Con Inverno rosso ci imbattiamo nell’ultimo romanzo di Luca Rinarelli. É condivisibile l’inserimento, da parte della casa editrice Eris, del sottotitolo “romanzo noir”. L’ambientazione e i protagonisti si sovrappongono, anzi si potrebbe dire che al centro di questo noir si trova proprio il contesto sociale da cui muove l’azione del romanzo.
Ci troviamo nell’anno 2000, ma il tutto parte dal 1989, momento storicamente importante per gli eventi che si vennero a produrre. Come non ricordare la caduta del muro di Berlino e la contemporanea esplosione/implosione dei paesi dell’est Europa, con tutto ciò che ne è seguito? Il romanzo ci introduce proprio in quegli eventi, o meglio nei loro effetti collaterali. Agenti dei servizi che si sono ritrovati “disoccupati” e che cercano, o meglio si offrono a nuovi padroni cui prestare le proprie conoscenze in materia di eliminazione di persone. Se prima ciò avveniva per motivi geopolitici, la nuova situazione li porta a diventare prestatori d’opera a cui deve interessare esclusivamente il compenso da ricevere, e a ignorare il motivo delle loro azioni. Esattamente quello che che accade ai due personaggi del romanzo, due uomini provenienti dai servizi della DDR (Germania dell’Est) che se “ai tempi gloriosi erano assieme” oggi si ritrovano a fronteggiarsi.
Visto che si parlava del contesto sociale come elemento che dà valore al romanzo, altra protagonista del romanzo è la città in cui si svolge il tutto. Una città vale l’altra? Può anche darsi, ma in questo caso no. Certo, la scelta poteva ricadere su altri luoghi che in qualche modo hanno avuto, e hanno, situazioni simili; ma in effetti Torino appare la più appropriata per descrivere i passaggi che la crisi economica scandisce nel tessuto di una città.
Torino. Una città abbandonata da chi fino a poco tempo prima dettava i ritmi positivi e negativi, la FIAT, con conseguenze che ricadono su tutti. Una città in piena crisi economica e sociale, come del resto tantissime altre, e dove i senza dimora, altra “categoria umana” al centro del libro, aumentano a dismisura. Se fino a poco tempo fa il fenomeno era ristretto a casi particolari, per esempio alla scelta individuale in stile clochard o a emarginazione dovuta a elementi di disagio psichico, oggi una città come Torino si deve misurare con decine e decine di individui espulsi dal ciclo produttivo che non riescono a conciliare la loro nuova situazione con rapporti familiari condizionati da una situazione obbligata.
La solidarietà di “vicinato” non può essere sufficiente a reggere l’urto, per cui oltre all’espulsione lavorativa, in età ormai impossibile nel cercare nuova occupazione: troppo presto per andare in pensione, troppo tardi per trovare un nuovo lavoro (e poi quale, vista la crisi che attanaglia tutti i settori nessuno escluso), si assiste a fenomeni sempre più diffusi di disagio sociale. Fenomeni a cui nessuno è in grado di rispondere in modo adeguato e a cui qualcuno dovrà pur provvedere: e chi se non coloro che, muovendosi tra poteri forti e interessi più o meno misteriosi, si ergono a difensori della tranquillità; a “ripulitori” di quanto può risultare sgradevole a vedersi, di un “fastidio” divenuto insopportabile a tal punto da dover essere eliminato.
Accade in una città coinvolta in tutti i suoi quartieri, con una trasformazione che non ne ha escluso nessuno: in questo senso Inverno rosso è anche una guida attraverso i quartieri di Torino, dove solo qualcosa ancora si salva, dai centri sociali ai locali di musica alternativa. Una sorta di “Correndo attraverso Torino”, sulla falsariga di Xu Zechen in Correndo attraverso Pechino o, azzardando qualche paragone, la Marsiglia di Jean-Claude Izzo.
Detto questo, non rimane che leggerlo questo romanzo, e vedere quanto sono vicini i meccanismi che la crisi economica e sociale innesca, e quanto sia difficile uscirne.
Luca Rinarelli, Inverno rosso, Eris edizioni, Torino 2014
*Edoardo Todaro, libreria Majakowskij CPA-Fi sud
Edoardo Todaro
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