Proprio poche ore prima che la sentenza di annullamento da parte del TAR dell’Autorizzazione Unica Ambientale (AUA) per l’inceneritore di Firenze fosse resa nota, il sindaco Dario Nardella invocava una «moratoria sui ricorsi al TAR» e il loro «congelamento».
L’affermazione di Nardella al Consiglio generale della Cisl si inquadra nella complessa vicenda della Piana fiorentina che vede l’ampliamento dell’aeroporto di Firenze – fortemente voluto da Renzi e oggi fermo al Ministero per la VIA – interferire anche con la realizzazione dell’inceneritore a Sesto Fiorentino. I due progetti, che insistono su terreni contigui, sono incompatibili per almeno due motivi tecnici: l’altezza delle torri dell’impianto di incenerimento prospicienti la pista, e il Bosco della Piana che parzialmente ricadrebbe nell’area interessata dalla costruzione del nuovo aeroporto. Proprio il bosco di 24.000 alberi costituiva l’opera di compensazione dell’inceneritore che (non attuata) ha determinato l’annullamento del procedimento. Su entrambi i progetti pendono ricorsi al tribunale amministrativo; in quello contro l’inceneritore, presentato da comitati ed altre sigle, si sono accodati anche i comuni di Sesto e di Campi Bisenzio.
L’affermazione del sindaco NO TAR, che denuncia l’insofferenza del potere politico amministrativo nei confronti della magistratura, si pone fuori da ogni cornice democratica. «Se la politica delega al TAR le decisioni dei cittadini, è finita», insiste Nardella, che pure dovrebbe sapere che i cittadini si rivolgono al potere giudiziario proprio perché impossibilitati a influire sulle decisioni nelle sedi appropriate, e perché la politica non fa proprie le loro ragioni. In un suo comunicato, la Rete dei comitati per la difesa del territorio incalza il sindaco: «i politici non solo non ascoltano i cittadini, ma neanche rispettano leggi, regole e procedure che dovrebbero, se applicate, tutelare la salute, la sicurezza e la qualità della vita della gente, come sta avvenendo nel caso dell’aeroporto di Firenze o dell’inceneritore di Case Passerini. Ci si aspettava dal sindaco Nardella un solenne impegno di ottemperare a quanto è prescritto dalla legge e la promessa che d’ora in poi la politica non si sarebbe sostituita alla tecnica nel prendere decisioni ad alto rischio per ambiente, paesaggio e benessere della popolazione. Viceversa ciò che Nardella chiede è che nessuno si opponga alle violazioni della legge».
Per ora, a Firenze, il catalogo è questo. Qualora poi entrasse in vigore la cosiddetta “riforma” della Costituzione, il riscritto titolo V rafforzerà in senso centralistico il governo del territorio e la pianificazione delle infrastrutture. Il nuovo assetto dell’articolo 117 ricanalizzerà la potestà legislativa su tali ambiti – oggi esercitata “in concorrenza” tra Stato e Regioni – verso lo Stato medesimo, signore e padrone che non ammetterà opposizione dai territori. Insomma, ancora un motivo, il prossimo 4 dicembre, per votare NO.
Ilaria Agostini, perUnaltracittà