Quest’anno, arrivati a scuola ci siamo trovati in a fronteggiare l’ultimo attacco al sistema scolastico, senza tempo per digerire la notizia e con una buona parte dell’opinione pubblica, persino studenti e professori, contro di noi.
Il problema era più complesso del solito, perché la riforma La Buona Scuola non riproponeva i soliti tagli, o meglio, i tagli ci in sono, come sempre, ma vengono in parte compensati dai finanziamenti delle aziende private. Così ci siamo messi al lavoro e il 10 Ottobre il primo corteo dell’anno, formato da 2000 studenti, si è concluso dentro il liceo Machiavelli Capponi, dando inizio alla prima di una serie di occupazioni che giorno dopo giorno sono aumentate di numero, coinvolgendo attivamente anche gli istituti tecnici e professionali oltre ai soliti licei del centro.
Abbiamo cercato, con risultati insperati, di coinvolgere le fasce più toccate dalla crisi culturale ed economica, che solitamente restano escluse dalle mobilitazioni studentesche e in cui si aggira, perciò, un fascismo strisciante.
Il 16 ottobre siamo stati caricati dalla polizia in assetto anti-sommossa in Via della Vigna, evento che non si verificava dal 2008, ma non sono riusciti a fermare la protesta radicale alla riforma, né con i manganelli né con le denunce. Infatti il 14 novembre siamo tornati in piazza coi lavoratori dopo che, qualche giorno prima, attraverso un presidio avevamo ottenuto di essere ascoltati dai rappresentanti del Miur.
Oggi stiamo ancora lottando per ribadire il nostro dissenso; il 5 Maggio siamo stati in piazza in più di 1500, insieme ai professori, sia quelli che c’erano dall’inizio sia quelli che si sono uniti da poco alla protesta. Il 12 maggio organizzeremo un boicottaggio diffuso delle prove INVALSI, perché, perfettamente in linea con la riforma, sono uno strumento per trasformare la scuola in un’azienda sforna-impiegati, che vuole ridurre l’istruzione dentro le logiche del profitto.
Noi studenti non acetteremo mai una riforma calata dall’alto (nonostante la farsa delle consultazioni online) che: svilisce il ruolo e la preparazione dei docenti, costringendoli a muoversi persino da una regione all’altra per essere assunti a insegnare materie diverse da quelle che hanno studiato per anni, riduce ulteriormente i loro stipendi e assimila la loro carriera a quella di un qualsiasi impiegato statale, toglie potere agli organi collegiali per darlo invece ai presidi e ai privati facoltosi che sceglieranno di investire nell’istituto, aumenta a 200 all’anno le ore dei tirocini (obbligatori e non retribuiti) per gli studenti degli istituti tecnici e professionali, punta sulla “meritocrazia”, un valore quanto mai falso e classista in una società in cui chi viene da una famiglia agiata può permettersi una cultura mentre gli altri crescono a pane e Grande Fratello.
Chiediamo e chiederemo che questo disegno di legge venga stracciato e che si cominci a parlare della Legge d’Iniziativa Popolare Per una buona scuola per la Repubblica, che gli studenti e i professori vengano consultati, seriamente senza bisogno di rappresentanti o di crocette su un foglio digitale; insomma, vogliamo che di scuola si parli seriamente, perché vediamo nell’istruzione un mezzo per influire sulla società, in modo da renderla più giusta, egualitaria, libera e aperta.
*Un membro del Collettivo Autogestito K1 Machiavelli Capponi
Collettivo K1
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