musicali, con particolare interesse per i repertori della tradizione orale italiana. Attivista della lista perUnaltracittà. Il suo sito internet

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