La battaglia dei richiedenti asilo somali. E’ arrivato il momento di schierarsi

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La piccola ma straordinaria battaglia dei richiedenti asilo somali in corso da 15 giorni dopo la sciagurata perdita di Alì Musse, ci chiama inevitabilmente in causa…

Non è solo l’appartenenza ai percorsi, molto larghi, del movimento di lotta per la casa, ma avere intrapreso una lotta comune per il rispetto della dignità collettiva, calpestata troppe volte nel corso di quasi 15 anni.

Non è solo ricostruire, passo dopo passo, i vincoli di uguaglianza e solidarietà che in questi lunghi anni vengono sempre meno…come se le lotte dei primi del 900 o la grande stagione delle lotte degli anni ’70 siano lentamente scomparse, Uguaglianza e mutuo soccorso sono vincoli da non perdere mai…aiazzone-765x510

Ma ben sopra a valori irrinunciabili la piccola ma importante vicenda dei rifugiati somali ‘mette a nudo’ l’ipocrisia e la falsità del moderno “welfare sociale”. Lo spreco di risorse da una parte, l’arrichimento delle cooperative amiche dall’altro, la cancellazione del desiderio di indipendenza e AUTONOMIA nella vita delle persone sostituita dalla disciplina e dal controllo sociale, la meritocrazia come sistema dominante…

Queste cose le abbiamo conosciute bene nel corso degli ultimi anni. Governi che si reggono sul sorvegliare e punire, su poche carote e tante bastonate, un modello di consenso che lo staff di Renzi ha costruito che lentamente, purtroppo, si sta sgretolando…per fortuna. Governi che si reggono sull’aiuto alle banche e sulle grandi opere, che dei bisogni sociali di nuovi proletari e di precari se ne strafregano come della tutela dell’ambiente e dell’ecosistema…

Oltre ad accentuare guerre tra poveri questi modelli costruiscono nuove infinite povertà e il senso della precarietà accompagna la vita di generazioni giovani come dei rifugiati, di lavoratori precari come di abitanti dei quartieri della periferia, di sfrattati come di anziani.

E quando una piccola lotta mette a nudo il regime allora si scatena il delirio securitario e l’onnipotenza dei tanti poteri. Prefetti e Sindaci che chiamano al nemico principale da distruggere, a sgomberi immediati per chi difende la propria dignità, a denunce contro i cospiratori, un universo di prepotenza e arroganza che non ha limiti, ma che nasconde la loro impotenza davanti ai grandi BISOGNI SOCIALI che attraversano milioni di donne e uomini.

Mi fermo qui, tante sono le ragioni per scendere in piazza, ma ben oltre la piazza occorre schierarsi, non accettare il silenzio come regola imposta, non stare nel mezzo di una guerra annunciata, ma prendere posizione e avere il coraggio delle proprie scelte.

*Movimento di lotta per la casa

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