Nel quartiere di Santa Croce a Firenze: né apartheid né integrazione ma reciproca cauta indifferenza

Il baricentro è Piazza Sant’Ambrogio, luogo di pervasiva movida, sulla scalinata della chiesa i consumatori di birra, qualche venditore abusivo, se piove arrivano i venditori di ombrelli. I parrocchiani cercano di realizzare un varco almeno per la Messa della Domenica. A trenta metri l’enclave del Picchi, emulo del Farinetti; a cento metri, prendendo a destra da via Pietrapiana si arriva alla Piazza dei Ciompi… sede del regionale Arci sullo stesso lato della moschea.

Da Sant’Ambrogio per Via dei Pilastri, prima di arrivare alla sede dell’Unione Inquilini, svoltando a destra campeggia una favolosa sinagoga, presidiata dai militari della Folgore. L’area intorno è quella di una silenziosa comunità ebraica.

Poi c’è il bang-la-desh, decine di spacci di liquori hanno sostituito artigiani ed esercenti. E il mercato coperto in Piazza Ghiberti? Altre presenze, giovani, neri, alti, insistono per l’obolo da chi fa la spesa ai banchi della frutta e verdura.

Multiculturalismo, scambio, simpatia oppure ostilità e razzismo? No, è altro: è solo impercettibile separazione tra enclave senza veri confini. Ogni comunità (ma son davvero comunità?) vive infatti come se il resto non esistesse. 

Forse ci sarà qualcosa di diverso nelle scuole, tra i bambini e i genitori; dalle mie finestre li intravedo sui banchi e ne avverto la rumorosa presenza mentre vociano alle uscite. Mi pare però che del quartiere  il popolo delle scuole non se ne sia mai occupato …

Ci sarebbe da proporre un confronto, magari all’ARCI, ma per quale scopo? Tra religioni monoteiste tutte sicure della propria verità o rilanciando una opzione laico-socialista? E’ una ipotesi con scarsa praticabilità … eppure qualcosa va fatto.

Alla prossima puntata quello che avviene nelle case popolari; che è più tosto

*Vincenzo Simoni – presidente Unione Inquilini

P.S. – In Santa Croce vent’anni fa c’erano tantissimi inquilini; furono quasi tutti sfrattati, tanti sono diventati assegnatari nelle periferie ma un gruppo è riuscito a rimanere nel geniale recupero delle ex carceri delle Murate. Il resto sta cambiando radicalmente, piccoli alloggi “liberati” dagli inquilini diventano bed and breakfast, fondi di magazzino sono rimessi alla meno peggio per alloggi a rischio, chi resiste invecchia ma ci sono anche delle nuove famiglie, che amano risiedere in questa “pittoresca” zona. Ci si conosce? Pochissimo perché siamo senza un nuovo comitato. Poi c’è dell’altro, una vergogna grande, lo sgombero di via dei Conciatori 4, avvenuto nella gelida mattinata del 19 gennaio 2012, per una vendita all’asta di uno storico edificio comunale, da allora sbarrato, vuoto, impedito a qualsiasi pubblica o privata utilizzazione. Di seguito un file di quel giorno.

http://archivio.gonews.it/articolo_117326_Circolo-anarchico-sgomberato-in-via-dei-Conciatori-Proteste-tensioni-in-sei-sul-tetto.html