Emergenza casa: a Firenze molti sfratti e poche soluzioni

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La casa è un bene primario, essenziale all’autodeterminazione dell’individuo, ma da troppi anni si assiste ad una carenza di unità abitative nei grandi centri urbani sia per mancanza di immobili sia per indisponibilità di una buona parte di essi a causa, in alcuni casi, di piccoli interventi di manutenzione ordinaria.
A Firenze l’emergenza abitativa ha superato i livelli di guardia come testimoniano i numeri drammatici. Dai dati, relativi al 2016, pubblicati dal Ministero dell’Interno sugli sfratti di immobili ad uso abitativo emerge che la Toscana è al sesto posto, in Italia, per numero di sfratti convalidati dai giudici, con 4.163 convalide in attesa di esecuzione. A Firenze e provincia si registrano 1254 nuove convalide di sfratto, 4975 richieste di esecuzione e 946 sfratti già eseguiti con forza pubblica. Sotto questo aspetto si registra una netta crescita delle esecuzioni con forza pubblica: più 9,32%.Quella degli sfratti è un’emergenza che l’amministrazione ad oggi non è stata in grado di affrontare: a luglio scorso risultano in graduatoria per un alloggio popolare 2700 persone su 2198 nuclei familiari. Il Comune ha 7991 alloggi di edilizia residenziale pubblica, di cui 192 alloggi da ristrutturare al 5 luglio.

Nella nostra città ci sono circa 130 sfratti al mese e la soluzione di prassi è l’ospitalità temporanea in struttura per le donne e i minori, senza alternative per i padri. Numeri che mettono i brividi, ma l’amministrazione continua a investire su strutture costose e inadeguate, visto che il problema delle famiglie è meramente economico. Proprio su questo aspetto attendo di conoscere le risposte alle interrogazioni, riguardanti i costi affrontati per le accoglienze in struttura, che ho presentato da due mesi e sulle quali l’assessore non risponde. Per una struttura con 64 posti è stato dato un appalto di 1.474.600,00 euro, ma per motivi di bilancio sono stati bloccati gli inserimenti in struttura per chi proviene da sfratti e sgomberi, senza alternative. Dalla comunicazione degli uffici comunali del 12 giugno scorso, si legge:” “Al fine di contenere la spesa sociale […] – si ritiene improcrastinabile il blocco temporaneo degli inserimenti di persone e nuclei familiari (in particolare provenienti da sfratti e sgomberi) in qualunque struttura di accoglienza temporanea. Si dispone con decorrenza immediata l’interruzione di nuovi inserimenti, fatta salve le richieste riguardanti nuclei familiari con minori in stato di grave e pregiudizievole disagio sociale”.

La situazione non è chiara nemmeno per la cosiddetta “accoglienza di secondo livello” (o “alloggi volano”), che dovrebbe garantire a chi è in emergenza abitativa una sistemazione di un anno in attesa di un posto in casa popolare o di un affitto calmierato. E’ da gennaio che l’amministrazione annuncia 350 “alloggi volano”. L’assessore Funaro aveva garantito che alcuni sarebbero stati disponibili già da settembre. Ad oggi pochissimi lo sono, mentre tempi e modalità di assegnazione restano nella totale incertezza.Un’altra forma di sostegno all’abitazione è il contributo affitto: ogni anno vengono presentate circa 1500 domande ma solo circa 800/900 vengono accolte. Tutte appartenenti alla fascia A a cui si riconosce 1 affitto su 12. Ovviamente si tratta di una risposta insufficiente. C’è poi anche il contributo per la morosità incolpevole, dato ai proprietari di inquilini per malattia, morte, perdita di lavoro, ed altri eventi oggettivi. Tuttavia si tratta di un contributo che non trova applicazione considerato che chi sfratta non rinnova il contratto ed i nuovi proprietari non si fidano di un affittuario moroso. Su 100 domande solo circa 30 vengono accolte.

Il problema abitativo riguarda anche coloro che, come nel caso di via Castelnuovo Tedesco, hanno partecipato al bando pubblico che prevedeva affitti a canone concordato. Oggi si trovano sotto sfratto e con contratti a scadenza al marzo 2018, senza sapere cosa accadrà in quella data. In questi anni gli affitti sono lievitati, raggiungendo i prezzi di mercato. Sono così stati tutelati solo i proprietari e non gli inquilini ed ancora una volta. Con il capogruppo di Firenze Riparte a Sinistra Tommaso Grassi abbiamo presentato una mozione per affrontare e risolvere la situazione di queste famiglie, chiedendo all’amministrazione soluzioni concrete. In particolare abbiamo chiesto al Comune di garantire gli attuali inquilini, permettendo anche a coloro che hanno una capacità reddituale insufficiente di sostenere un canone di affitto a prezzo di mercato. Ma anche a garantire l’accesso ad un affitto calmierato stabile e ad impegnarsi per stipulare un nuovo accordo con la proprietà Unipol per scongiurare il trasferimento degli inquilini in altri alloggi ad affitto calmierato. Infine ad attivarsi affinché anche gli inquilini morosi, compresi in una fascia di reddito medio bassa, possano accedere ad una nuova locazione a canone concordato.

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Miriam Amato

Miriam Amato, Consigliera Comunale del Comune di Firenze,aderente a Potere al Popolo. Attiva su tematiche ambientali e sociali, dalla lotta agli inquinanti come: Pesticidi, Inceneritore, Smog, alle Grandi opere inutili: Aeroporto, Tav, Tramvia .

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