“Inchino da record: il regionale fa passare 7 alta velocità”. Cosi titolava Repubblica-Firenze lo scorso 18 dicembre, quando sulla linea ferroviaria Direttissima alle 8,30 il treno regionale 11682 Arezzo-Firenze, con i pendolari a bordo, è stato fermo a lungo poco dopo la stazione di Figline Valdarno per dare la precedenza ai treni dell’alta velocità, sia Frecciarossa che Italo.
Non uno, non due ma sette ‘inchini’, hanno raccontato in diretta su facebook i viaggiatori sul treno, arrivando poi alla stazione di S.M.Novella con 30 minuti di ritardo. Si è trattato di un inchino record, ma questa modalità deferente si ripete quotidianamente da anni per i pendolari del Valdarno, specialmente da nord a sud, a Firenze Rovezzano, dove c’è il vero collo di bottiglia con le interferenze fra treni ad alta velocità e treni dei pendolari, che il sottoattraversamento previsto non risolverebbe affatto e neppure gli annunciati ‘binari liberi di superficie’ o una nuova stazione, sotterranea o in superficie che sia: la strozzatura resterà comunque essendo prima dell’inizio del tunnel.
Degli inchini parla anche un bel libro ‘dalla parte dei pendolari’ recentemente uscito, Ci scusiamo per il disagio presentato mercoledì 13 gennaio alla libreria Feltrinelli Red alla presenza degli autori, invitato anche il presidente regionale Rossi. Sì, anche Rossi si è accorto in passato degli inchini, tanto da dichiarare pubblicamente, in più di un’occasione nell’estate 2014: “non firmeremo nessun contratto con Trenitalia, finché non sarà garantito che i treni regionali passino avanti all’alta velocità, i pendolari hanno diritto ad arrivare in orario”.
A quei tempi l’a.d. di Ferrovie Elia, negava gli inchini: “Non privilegiamo l’alta velocità rispetto al trasporto locale, per noi tutti i treni sono uguali, e tutti i viaggiatori sono uguali”. Nel frattempo sono passate le elezioni regionali, sono cambiati i vertici di Ferrovie, la Regione sta per firmare un contratto “ponte” della durata di ben 9 anni con Trenitalia, mentre gli “inchini” (anche record) continuano. Addirittura l’assessore Ceccarelli si è accordato con Ferrovie per la partenza della “sperimentazione” di una coppia di treni, spostandoli dalla Direttissima sulla storica linea Lenta passante per Pontassieve.
L’obiettivo della sperimentazione sarebbe quello di “migliorare la regolarità”, cioè permettere un ritardo “regolare” di massimo 5 minuti per l’allungamento della traccia tra Firenze e Figline Valdarno. In realtà, come denunciato a più riprese dal “Comitato Pendolari Valdarno Direttissima”, la sperimentazione è una forzatura pericolosa e inaccettabile, il ‘cavallo di Troia’ per spostare dalla Direttissima altri treni dei pendolari: non è con l’allungamento della tratta e dei tempi di viaggio dei pendolari che si risolvono le interferenze con l’Alta Velocità e gli inchini ai Freccerossa e Italo.
Trenitalia e Rfi devono dimostrare, a tutti i costi e in qualsiasi modo, che l’allungamento della tratta si può fare, secondo loro, limitando i ritardi entro i 5 minuti, con il treno statisticamente puntuale; invece, secondo il Comitato, la linea Lenta sarebbe un ritorno al passato di 30 anni e grave è la responsabilità politica che si è assunta l’assessore regionale Ceccarelli con questa sperimentazione, così come è assordante il silenzio dei sindaci del Valdarno, solo a parole contrari allo sfratto dalla Direttissima: i pendolari del Valdarno non devono diventare figli di un dio minore e vittime sacrificali immolate da Ferrovie al business dell’Alta Velocità. Il Comitato continuerà a dare battaglia.
*Maurizio Da Re, portavoce del Comitato pendolari Valdarno Direttissima
Maurizio Da Re
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