Il delitto di via Crispi 21

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Napoli, un commissario, tre donne assassinate, una scritta lasciata sui corpi.

In una Napoli dove fervono i preparativi per l’imminente arrivo di Hitler, tre donne vengono assassinate e il commissario Sorrentino è chiamato ad indagare per capire cosa accade e se sta agendo un serial killer, visto che le assassinate sono accomunate dagli stessi segni inferti sui corpi. Un’indagine che si rivela come un “capitone viscido”.

La lettura di questo noir non solo ci fa scoprire un commissario ad alto tasso di umanità, ma ci fa conoscere un’autrice che è da considerare tra i più interessanti nel panorama noir italiano.

Certo l’ambientazione partenopea risulta essere un valore aggiunto a una trama già di per sé interessante. Quanto viene descritto è reso ancora più attrattivo dal dialetto colorito, ad esempio in qualunque altra lettura avremmo trovato “le suore” in questo caso troviamo  “le cape di pezza”.

Con Il delitto di via Crispi n. 21 ci troviamo di fronte ad un mosaico, ad un riuscito intreccio. Tra indagine sociale, essendo un noir non potrebbe essere diversamente, e una viaggio attraverso Napoli, “una città che non dorme mai”. Una Napoli suggestiva per i suoi colori, i suoi rumori, i suoi profumi, per il Vesuvio, per la vista del golfo, per le crocchè di patate, le pastacresciute bollenti, i friarielli e non potevano certo mancare i dialoghi da un balcone all’altro o i femminielli e ‘na tazzurella ‘e cafè; ma anche bellezze sconosciute come le fontane o i ragazzini di strada che riconoscono l’appartenenza, o meno, alle forze dell’ordine attraverso il fiuto allenato a riconoscere guai.

Abbiamo all’inizio semplicemente accennato alla figura di questo commissario, è quindi giusto spendere qualche parola in più. Il commissario Sorrentino non si fa sopraffare dal fatalismo napoletano, “a volte le cose si combinano” e, da buon investigatore, scruta negli occhi in quanto essi rivelano il lato nascosto dello stato d’animo. Insofferente verso l’ipocrisia e, proprio per questo, viene ostacolato nelle indagini da un fascismo, con la polizia politica, che si mette di traverso. Un commissario che ha una relazione, invisa a molti, con una ex prostituta. Mettendo in evidenza i suoi tormenti, i sensi di colpa, le risposte mancate rispetto alla morte/”suicidio” della sua Ester, la donna con cui ha una relazione, la sua umanità diviene elemento centrale.

Una speranza: prossimamente aspettiamo di nuovo il commissario Sorrentino.

*Edoardo Todaro

Lidia Del Gaudio, Il delitto di via Crispi n. 21, Fanucci, Roma 2019, pp. 271,  euro 13.30 

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Edoardo Todaro

Oltre a svolger la propria militanza tra realtà autogestite (CPA) e sindacali (delegato RSU Cobas presso Poste spa) è appassionato di letture, noir in particolare. È tra i collaboratori, con le proprie recensioni, del blog Thriller Pages

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