Giù le mani da via Palazzuolo

Il Centro storico fiorentino, come quello di tutte le nostre città d’arte, è sottoposto ad un attacco senza alcun rispetto da parte del complesso finanziario-immobiliare-turistico, che lo snatura in turistificio, in non città senza cultura e senz’anima. Contro questa deriva la resistenza popolare cresce e si diffonde: dall’Oltrarno a piazza Brunelleschi, a via dei Conciatori. Ma anche nelle cosiddette periferie, da San Salvi, alla Manifattura Tabacchi, all’ex campagna stravolta verso la Greve, a Castello e nella Piana ci si ribella a scelte grette e disumanizzanti. Alle mani sulla città si aggiungono purtroppo quelle sulla campagna, a cominciare dal caso emblematico di Mondeggi e della lotta in corso per salvarla.

In questo contesto via Palazzuolo, con la sua complessa e positiva realtà multiculturale, è da tempo sotto attacco. Si tratta di un pezzo molto interessante di un antico tracciato che, nella città storica, va da Porta alla Croce a Porta al Prato e all’esterno si prolunga verso Arezzo e verso Pistoia. Venendo dal Centro, la precede via della Spada e la segue il Prato. Ha, con le sue traverse, una lunga tradizione popolare fondata sull’attività artigianale, con quello che significa nella storia fiorentina.

Questa realtà sta affrontando una fase di profonda trasformazione con il copioso afflusso di energie nuove dal Mondo globale: tanti esseri umani che vengono da ogni continente per migliorare la loro vita o che fuggono da situazioni intollerabili. Questa mescolanza comporta certo delle difficoltà, ma anche delle grandi opportunità da cogliere con intelligenza creativa, secondo esempi virtuosi che sono già in atto.

Purtroppo questa scelta di civiltà non si confronta solo con le consuete difficoltà iniziali di relazione, che il tempo e la buona volontà fanno superare. La posizione urbanistica di via Palazzuolo suscita voraci appetiti speculativi. La zona è più che satura di alberghi. L’antica e delicata realtà urbana è a forte rischio di totale snaturamento. Ciononostante il Comune di Firenze ha concesso una variante urbanistica alla nuova proprietà del dismesso Monte dei Pegni, sorto su di un pezzo dell’antico convento di San Paolino. Con la variante si consente l’edificazione di un grande albergo di lusso (119 camere su 10.000 mq. e parcheggio sotterraneo) in un’area compresa tra San Paolino, San Giovanni di Dio e via dei Fossi in una zona di preziose strade medievali, che ne verranno irrimediabilmente sconvolte. Ne verrà sconvolta la qualità della vita di chi ancora vi abita, che si troverà una muraglia alle spalle di casa.

Via Palazzuolo è sottoposta più di altre zone della città a campagne di stampa per la “sicurezza” e contro il “degrado”, con invocazioni “disperate” alle autorità politiche e alle forze dell’ordine di immediati interventi. In realtà le forze di polizia sono fortemente presenti, con tutti gli strumenti di cui dispongono. Grandi reati non ne hanno mai trovati. Le quantità di droga rinvenute sono irrilevanti rispetto alle gran quantità che circolano in città. Gli episodi di ubriachezza molesta hanno delle accentuazioni per la presenza di una discoteca, come avviene purtroppo normalmente.

Le martellanti campagne mediatiche di diffamazione di via Palazzuolo e dei suoi abitanti e frequentatori fanno il gioco degli speculatori, perché inducono qualcuno ad andarsene e abbassano il valore degli immobili, consentendo così ottimi, affari. Chi ambisce a subentrare ai vecchi proprietari e residenti vuole cambiare radicalmente la natura della strada. Assolutamente esplicito su questo punto è stato l’intervento, davanti al pubblico della sua Associazione a al Sindaco Nardella, del Presidente di Federalberghi Sen. Bernabò Bocca, proprietario, tra l’altro, dell’Hotel Villa Medici. Questo albergo si trova all’inizio del Prato ed è separato da via Palazzuolo dalla Rotonda Barbetti. Il Signore in questione ha sostenuto pubblicamente che i suoi ospiti sono impauriti dalle troppe facce nere che frequentano la via che percorrono per le loro passeggiate in Centro. Ha aggiunto, rivolgendosi al Sindaco, che ci vorrebbe una strada diversa, stile via Tornabuoni. Certo, con la realizzazione del nuovo albergo a San Paolino, via Palazzuolo collegherebbe due complessi turistici importanti e di lusso. Sarebbe perfetta se diventasse una strada di lusso con l’espulsione del popolo normale che la abita e la frequenta.

A questo squallido gioco partecipano anche dei residenti autoctoni, costituiti in comitato, che si fanno strumentalizzare contro il loro interesseConsiglieri dell’opposizione xenofoba e personaggi in cerca di visibilità in vista delle prossime candidature buttano benzina sul fuoco organizzando fiaccolate che somigliano a ronde. Nel corso di questi raduni, che ancora per fortuna contano poche centinaia di persone, da una parte si inneggia a più polizia e più controlli, dall’altra si squalifica qualunque tentativo di integrazione in atto: per loro la bookbike, gli Anelli Mancanti e altre realtà significative in via Palazzuolo sono anime belle che perdono il tempo in cose inutili.

Ed è certamente inutile quello che facciamo noi, per chi vuole solo che gli immigrati vengano spostati, con le ordinanze, l’intimidazione e la forza, da un’altra parte. Dove? Non avendo in testa alcun progetto di città contemporanea, viva e inclusiva , questo a loro non interessa: “Da un’altra parte” significa semplicemente “Via dall’Italia”.

Come si colloca in questa situazione l’Amministrazione Comunale? La giunta porta chiaramente avanti il disegno di una città al servizio degli speculatori. Si tratta di “valorizzare” l’asse strategico in direzione Ovest, che prolunga via Palazzuolo-Il Prato oltre la Porta in un’area sempre più pregiata con la mitica Leopolda, Il nuovo Teatro, le Cascine, lo spazio edificabile delle ex Officine ferroviarie, fino alla Manifattura Tabacchi da stravolgere senza alcun rispetto per la migliore architettura del 900 fiorentino.

Siamo ancora in tempo a fermare lo scempio. Bisogna però che tutte le realtà sociali e politiche che lottano per una città vivibile, sostenibile e inclusiva, unifichino la loro azione e stiano attente a smarcarsi da tendenze xenofobe.

Per questo vi chiediamo di sostenere:

  • il blocco dell’operazione Monte dei Pegni con la destinazione dell’area e della struttura storica ad attività sociali e culturali e a residenza popolare. Dopo la vendita e la chiusura delle vicende giudiziarie che la riguardavano questo è più difficile ma è ancora possibile, con una permuta o con qualche altra forma di intervento diretto delle istituzioni preposte alla tutela dell’edificio e del tessuto sociale;
  • interventi positivi per favorire l’evoluzione della vivace realtà multiculturale dell’attuale via Palazzuolo; 
  • utilizzazione a vantaggio di tutti i fiorentini di ogni nazionalità e dei benvenuti visitatori intelligenti dell’importante patrimonio pubblico della zona, a cominciare dal negletto Oratorio dei Vanchetoni.

*Assemblea Palazzuolo Strada Aperta