Relazione Arpat, la qualità dell’aria in Toscana è critica

scanaLa Relazione annuale sullo stato della qualità dell’aria in Toscana 2017 di Arpat, pubblicata in questi giorni, ci consegna, anche quest’anno, una serie di dati molto preoccupanti sia per l’ambiente che per la nostra salute.

Vogliamo, infatti, mettere in risalto le criticità  dell’aria in Toscana alla luce dei valori limite di concentrazione per i principali inquinanti atmosferici, suggeriti dall’OMS (Organizzazione Mondiale per la Sanità),  anziché alla luce dei valori limite definiti dalla normativa vigente (D.lgs.155/2010).

Nella Relazione Arpat c’è un doppio binario di valori limite, che sembra fatto apposta per generare equivoci, in un tema complesso e decisivo, per la salute e per l’ecosistema, come l’inquinamento.

La situazione della qualità dell’aria in Toscana non rispetta complessivamente le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ed il PM 2,5 da dieci anni supera costantemente i valori limite dell’OMS. Stiamo parlando di un inquinante, associato ad aumentato rischio di malattie cardiovascolari, di  malattie polmonari, cancro del polmone incluso,di malattie renali, associato ad aumentato rischio di diabete di tipo 2, un inquinante che in Italia, nel 2014, ha causato, 59.630 morti premature (Air quality in Europe 2017 report, European Environment Agency, Eea).

Anche il benzo(a)pirene, (che fa parte degli idrocarburi policiclici aromatici una classe di sostanze  classificate dalla IARC, International Agency for Research on Cancer, possibili o probabili cancerogeni per l’uomo), ove monitorato, ha mostrato diversi sforamenti.

Il PM 2,5 e il benzo(a)pirene, appartengono alle cosiddette sostanze “senza soglia”, sostanze di cui non è possibile individuare livelli di sicurezza, di cui è indispensabile che le emissioni e le esposizioni siano evitate o ridotte al minimo, come espresso dai valori limite OMS.

Vediamo in estrema sintesi le criticità più importanti, dal punto di vista dei valori limite OMS, senza ripetere le osservazioni sulle tre criticità (PM10, Ozono, NO2) espresse nella sopramenzionata, e molto interessante, Relazione annuale sullo stato della qualità dell’aria in Toscana 2017 di Arpat, secondo i valori limite definiti dalla normativa vigente (D.lgs.155/2010):

PM 2,5: tutti i valori medi di PM2,5 registrati nel 2017 in tutte le stazioni di rilevamento, sono superiori  a 10 μg/m3 (limite di riferimento ‘health based’ per il PM 2,5 dell’OMS) eccetto che per due stazioni di fondo ( GR-UrSS e LI-Cappiello).

PM 2,5: tutte le medie annuali  di PM 2,5 registrate negli ultimi dieci anni, dalle stazioni di Rete Regionale, dal 2007 al 2017, sono superiori al limite di riferimento dell’OMS, eccetto due rilevazioni (vedi grafico 4.2.6, pg 41).

–  PM 10: 9 stazioni di traffico su 10 hanno registrato una media annuale superiore a 20 μg/m3 (limite di riferimento ‘health based’ per il PM 10 dell’OMS), mentre per le stazioni di fondo la situazione è migliore infatti 12 stazioni su 23 hanno registrato media annuale superiore al limite dell’OMS e 11 hanno registrato una media pari o inferiore ad esso.

NO2a Firenze, ci sono due centraline, Fi Gramsci e Fi Mosse, che superano costantemente i valori limite, da dieci anni, e così nel 2017. Per il biossido di azoto il valore limite suggerito dall’OMS coincide con quello della normativa nazionale vigente (D.lgs.155/2010).

NO2: nelle stazioni di traffico toscane negli ultimi dieci anni, tutte le medie annuali sono caratterizzate da valori elevati, con il valore massimo ben lontano dal rispetto del valore limite (vedi grafico 4.3.6, pg.54).

Ozono: il 95% della popolazione urbana europea è esposta a livelli di ozono superiori alle linee guida dell’OMS e la Toscana non fa eccezione. Il 69% delle superfici agricole del nostro continente è interessato da concentrazioni più elevate rispetto ai valori-obiettivo fissati dall’Unione Europea per la protezione della vegetazione.

Benzene: le stazioni di traffico toscane hanno registrato medie annuali superiori al valore limite OMS.

Benzo(a)pirene:  in tutte le zone dove è stato attivato il monitoraggio, i valori medi sono risultati superiori al valore di riferimento stimato (non valore guida) dell’OMS, eccetto che per la zona costiera dove presso 2 stazioni su 3 la media annuale è inferiore a questo valore.

I valori limite cui riferirsi,  verso cui tendere, anche dal punto di vista della comunicazione, devono essere quelli dell’OMS, che salvaguardano la salute e l’ambiente, ma che sono molto indigesti ai governi.

Per questo motivo, l’OMS ha convocato la prima Conferenza internazionale sull’inquinamento atmosferico e la salute a Ginevra (30 ottobre – 1 novembre 2018), per riunire governi e partner in uno sforzo globale per migliorare la qualità dell’aria e combattere il cambiamento climatico.