Lo smog non è più nella cosiddetta “agenda politica” del Comune di Firenze e della Regione Toscana. Eppure in altre città italiane si continua a parlare di superamenti del Pm10 nell’aria, di blocchi del traffico, di isole pedonali e domeniche ecologiche. Eppure è nota la diretta correlazione dello smog con patologie respiratorie, cardiovascolari e tumorali negli adulti e nei bambini. Eppure nei giorni scorsi sono venuti alla ribalta il Ratto delle Sabine, il Battistero e la facciata della Biblioteca Nazionale proprio per i danni causati dallo smog e da agenti atmosferici.
I motivi di questa “emergenza dimenticata”sono numerosi, purtroppo, e alcuni propriamente locali.
Intanto c’è l’annosa questione delle centraline di monitoraggio del PM10. Dal 2010, in base alle normative regionali susseguitesi negli anni, vengono considerati come rappresentativi della qualità dell’aria solo i dati delle centraline “di fondo”, che sono collocate in zone più volte criticate, come i giardini di Boboli e di viale Bassi e a Scandicci, mentre le centraline “da traffico”, collocate in via Ponte alle Mosse e in viale Gramsci, vengono ignorate ai fini dei superamenti di legge e quindi dei provvedimenti antismog, contingibili e urgenti. Non stupisce che nel 2013 le centraline “da traffico” abbiano superato i limiti dei 35 giorni consentiti annualmente (46 a Mosse e 36 a Gramsci), mentre le centraline “di fondo” siano rientrate abbondantemente nei limiti (17 a Bassi, 18 a Boboli e 22 a Scandicci).
Nel 2014 i dati delle centraline segnalano un netto miglioramento, visto che da gennaio a oggi (aggiornamento al 27 novembre) i superamenti del Pm10 sono insignificanti: da 0 (zero) di Boboli e Scandicci ai 5 di Mosse e 9 di Gramsci (i 24 giorni di Signa non pesano nel conteggio perché la “nuova” centralina di fondo non è stata ancora riconosciuta dalla Regione). I dati delle centraline farebbero quindi pensare a un netto miglioramento della qualità dell’aria di Firenze fra il 2013 e il 2014, specialmente se messa a confronto con altri anni precedenti. Ma non è credibile che il miglioramento sia dovuto all’efficacia antismog di misure e provvedimenti adottati (quali?), mentre è molto probabile che sia dovuto alla crisi economica, che limita le auto per strada, e soprattutto al mutamento radicale delle condizioni climatiche e atmosferiche, perché pioggia e vento puliscono l’aria, anche se a carissimo prezzo, con bombe d’acqua e allagamenti.
I calo dell’attenzione dei mass-media e della classe politica in Toscana è dovuto anche ad altro. Nei giorni scorsi la Corte d’Appello di Firenze ha confermato le assoluzioni dell’ex presidente della Regione Toscana, Claudio Martini, e dell’ex sindaco di Firenze, Leonardo Domenici, che erano stati accusati dalla Procura di non aver contrastato a sufficienza l’inquinamento da PM10 e da biossido d’azoto negli anni successivi al 2005. Anche il processo di primo grado si era chiuso nel maggio 2010 con l’assoluzione degli imputati, perché il fatto non sussiste e perché non vi sarebbe stata alcuna emergenza sanitaria, nonostante la procedura di infrazione aperta dalla Commissione Europea nel 2008 per il mancato rispetto dei limiti in varie regioni italiane, Toscana inclusa. Nel settembre scorso la Commissione europea ha aperto una nuova procedura di infrazione nei confronti dell’Italia per il superamento dei limiti delle polveri sottili in dieci regioni, fra cui ancora la Toscana. Ma di recente in Europa si starebbe cambiando la politica antismog, in negativo. Il 12 novembre scorso, infatti, il Presidente della Commissione Europea Juncker ha presentato a Renzi, in qualità di Presidente del Consiglio dell’Unione Europea, la proposta di “Programma di lavoro per il 2015”, da cui emerge il“taglio” dalle priorità del cosiddetto “Pacchetto Aria”, che contiene nuove proposte legislative e limiti più rigorosi per migliorare la qualità dell’aria degli Europei.
Visto l’importante ruolo svolto dall’Italia in questo semestre europeo, molte associazioni ambientaliste e di medici hanno chiesto al Governo italiano di respingere la richiesta di Juncker, invitando così la stessa Commissione a utilizzare il lavoro e le proposte della Commissione precedente. Per adesso non c’è stata risposta dal premier Renzi, ma è utile ricordare l’approccio antismog del già sindaco di Firenze, approccio che ha avuto forti ricadute in questi anni a Firenze. All’inizio del suo mandato nel 2009 Renzi dichiarò in una intervista che “il Piano antismog è il programma di mandato” e che “la vera rivoluzione non sta in un piano ma nei fatti concreti: mettere in moto le tramvie, fare la gara per rinnovare completamente il parco Ataf, acquistare molti più bussini elettrici, rifare le piste ciclabili di sana pianta, scommettere sulla mobilità elettrica, creare una ferrovia metropolitana di superficie..”. Di questi “fatti concreti” a Firenze si è visto ben poco, ivi compreso il più volte annunciato “bike sharing”.
Servirebbe una maggiore volontà politica nella realizzazione di molti progetti, interventi contingibili e soprattutto strutturali, più volte enunciati anche negli atti amministrativi, ma poco perseguiti, anche per limiti nelle risorse finanziarie destinate alla mobilità pubblica, elettrica, sostenibile e alle fonti rinnovabili a basso impatto ambientale, alta efficienza e risparmio energetico. Non ci sarebbe da inventarsi niente di nuovo, ci vorrebbe solo più concretezza e che alle parole seguissero i fatti. Senza affidarsi a Giove pluvio e alle micidiali – ma per lo smog provvidenziali – bombe d’acqua.
Maurizio Da Re, attivista della rete NoSmog e del Comitato pendolari Valdarno Direttissima
Maurizio Da Re
Ultimi post di Maurizio Da Re (vedi tutti)
- Dall’imbroglio ecologico al riscaldamento globale - 14 Ottobre 2024
- Tramvie e Tav le priorità di Nardella nel bilancio di previsione 2021 - 8 Febbraio 2021
- Recovery Fund: una ricca torta per Firenze e la Toscana? - 18 Dicembre 2020