La Turchia alla guerra totale. Sabato 13 con i kurdi a Firenze

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Il mese scorso in Turchia si è votato il referendum costituzionale voluto da Erdogan per garantirsi il pieno controllo sullo stato e consolidare il regime di stampo fascista ed islamista che da anni sta realizzando nel paese.

Il voto si è svolto in un paese in guerra, in particolare nella zona a maggioranza kurda dove è attiva da oltre 40 anni la resistenza del movimento di liberazione guidato dal PKK, ma  ha colpito anche le metropoli turche dove la censura e gli arresti hanno preso di mira qualsiasi espressione di dissenso alle politiche del partito AKP. Mentre il numero dei detenuti politici ormai non si conta più, continua anche la stretta sulla stampa e l’informazione indipendente, già colpita da oltre 150 media chiusi e con quasi 200 giornalisti detenuti per il loro lavoro. E la censura arriva anche in Europa, dove il gestore satellitare Eutelsat vuole interrompere la messa in onda dei 3 canali TV kurdi rimasti attivi Sterk TV, Ronahi TV e News Channel. Già lo scorso Ottobre le pressioni turche avevano portato alla chiusura di 2 canali, poi dichiarata illegittima, ma le pressioni della Turchia non si fermano ed Eutelsat ha già dimostrato di non aver molto a cuore la libertà di stampa. 

Dalla fine di aprile poi la Turchia ha cominciato a bombardare i territori liberati e controllati dalle forze kurde anche in Iraq e Siria, colpendo non solo le postazioni del PKK e delle YPG/YPJ, ma anche gli insediamenti occupati a Shengal dagli Ezidi scampati alle persecuzioni di ISIS proprio grazie all’intervento dei guerriglieri kurdi. Gli aerei di Ankara hanno colpito direttamente sia la popolazione di Shengal, che quella del Rojava, causando decine di morti e feriti in territori già colpiti da anni di conflitto.

Gli obiettivi di Erdogan sono chiari: nel momento in cui le Forze Siriane Democratiche SDF, in particolare le YPG/YPJ kurde, stanno avanzando verso Raqqa, capitale dello stato islamico in Siria, e mentre gli Ezidi nel nord dell’Iraq organizzano il proprio autogoverno e la propria autodifesa sul modello sperimentato in Bakur e nel Rojava, interviene per colpire la resistenza kurda e sostenere direttamente IS in difficoltà, nonostante gli appoggi ed i lauti finanziamenti ricevuti proprio dalla Turchia. Gli Stati Uniti, l’Unione Europea, la Russia e la.“Coalizione internazionale”, che da sempre tollerano i crimini commessi ai danni dell’opposizione di sinistra turca e kurda in Turchia, hanno scelto anche questa volta di restare in silenzio, avallando di fatto l’aggressione ai danni delle forze che più stanno pagando il loro impegno nella lotta contro il fondamentalismo dello Stato Islamico e per la fine del conflitto siriano. Fra i kurdi e ISIS hanno di fatto scelto quest’ultimo.

Noi no. Noi sappiamo con chi schierarci. Con le donne e gli uomini che resistono in tutto il Kurdistan e che in questi giorni si mobilitano in tutta Europa, raccogliendo l’appello delle donne delle YPJ (che hanno perso 20 guerrigliere negli attacchi) e per la difesa della libertà di stampa e di espressione dalle pressioni ed ingerenze della Turchia.

Per questo anche noi scenderemo in piazza a Firenze sabato 13 maggio, con un corteo che toccherà i consolati di Usa, Francia e Gran Bretagna, per manifestare solidarietà e appoggio a chi resiste alla repressione e per rilanciare una vera campagna contro la guerra, per il sostegno alla resistenza del Rojava e delle forze della sinistra in Turchia.

Sabato 13 maggio ore 14.30 Corteo da Piazza santa Maria Novella

Contro la dittatura fascista di Erdogan, sosteniamo la resistenza in Turchia e la rivoluzione nel Rojava!

No alla chiusura delle TV kurde Sterk, Ronahi e News Channel da parte di Eutelsat!

Per la difesa della libertà di stampa ed espressione in Turchia e in tutta l’Europa.

Per la rimozione del PKK dalle liste antiterrorismo e la liberazione di Ocalan e di tutti i prigionieri politici.

Associazione culturale Kurdistan
Coordinamento Toscano per il Kurdistan

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