L’Italicum resta una pessima legge: ecco perché

  • Tempo di lettura:3minuti
image_pdfimage_print

La sentenza della Corte costituzionale sulla legge elettorale chiamata Italicum – anticipata in un comunicato stampa e in attesa delle motivazioni – contiene, per gli effetti politici che ne derivano, più ombre che luci.

L’Italicum, al netto degli interventi (pochi) della Consulta, resta una pessima legge: i capilista bloccati e i numerosi e piccoli collegi elettorali previsti – oltre alle candidature plurime rimaste – continuano a farne una legge profondamente antidemocratica.

download (7)I capilista bloccati – che, ricordiamo, sono eletti se la lista “vince” in quel collegio indipendentemente dal voto al capolista che non viene neanche espresso – prefigurano un’altra Camera di “nominati” dai leader dei partiti quanto meno in una non piccola percentuale. Andare a votare con l’Italicum riformato dalla Consulta significa appunto questo. I piccoli partiti avranno solo “nominati” e i grandi partiti avranno anche “eletti”. Il sistema della rappresentanza risulta quindi alterato e il potere dei partiti, rispetto al Porcellum, è solo attenuato.

Anche il sistema delle pluricandidature è rimasto in piedi. La Corte, infatti, ha salvato il sistema limitando soltanto l’opzione del collegio non alla scelta del candidato eletto, ma in base a un sorteggio previsto da un Dpr del 1957 e mai utilizzato. Avremmo decisamente preferito la totale incostituzionalità per evitare comunque il “mercato” dei “primi non eletti” che ne deriva.

Sarebbe stata auspicabile, inoltre, la totale abolizione del premio di maggioranza anche al primo turno. Il fatto che nel sistema politico attuale sia difficile raggiungere la percentuale del 40% non sposta i termini di pericolosità del problema e del fatto che una minoranza possa detenere oltre il 50% dei seggi.

Non possiamo però attenderci di più però dall’intervento della Corte costituzionale che sta mutando, tra l’altro, nella sua composizione. Ricordiamo, infatti, il recente ingresso di Augusto Barbera e Giuliano Amato giudici decisamente “politici” e, da sempre, schierati.

Anche sulla legge elettorale del Senato è necessario intervenire: non è pensabile che rimanga la soglia di sbarramento all’8% vanificando realmente il sistema della rappresentanza democratica e azzerando le opposizioni di minoranza che si troverebbero senza seggi in parlamento con una sostanziale redistribuzione nelle altre liste.

L’unica nota positiva è la dichiarazione di incostituzionalità del ballottaggio – con relativo premio di maggioranza – che avrebbe permesso, con una sorta di “golpe bianco” a una minoranza di governare indisturbata con un premio elettorale – quindi di deputati non eletti dal popolo – sproporzionato sovvertendo le usuali condizioni poste dai sistemi di democrazia rappresentativa. .

Notiamo, inoltre, che è la prima volta che un sistema elettorale viene parzialmente bocciato prima della sua applicazione. E’ invece la seconda volta che viene bocciato un sistema elettorale: mentre il Porcellum incostituzionale aveva come legge le impronte di Calderoli e di Berlusconi, l’Italicum incostituzionale ha impresse le impronte digitali di Matteo Renzi e del partito democratico.

L’Italicum resta in sostanza una pessima legge. Non è questo certo lo spirito della grande vittoria referendaria sul NO alla controriforma costituzionale del Governo Renzi.

E’ vero che, nell’immediato, il sistema uscito è nei fatti proporzionale e quindi migliore e più rispettoso di un qualunque maggioritario. I rischi però sono evidenti.

La bocciatura del referendum costituzionale ha avuto una portata più ampia del già importante quesito. E’ stata la bocciatura di una politica complessiva di impronta neoliberista che ha portato al Jobs Act, alla “buona scuola”, allo Sblocca Italia, alla pasticciata riforma della pubblica amministrazione e a tanto altro.

La partita ora si gioca sulla legge elettorale. Dopo essere uscito dalla porta (referendaria) corriamo il rischio di vedere tornare dalla finestra (elettorale) una Große Koalition come quella di inizio legislatura, benedetta da Giorgio Napolitano, e caratterizzata da parlamentari fedelissimi da un lato e trasformisti dall’altro con la comune caratterizzazione dell’essere dalla parte della “governabilità”.

Non pensiamo che il Parlamento, questo Parlamento figlio del Porcellum, possa partorire una legge, quanto meno, decorosa. E’ necessario continuare la mobilitazione in tutti i luoghi di conflitto sociale anche attraverso i Comitati per il NO e la loro trasformazione definitiva in Comitati per la Costituzione.

*Luca Benci

The following two tabs change content below.

Luca Benci

Luca Benci è un giurista esperto di diritto sanitario e biodiritto

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Captcha *