In questo articolo abbiamo provato a stimare quanto particolato secondario potrà essere prodotto dalle emissioni dell’inceneritore di Firenze. Il particolato secondario non è stato infatti preso in considerazione, poiché non previsto dalla normativa, nello Studio di Incidenza Ambientale legato all’inceneritore fiorentino; eppure stiamo parlando di tonnellate per lo più di PM10 e PM2,5-PM1, cioè di quelli più pericolosi per la salute, immesse ogni anno in ambiente!
Nel termine particolato (particulate matter, PM) si comprende appunto sia il PM primario che il PM secondario. Quello primario dipende direttamente dalle fonti emissive, mentre il particolato secondario si forma a partire da gas precursori (ossidi di azoto, biossido di zolfo, composti organici volatili, ammoniaca) in seguito a trasformazioni fisico-chimiche che avvengono in atmosfera e che dipendono anche dalle condizioni meteorologiche ed orografiche del territorio.
L’Unione Europea ha recentemente promulgato la Direttiva UE 2016/2284, la cosiddetta direttiva NEC (National Emission Ceilings), per ridurre proprio l’emissione di biossido di zolfo (SO2), ossidi di azoto (NOx), composti organici volatili (COV) ed ammoniaca (NH3).
Ricordiamo infatti che gli impatti stimati per l’esposizione al biossido di azoto (NO2) sono stati pari a 71.000 morti premature in Europa e che Firenze è la 31esima area più inquinata d’Europa a causa della forte presenza del biossido d’azoto (NO2) https://www.perunaltracitta.org/2015/10/26/diesel-firenze-ai-vertici-dellinquinamento-europeo-31esima-su-4-000-aree-rilevate/ . Arpat afferma che le criticità attuali dell’area della Piana FI-PO-PT sono proprio l’ozono, gli ossidi di azoto ed il particolato.
I gas precursori del particolato secondario saranno prodotti in gran quantità dall’inceneritore (fino a qualche decina di tonnellate/anno) .
Per provare a quantificare tale particolato secondario ci si è riferiti all’articolo della rivista di Arpae, Agenzia regionale prevenzione ambiente ed energia dell’Emilia-Romagna N° 1 febbraio 2017, Anno VIII, dal titolo ‘Quali sono le origini del particolato?’ a cura di Michele Stortini e Giovanni Bonafè dell’Arpae Emilia Romagna https://issuu.com/ecoscienza/docs/ecoscienza1_2017. Si tratta di una proposta metodologica che utilizza modelli fotochimici in grado di ‘valutare sia la diffusione e la dispersione, sia la formazione degli inquinanti secondari, a partire proprio dalle trasformazioni dei precursori. È così possibile stimare le concentrazioni su tutto il territorio, tenendo conto sia del PM primario sia di quello secondario e si possono quantificare gli effetti sull’inquinamento delle variazioni nel contributo emissivo dei vari settori.’
Con una certa approssimazione si è utilizzato come dati di input:
- i dati emissivi di PM10 regionali dall’inventario delle emissioni per l’anno 2010 http://servizi2.regione.toscana.it/aria/ ;
- una percentuale del 40% del PM10 secondario rispetto al totale del PM10 prodotto in Toscana (stima percentuale individuata dal progetto regionale PATos) http://servizi2.regione.toscana.it/aria/index.php?idDocumento=18348;
- i livelli massimi di emissioni di gas precursori consentiti dall’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) per l’inceneritore di Firenze http://server-nt.provincia.fi.it/conoscenza/termo/documenti/Qtermol%20istruttoria_AIA_.pdf.
Si è poi applicata la metodologia di Stortini-Bonafé e si è quindi stimato che il PM10 secondario dovuto all’inceneritore potrà arrivare fino a 8 t/anno, una quantità che sommata alle polveri totali max al camino autorizzate nell’AIA, corrispondenti a circa 7t/a, RADDOPPIA il quantitativo di particolato imputabile all’inceneritore.
D’altro canto questo particolato secondario rappresenterebbe già da solo più del 10% delle emissioni totali di PM10 nel Comune di Sesto Fiorentino (dato riferito sempre all’ inventario emissioni anno 2010).
Insomma una quantità enorme di particolato, che NON è stata valutata! Questo nuovo dato ci pare un altro valido motivo per LASCIAre perdere la costruzione dell’inceneritore di Firenze, con buona pace del presidente della società proponente Qthermo, Giorgio Moretti, che afferma che l’impianto migliorerà l’ambiente e dei sindaci di Ato Toscana Centro con lui allineati.
Prosegue intanto la fase di sviluppo software e test hardware del progetto “Che Aria tira?” (segui stato di avanzamento su http://www.mammenoinceneritore.org/che-aria-tira/ ) e a breve avremo a disposizione una rete di centraline capace di effettuare un monitoraggio diffuso della quantità di particolato a Firenze e nei Comuni dell’area metropolitana.
- *Gian Luca Garetti e Comitato Mamme No Inceneritore Onlus
Gian Luca Garetti
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