Quindi a Genova nel 2001 ci fu tortura da parte delle “Forze dell’Ordine”. Lo dice una sentenza della Corte europea per i diritti dell’uomo.
Noi lo sapevamo da allora, i tanti che c’erano, chi l’ha vissuta sulla pelle, chi si è informato, chi non si è limitato alle veline del governo e ai balletti e ai distinguo imbarazzanti della allora opposizione diventata oggi partito unico. Sapevamo anche che c’è stato ben più di una serie di casi di abusi e tortura: è stata una operazione sistematica di sospensione dello stato di diritto, di repressione violentissima dei movimenti sociali scesi in piazza, con la benedizione consapevole dei vertici dello Stato e delle polizie. Quello Stato e quei vertici che hanno licenziato una pessima legge sulla tortura (articolo Guadagnucci), e hanno ulteriormente negato il numero identificativo sulle divise dei poliziotti.
Benedizione che diventa poi complicità, sostegno e protezione. A partire dalla presenza dei ministri Fini e Scajola nella sala operativa della questura di Genova nei giorni del G8, fino alla bocciatura della costituzione di una commissione d’inchiesta con il non voto determinante di Luciano Violante.
Ma per alcuni dei diretti protagonisti diventa anche premio per la carriera, interrotte solo alcune e solo in seguito alle sentenze del 2012.
Ricordiamoli:
Gianni De Gennaro, al tempo capo della polizia, attualmente presidente di Finmeccanica, con la fiducia prontamente confermata da Renzi.
Francesco Gratteri, era capo dello SCO, diventato capo dell’antiterrorismo, poi questore a Bari, prima della condanna.
Spartaco Mortola, capo della DIGOS di Genova, promosso questore ad Alessandria, poi questore vicario a Torino.
Gianni Luperi, era a capo dell’UCIGOS, promosso (da indagato) capo del Dipartimento analisi dell’Aisi, ovvero l’ex Sisde.
Ansoino Andreassi, era vicecapo vicario della polizia, diventato poi vicedirettore del Sisde.
Gilberto Caldarozzi, nel 2001 vicequestore e vice dello Sco., poi promosso a capo dello Sco (nel 2011).
Vincenzo Canterini, allora comandante del VII Nucleo speciale Mobile, condannato a 5 anni. Nel 2005 venne promosso a questore.
Filippo Ferri, era capo della Mobile della Spezia, venne trasferito a Firenze, come primo dirigente, per guidare la squadra mobile.
Oscar Fioriolli, era questore di Genova. Poi di Napoli. Dirige le “Specialità” della polizia (polfer, polstrada, polizia postale).
Ma non è solo Genova: pensiamo agli agenti responsabili della morte di Federico Aldrovandi, condannati eppure tuttora in servizio, e ai tanti altri che, dietro la forza e il potere della divisa, responsabili di violenze, abusi, fino alle morti di cittadini nelle mani dello Stato, continuano a rimanere impuniti. Ennesima dimostrazione, ce ne fosse bisogno, dell’inconsistenza della teoria delle “mele marce”: è un sistema repressivo che contempla e pratica l’abuso e la violenza, fino alla tortura o alla morte, e che fa quadrato per non pagarne conseguenze, con la complicità di tutti i responsabili, politici in prima fila.
Maurizio De Zordo
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