Coronavirus, il decalogo delle certezze

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Per orientarsi e mettere ordine nel bombardamento di disinformazione e di voci incontrollate sul Covid-19, per gestire e mitigare la paura con informazioni attendibili, pubblichiamo sotto forma di decalogo, quanto affermato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, il 3 marzo e il 5 marzo 2020. Questo per avere una visione globale dell’epidemia. Per una visione focalizzata sulla Italia,  consigliamo il sito Epicentro dell’Istituto Superiore di Sanità. E per restare informati a livello mondiale, vedere ncov2019.live.

C’è ancora molto che non sappiamo, ma ogni giorno stiamo imparando di più. 

Dalle Osservazioni di apertura del Direttore Generale dell’OMS al briefing dei media su COVID-19

1- L’epidemia di Covid-19 diventa sempre più complessa ed è una minaccia per ogni paese ricco o povero. Ma ci sono anche risultati incoraggianti. I numeri. Data la situazione in rapida evoluzione i numeri come  le informazioni rischiano di essere continuamente superati. Al 7 marzo il numero globale di casi confermati di COVID-19 ha superato i 100.000. Al 5 marzo erano  95.265 casi segnalati a livello globale e 3281 decessi.  In Cina i casi diminuiscono: solo 143 casi nelle ultime 24 ore (al 5 marzo). Al di fuori della Cina: 2055 casi in 33 paesi. Di questi casi circa l’80% proviene da soli tre paesi: la Repubblica di Corea (i casi segnalati sembrano in calo), la Repubblica islamica dell’Iran e l’Italia. Preoccupante è il numero crescente di paesi che segnalano casi. Ci sono 21 paesi con un solo caso. 115 paesi non hanno segnalato alcun caso. 5 paesi che hanno segnalati casi non hanno segnalato nuovi casi negli ultimi 14 giorni. Il trend di quest’ultimi paesi e della Cina  stanno dimostrando che la diffusione del virus può essere rallentata e l’impatto può essere ridotto. 

 2Il virus Covid 19, è un virus unico con caratteristiche uniche, cioè non è SARS (sindrome respiratoria acuta grave, Severe acute respiratory syndrome), non è MERS (sindrome respiratoria mediorientale, Middle East respiratory syndrome) e non è influenza.

3COVID-19 causa una malattia più grave dell’influenza stagionale. Perché, a differenza delle influenze stagionali, nessuno ha sviluppato un’immunità. Per questo più persone sono suscettibili alla infezione e alcune vanno incontro a malattie gravi. Fra i più vulnerabili ci sono gli over 70, con più patologie.

4Covid-19 uccide  3 volte più dell’influenza. A livello globale, circa il 3,4% dei casi riportati di COVID-19 è deceduto. In confronto, l’influenza stagionale generalmente uccide molto meno dell’1% di quelli infetti. Quindi Covid-19 è una malattia grave, che non è mortale per la maggior parte delle persone, ma può uccidere. Quanto sarà letale dipende non solo dal virus stesso, ma anche da come rispondiamo ad esso.

5- Altre 2 differenze importanti tra COVID-19 e influenza: la prima è che COVID-19 si diffonde in modo meno efficiente rispetto all’influenza; la seconda è che la trasmissione non sembra essere guidata da persone che non sono malate ( a differenza dell’influenza). Infatti, stando alla esperienza della Cina, il 99% delle persone che hanno trasmesso il virus Covid-19 erano malate. Solo l’1% non presentava sintomi, che poi sviluppava in 2 giorni.

6- Queste differenze spiegano perché non possiamo trattare COVID-19 esattamente allo stesso modo in cui trattiamo l’influenza.

7- Somiglianze fra Covid-19  e influenza: entrambi provocano malattie respiratorie e si diffondono attraverso piccole goccioline di liquido dal naso e dalla bocca di qualcuno che è infetto.

8- Per Covid-19 non ci sono ancora vaccini o terapie, ma sono in corso studi clinici per terapie e sono in fase di sviluppo oltre 20 vaccini. Date queste carenze è indispensabile mettere  in atto un approccio globale, che consiste in drastiche misure di contenimento,  zone rosse,  tracciamento dei contatti, norme igieniche, dispositivi di protezione individuale (DIP), quarantena etc.  E’ altresì indispensabile formare operatori sanitari per identificare i casi ed educare le persone affinché conoscano quali sono i sintomi e sappiano come proteggere se stessi e gli altri.  Be ready per Covid- 19 è una campagna lanciata dall’OMS sui social media, per esortare le persone a essere sicure, intelligenti ed informate.

9- Molti operatori sanitari vengono colpiti da Covid-19. Ciò accade anche per la grave carenza, a livello mondiale, di dispositivi di protezione individuale (DIP), per l’aumento della domanda, per l’accaparramento e per l’uso improprio. Così medici, infermieri e altri operatori sanitari in prima linea sono pericolosamente mal equipaggiati per la cura dei pazienti COVID-19, per la carenza di forniture come guanti, maschere mediche, respiratori, occhiali protettivi, visiere, camici e grembiuli. L’OMS stima che ogni mese saranno necessari 89 milioni di maschere mediche per la risposta COVID-19; 76 milioni di guanti da visita e 1,6 milioni di occhiali.

10- Non ci deve essere carenza  di solidarietà.  Tutti noi dobbiamo lavorare insieme, dice l’OMS, per proteggere le persone vulnerabili delle nostre comunità. Sviluppando piani di azione nazionali, garantendo assistenza e finanziamenti (erogati dalla Banca mondiale e dal Fondo monetario internazionale), a tutti i paesi colpiti da Covid-19. Per cambiare la traiettoria di questa epidemia, è indispensabile un approccio, collettivo, coordinato e globale, che coinvolga l’intero meccanismo del governo.

*Gian Luca Garetti

 

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Gian Luca Garetti

Gian Luca Garetti, è nato a Firenze, medico di medicina generale e psicoterapeuta, vive a Strada in Chianti. Si è occupato di salute mentale a livello istituzionale, ora promuove corsi di educazione interiore ispirati alla meditazione. Si occupa attivamente di ambiente, è membro di Medicina Democratica e di ISDE (International Society of Doctors for the Environment).

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