San Silvestro non era un gran santo. Infatti il giorno dedicato a lui è ultimo in fila. Ma perché gli ultimi saranno i primi, allora eccolo tra i giorni più ricordati, più festeggiati. Festeggiati in maniera corrispondente all’ultimo giorno dell’anno, con le energie esaurite, con istinti bassi in sopravento sul silenzio e riflessione.
Ma c’e un posto di riparazione del suo destino. C’e un giardino al centro di Firenze, che porta il suo nome, dove regna il silenzio e il profumo di agrumi. C’è anche il glicine, l’uva, il fico, il diospero, l’alloro, il nocciolo, le rose e gli olivi.
Gli agrumi presenti sono i limoni, i mandarini, l’arancio e il pompelmo. Tutti generosi di frutti.
Mi chiedi dove sta?
In Borgo Pinti, all’altezza di via Laura, dove è la casa di riposo, dove c’e l’asilo nido. Appartiene alla struttura pubblica di Montedomini. Il giardino serve anche come “Punto di raccolta” in caso di emergenze. Serve? Serviva.
Ora troneggia il lucchetto sulla porta d’ingresso. Niente agrumi, niente silenzio, niente profumi. Perché? ho chiesto agli anziani, abitanti dell’istituto, con i quali ho fatto amicizia. La risposta più, che ovvia: “ci venivano i drogati”. Mai visto l’ombra di nessuno. Pochissimi sapevano di quel posto. Semplicemente a qualcuno andava di chiuderlo, tanto lui, o lei, ha la chiave. La chiave della cintura di castità, della porta di piacere, della oasi in mezzo di aridità.
Esiste la possibilità di chiedere a qualcuno se è possibile di chiudere un posto pubblico a chiave? Esistono altri posti nella città, che sono chiusi pur di essere di dominio pubblico? esiste la possibilità di un censimento e conseguente verifica di quanti posti pubblici sono usati come posti privati? esiste ancora il bisogno, la necessità di sentire il silenzio, di sentire i profumi, di guardare i fiori, di gustare i frutti, di toccare la felicità pur di non possedere un giardino privato?
Per me esiste. Aspetterò fiducioso e con la pazienza i vostri suggerimenti, visto che la chiave del lucchetto non me la daranno mai. Me la devo meritare, la dobbiamo conquistare.
*Tomáš Jelìnek, burattinaio
Tomáš Jelìnek
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Che tristezza!