Antonin Varenne, L’arena dei perdenti

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Da poco in libreria, almeno in Italia, l’ultimo libro del francese Varenne L’arena dei perdenti. Iniziato a leggere, non riesci a capire quali risvolti si possono nascondere in un ring: scommesse o altro, ma il tutto legato, obbligatoriamente, al mondo della malavita. Dopo poco ti accorgi di trovarti invece a capire dove sia il nodo che tiene assieme l’oggi con il passato. A questo punto non si può fare a meno di considerare che due tra i principali temi che vengono affrontati dagli autori noir francesi sono: da una parte le periferie, conosciute come banlieue, con le loro rivolte e contraddizioni, dall’altra un affondo su cosa abbia voluto dire l’Algeria colonizzata e che lasciti si è portata dietro. In L’arena dei perdenti ci troviamo nel secondo filone.

L-arena-dei-perdenti-di-Antonin-Varenne-620x372Prima di Varenne, altri scrittori hanno utilizzato la questione “algerina” per i propri romanzi. Due sono, secondo me, degni di essere citati: Didier Daenickx con A futura memoria (pubblicato in Italia nel 1984 per gli Oscar Mondadori) e Jean-Marc Ligny con Guerra santa (2001 per Fanucci). Il testo di Varenne ci restituisce un noir che mette non solo in rilievo gli avvenimenti che contraddistinsero l’occupazione francese dell’Algeria e la repressione del movimento di liberazione guidato dal FLN (e su questo non può non venire alla mente il film “La battaglia di Algeri”), ma anche quanto quegli avvenimenti abbiano lasciato un segno indelebile.

In questo contesto si svolgono i fatti descritti nel romanzo tra un incontro di pugilato, torture nei confronti dei civili algerini, il Fronte Nazionale, la Cabilia ecc. Ma questo noir ci porta anche a scandagliare quale sia il rapporto tra vittime e carnefici, se esiste o meno, al di là del legittimo diritto all’odio, anche un diritto alla vendetta.

Per dirla con Daeninckx: “Dimenticando il passato siamo condannati a riviverlo”. Un noir che fa capire meglio di tanti altri saggi, quanto ancora sia da sviluppare un percorso per “fare i conti “con i propri errori, con le tragedie derivate da determinate scelte. Questa seconda uscita di Varenne supera di gran lunga la precedente e ci consegna, senza ombra di dubbio, uno scrittore di primo piano che entra a pieno titolo tra gli autori francesi più attenti nel riuscire a gestire al meglio l’intreccio storico-sociale vs il classico giallo … Dei migliori.

Antonin Varenne, L’arena dei perdenti, Einaudi stile libero, Torino 2013. Pp. 304 € 18.00

*Edoardo Todaro, libreria Majakowskij CPA-Fi sud

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Edoardo Todaro

Oltre a svolger la propria militanza tra realtà autogestite (CPA) e sindacali (delegato RSU Cobas presso Poste spa) è appassionato di letture, noir in particolare. È tra i collaboratori, con le proprie recensioni, del blog Thriller Pages

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