La Città invisibile racconta lo sciopero dei lavoratori e delle lavoratrici di Eataly tenutosi il 30 e il 31 agosto nella sede di Firenze. Dopo il video potete leggere le loro motivazioni.
Alcuni lavoratori del punto vendita fiorentino di Eataly hanno scioperato, sostenuti dai Cobas, e hanno invitato i potenziali clienti a boicottare la catena di gastronomie di Oscar Farinetti, amico e grande sostenitore di Renzi. Numerosi i motivi dello sciopero, ma il principale è il mancato rinnovo del contratto a quasi metà dei 120 lavoratori che erano impiegati nel dicembre 2013 al momento dell’apertura, tra l’altro il 90% del personale ha contratti a termine tramite agenzie interinali.
Lo sciopero, il primo in Italia all’interno della catena Eataly, non ha lasciato indifferenti i vertici dell’azienda preoccupati più per il danno di immagine che per le condizioni del lavoratori, dopo che la notizia dello sciopero aveva trovato spazio in tutti gli organi di informazione.
Francesco Farinetti, figlio del patron Oscar, è subito arrivato a Firenze e ha firmato un accordo con la sola CGIL con l’annunciata stabilizzazione di 50 lavoratori a gennaio 2015 che si aggiungerebbero ai 22 attualmente a tempo determinato. Tra numeri che si inseguono e che non tornano e un accordo che ancora non è visionabile per intero ma soltanto annunciato dai sindacalisti CGIL, l’unica sicurezza è una gestione della forza lavoro a dir poco approssimativa: è Natale si assume un sacco di gente e poi vediamo come va, che sia stato uno spot per l’amico Renzi? In questo caso il favore è stato restituito abbondantemente con tanto product placement da parte del premier in favore di Eataly.
Chiaramente non tutto deve essere stato brillantemente risolto come la stampa fiorentina aveva già sancito, dato che ieri è sceso Oscar Farinetti in persona e ha di fatto cancellato l’idea del figlio Francesco del manifesto antisciopero, che tante polemiche aveva suscitato, già sottoscritto da una parte dei lavoratori e che richiedeva una presa di posizione firmata e pubblica contro lo sciopero, quindi di fatto contro i colleghi che avevano scioperato.
Una pacca sulla spalla dal padre e anche l’ad torna ad essere un “ragazzo” come vengono chiamati i lavoratori all’interno della catena Eataly. Noi eravamo presenti il 30 e abbiamo ascoltato le voci dei dipendenti di Eataly e dei Cobas che li hanno aiutati a promuovere lo sciopero.
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Di seguito il testo di convocazione dello sciopero
Abbiamo deciso di scrivere queste righe, da dipendenti di Eataly, conseguentemente alla notizia del nostro “licenziamento”, o, più formalmente, al non rinnovo del contratto. Andando con ordine, vorremmo cominciare sottolineando tre punti molto forti tratti dal Manifesto dell’Armonia di Eataly:
2. il primo modo per stare in armonia con le persone è saper ascoltare cercando spunti per cambiare o migliorare le proprie idee.
7. il denaro può allontanare dall’armonia. Bisogna avere sempre ben presente che il denaro è un mezzo e non un fine. Deve essere meritato.
9. l’armonia con le cose si ottiene ben sapendo che le cose sono di gran lunga meno importanti delle persone. Molto importante è invece la natura. Il primo modo per esserne in armonia è rispettarla.
Frasi semplici alla comprensione: le persone sono importanti, vanno sapute ascoltare, il denaro non è che un mezzo. Lasciando per ultimo il tema “monetario” ci chiediamo se le parole, queste parole, abbiano un senso. Eataly Firenze non ha mai conosciuto un’assemblea aziendale, mai e sotto nessuna forma. L’ultima volta che siamo stati tutte e tutti nella stessa stanza è stato il primo giorno di lavoro. Ricordiamo come siamo stati informati, tra una nozione di sicurezza antincendio e una di normative Haccp, del fatto che, appena possibile, avremmo avuto anche la possibilità di darci una rappresentanza sindacale. Ma se non sono previste assemblee aziendali, figuriamoci assemblee sindacali!
Eppure, di motivi per riunirci, l’azienda ne avrebbe in quantità: informarci dei cambiamenti in atto, renderci partecipi delle scelte riguardarti il personale, comunicarci anche sinteticamente il progetto dell’azienda… Non è normale infatti che un azienda, un’azienda fiorente ed in piena espansione, conti all’inaugurazione oltre 120 dipendenti e che, a meno di un anno dall’apertura, ne conti la metà. Su questo drastico taglio nessuna spiegazione è stata data a noi lavoratori. Né sui motivi per cui si debba venire a sapere dei turni settimanali con sole 24 ore di preavviso, né su tanti altri cambiamenti che si sono susseguiti da quel 14 Dicembre 2013 ad oggi.
Eppure siamo persone, e dovremmo, secondo la filosofia dell’azienda, essere importanti. Di gran lunga più importanti delle cose. E meno importanti delle cose, ci verrebbe da dedurre, sono i soldi… in fondo, sono solo un mezzo. Però la realtà non sta affatto così: noi siamo solo soldi, numeri, voci di spesa. Nessuno ci ha mai considerato davvero persone, ma ingranaggi da inserire nel “modello Eataly”, un modello basato sulla grande distribuzione di prodotti alimentari, una macchina in crescita che non può incepparsi sugli individui.
Ed è qui che arriva il discorso monetario. Eataly prevede nuove aperture a Piacenza, Verona e Trieste. E poi Londra, Mosca, San Paolo… insomma, parrebbe che quel che si dice sulla nostra azienda sia vero. Perché si parla di Eataly come di un’azienda modello, che cresce mediamente nel fatturato di oltre il 33%, un’azienda “che vince tutte le sfide”, per citare i giornali. Ma vogliamo proprio prendere le parole rilasciate dal nostro datore di lavoro, Oscar Farinetti: “Eataly fattura in Italia 100 milioni di Euro. Prevediamo di arrivare a 200 milioni nel 2014.” L’ottimismo è il profumo della vita!
Ma allora perché il negozio di Firenze è aperto meno di un anno fa con più di 120 dipendenti, ora ne conta solo una sessantina? Perché si sta contraendo sempre di più il personale, costringendo talvolta a turni estenuanti i colleghi che si trovano a dover coprire il lavoro (che non manca!) dei dipendenti espulsi, mentre in altri reparti non si concede un’ora di straordinario neanche a chi la richiede?
Solo nell’ultimo mese accanto al nome di oltre 13 dipendenti è stato scritto “OUT”. 13 persone sono state lasciate, senza troppi fronzoli, senza lavoro. Abbiamo il diritto di sapere in che direzione va la nostra azienda, ce lo abbiamo in quanto dipendenti, ma ancora di più ce lo abbiamo se vediamo negato il nostro diritto di lavorare. Purtroppo alle continue richieste l’azienda ha sempre risposto freddamente e duramente, rifiutandosi non solo di convocare un’assemblea aperta a tutte e tutti i dipendenti così da avere risposte sul nostro futuro e, magari, potere anche dire la nostra, ma per di più la notizia del mancato rinnovo ci è stata fatta pervenire tramite i responsabili di reparto.
Quale serietà dimostra la dirigenza di Eataly rifiutandosi di incontrare i dipendenti che decide di licenziare? Per tutto ciò abbiamo deciso di convocare uno sciopero per le giornate di Sabato e Domenica 30 e 31 Agosto, per richiedere il ripristino delle condizioni di una sana relazione tra azienda e lavoratori, tramite una rappresentanza sindacale che possa evidenziare le numerose problematiche riguardanti le condizioni di lavoro e l’organizzazione dei turni, e soprattutto per difendere il diritto ad un lavoro che sia dignitoso.
Francesca Conti
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