Ma la voragine di Lungarno Torrigiani è figlia di una eruzione imprevedibile del Vesuvio? Noi dall’interno dell’Azienda, come Unione Sindacale di Base, pensiamo di no.
Il Sindaco Nardella, a nostro avviso, si è molto impegnato sulle ferite, molto meno ad interrogarsi sulle cause. Chi come il Comune di Firenze è azionista della S.p.A. con il 21,67%, a nostro avviso non può eludere il dovere di un’analisi a 360°.
Due le domande che come Unione Sindacale di base di Publiacqua vorremmo indirizzare al sindaco di Firenze dario nardella.
Prima domanda:
La nuova organizzazione del lavoro con l’avvento del WFM (Work Force Management) in Publiacqua S.p.A., voluto con grande determinazione dall’allora amministratore delegato Alberto Irace e dall’ex Presidente Erasmo D’Angelis, ha contribuito allo svuotamento delle professionalità ridimensionando drasticamente un aspetto indispensabile per chi opera nel comparto idrico quale la conoscenza del territorio, degli Impianti e delle Reti?
Oggi, tutti, Tecnici ed Operativi, in teoria devono saper fare tutto, quando invece nella realtà, ormai la mano sinistra non sa cosa fa la mano destra.
Ad oggi in Publiacqua S.p.A. è diventata più importante la paranoia della METRICA: conta di più se un intervento lo facciamo in 12 Min e 36 sec, senza più preoccuparsi se il lavoro è stato eseguito con criteri di buona tecnica, in sicurezza e a regola d’arte e in maniera duratura per dare una buona qualità del servizio alla Cittadinanza. Eppure il WFM non siamo i primi al mondo ad averlo usato, e in Enel, Toscana Energia, non ha creato tutte queste criticità.
Possiamo essere maliziosi: forse il WFM in Publiacqua S.p.A. è stato fatto decollare in gran fretta non con il nobile intento di dare un miglior servizio al cittadino, che già paga tra le bollette più care d’Italia, ma quale possibile trampolino di lancio, mediaticamente appetibile, per scalare poltrone importanti a Roma nel Gruppo Acea S.p.A. (non ci risulta che in passato con la qualifica scolastica da istituto professionale si potesse ambire a tali incarichi apicali – Giglio Magico permettendo).
Sul WFM ci si dovrà interrogare per quanto riguarda l’impegno di spesa, visto che si tratta di un investimento già costato ai cittadini circa 20 milioni di euro, che secondo le volontà determinate con lo scorso CdA del 29 Gennaio c.a., con il solo voto contrario del membro di Parte Pubblica Stefano Cristiano, verrà abbandonato e cestinato, presumibilmente già a decorrere dal prossimo mese di novembre, per passare a quello in gestazione in Acea S.p.A.
Presto ACEA 2.0, del costo di 176 milioni di euro, verrà calato in 27 Aziende del Gruppo, e Publiacqua S.p.A. dovrà concorrere con un ulteriore impegno di circa 7 milioni di euro. Oltretutto con il rischio reale di diventare una colonia di Roma e ritrovarsi ad essere un guscio vuoto, cioè svuotato di professionalità e strumenti, in vista della scadenza della concessione nel 2021; una ricetta analoga a quella di Veolia e Suez quando capirono che l’allora Sindaco Socialista di Parigi intendeva ripubblicizzare il servizio idrico della capitale francese.
Seconda domanda:
Che ne dicono dell’appaltone da oltre 32 milioni di euro, fatto con la logica del massimo ribasso (la Direzione Aziendale non ha voluto comunicare alle RSU l’ammontare dell’ulteriore ribasso per i sub-appalti), dove i capitolati, in molteplici punti, rendono quasi impossibili margini di rientro per imprese in sub-appalto?
Sono aspetti che se confermati con ogni probabilità determineranno che siano le imprese appaltanti a definire quali lavorazioni – comandate dalla committente – devono andare in esecuzione e quali invece procederanno con enorme ritardi e con inevitabili ricadute sulla qualità del servizio erogata.
Se i Comuni Azionisti di Publiacqua S.p.A., con i rispettivi Sindaci in testa, che detengono il 60% del pacchetto azionario della S.p.A., rispondessero a queste due semplici domande, molti possibili futuri rischi per la città si potranno scongiurare. Se non invertiamo rotta, e senza voler fare i gufi, prima o poi ci scappa il morto.
Abbiamo ormai l’impressione che la Dea Bendata abbia abbandonata l’Azienda e i campanelli d’allarme siano già suonati tutti (avvisi di garanzia, consegnati lo scorso 6 Aprile c.a., al Presidente Filippo Vannoni, all’Amministratore Delegato Alessandro Carfì e altri Responsabili Aziendali, per disastro ambientale sulla Pesa a San Casciano VP dello scorso 25 Dicembre 2016; in meno di 7 mesi due evacuazioni di tutto il personale su Potabilizzatore Mantignano per contaminazione da Ozono – Impianto su cui non esiste più il Presidio con Operatori Turnisti H24. Ma analogamente grave, se confermato, Responsabili Aziendali che in fase di sopralluoghi del personale PISLL dell’ASL per sicurezza Impianti, risponderebbero ai funzionari ASL che poco posono fare, visto l’ordine dall’alto di non investire più un euro sulle criticità esistenti su diversi Impianti.
Ma ormai, anche fra noi lavoratori è sentimento diffuso pensare che i Sindaci Soci che hanno dato in concessione il Servizio Idrico, stessero più attenti ai dividendi e utili da distribuirsi al 31/12 di ogni anno. O a elemosinare a Publiacqua S.p.A. qualche soldino per sponsorizzare sagre e festival locali o l’installazione di un Fontanello di Acqua Alta Qualità in più per il proprio comune: fontanelli che sia ben chiaro non sono un omaggio della Spa ma che Comuni e Cittadini pagano fino all’ultimo centesimo.
Un solo Fontanello di Alta Qualità era gratuito per la comunità, quello installato all’Anconella Albereta quando l’Acquedotto era gestito dal Comune di Firenze. Ma da quando in Publiacqua S.p.A. è entrato il Socio Privato Acea & Co, subito è arrivata una lettera al Quartiere 3: o pagavano o si tagliava.
Avevamo chiesto al Sindaco Nardella, con una Lettera Aperta, dopo poche ore dalla voragine dello scorso 25 Maggio, di venire in Azienda e in un’Assemblea Pubblica parlare con le lavoratrici e i lavoratori di Publiacqua S.p.A. Ad oggi stiamo ancora attendendo una risposta.
Ma come USB, con le 8 ore di sciopero che abbiamo messo in programma in Publiacqua (le prime 2 ore già il prossimo 18 Luglio), avendo inoltre deciso il varo di un SEMESTRE ROSSO DI LOTTA, marciando uniti lavoratori e cittadini impegnati nella difesa dei Beni Comuni, faremo il possibile per parlare alla Città di cosa è diventata Publiacqua S.p.A.
Non intendiamo renderci complici omertosi e ci spenderemo per cambiare una S.p.A., dove in pochi raccolgono grandi benefici, ma il conto lo pagano in maniera pesante lavoratori e cittadini. Noi continueremo a impegnarci affinché vi sia pieno rispetto della sovranità popolare che con 27 Milioni di SI in occasione del Referendum del Giugno 2011, ha chiesto che l’Acqua sia un Bene Comune e non una merce.
*Luciano D’Antonio Delegato RSU Publiacqua (USB)
**Dal sito di Publiacqua:
Dietro la sigla WFM, acronimo di Work Force Management, si nasconde una rivoluzione nella gestione delle attività operative. Publiacqua è la prima azienda italiana del settore idrico a sposare l’innovazione tecnologica e l’irrompere del mobile con la revisione e la modifica di tutti i processi aziendali coinvolti nella pianificazione, gestione e controllo degli interventi sul campo. Ed una delle prime aziende europee che gestisce sistemi a rete ad avere adottato il WFM su tutti i processi operativi: dalla redazione di un preventivo, alla realizzazione dell’allaccio, dalla sostituzione di un contatore, agli interventi per perdite, dalla manutenzione programmata sugli impianti, all’intervento in emergenza per la rottura di una condotta.