Alle disgrazie non c’è mai fine, ai fiorentini dopo il Natale al particolato, tocca San Silvestro in salsa Master Plan. Tranquilli. 142 prescrizioni descrivono l’incompatibilità ambientale del nuovo aeroporto di Firenze, e contrasteranno, efficacemente, il progetto.
Centraline zero
La Regione Toscana, nel 2011, ridefinì il sistema di monitoraggio della qualità dell’aria, adeguandolo alla direttiva europea n.50/2008 recepita dal D. Lgs. 155/2010, riducendo il numero delle centraline, anche per motivi economici, si disse. Da allora in zona aeroporto (e nella Piana)non c’è nessuna centralina Arpat. Nella Piana è stata applicata una sorta di strategia centraline zero. Tutto sotto controllo, coi calcoli matematici. Inquinamento ‘entro i limiti di legge’, a parte i mesi da novembre a marzo. Il problema è che questi limiti di legge non tutelano la salute dei cittadini. Ma di questo argomento fondamentale parleremo dopo, torniamo alle centraline.
Citizen science
Qualcuno non è del tutto convinto, della attendibilità dei calcoli matematici. Nasce Che Aria Tira? un progetto di Cittadinanza Attiva lanciato dalle Mamme no inceneritore, una rete territoriale e lowcost di centraline, ubicate nella Piana FI-PO-PT, per il monitoraggio del PM2.5 e del PM10 in tempo reale. Questo progetto di partecipazione attiva dei cittadini è stato preceduto da PM2,5 Firenze, un analogo progetto di sorveglianza della qualità dell’aria, patrocinato dalla cooperativa Epidemiologia e prevenzione Giulio A. Maccacaro, che misura in tempo reale i livelli di PM2.5 tramite una centralina posta in via della Scala a Firenze.
Centraline ‘foglie di fico’
Nel decreto di compatibilità ambientale -Aeroporto di Firenze-Master Plan 2014-2029, alla voce ‘Monitoraggio atmosfera’, si stravolge la strategia della Regione Toscana e nella Piana si passerà da centraline zero ad un proliferare di centraline, fisse e/o mobili, permanenti e/o temporanee, per il monitoraggio della qualità dell’aria, ante operam e post operam.
Sorge spontaneo il dubbio, ma l’impatto dell’aeroporto attuale è stato/è monitorato correttamente?
D’altra parte questo proliferare di centraline, appare come una foglia di fico, per coprire l’inquinamento pervasivo del nuovo aeroporto, sia in fase pre che post-opera. Come se misurare bastasse per curare, come se bastassero i termometri, per curare le malattie. L’unica cura invece in questo caso è la prevenzione primaria, cioè non aggiungere ulteriore, inutile inquinamento, nella Piana, con un nuovo aeroporto, con l’inceneritore, con la terza corsia autostradale, lo stadio etc etc
Il protocollo dei Comuni l’un contro l’altro armati
L’impatto ambientale del nuovo aeroporto dovrà essere tenuto costantemente sotto controllo, sta scritto in questo decreto, ed in caso di accertati livelli critici di inquinanti in atmosfera, sempre secondo il D. Lgs. 155/2010, sia ‘in bolla’(emissioni aeroportuali) che di fondo, si dovrà applicare uno specifico ‘Protocollo operativo per le misure urgenti di salute’ , che dovrà essere predisposto dai Comuni di Firenze, di Sesto fiorentino, di Campi Bisenzio, da ASL 10 Firenze, ARPAT, ENAC, Toscana Aeroporti S.p.a, per limitare l’attività aeroportuale.
La nuova visione centralino-centrica
Se prima di questo decreto le centraline nella Piana, non servivano a nulla, ora all’opposto con le centraline si risolve tutto. ‘Il monitoraggio dovrà prevedere un adeguato numero di postazioni fisse di rilevamento..’, si legge nel decreto, ‘per essere in grado di distinguere il contributo emissivo “in bolla” dell’aeroporto dall’inquinamento di fondo’. In altre parole si fa credere di poter estrapolare il contributo emissivo dell’aeroporto, appunto tramite centraline dedicate, dall’inquinamento di fondo. Ma questo è notoriamente impossibile. Fra l’altro le specifiche caratteristiche orografiche e morfologiche della Piana, porteranno ad una omogeneizzazione delle concentrazioni degli inquinanti vuoi per loro composizione chimica vuoi per le variabili meteorologiche, come ad esempio l’intensità e la direzione del vento e la turbolenza dell’atmosfera.
Tutto appare coerente coi limiti di legge, in questo decreto, anche ‘Lo studio modellistico di dispersione per il calcolo del contributo all’esposizione delle popolazioni alle concentrazioni di inquinanti (cancerogeni e non)’, però la salute non è tutelata, nonostante pagine e pagine di numeri e di calcoli.
Perché questi attuali limiti di legge vigenti non sono ‘health based’, non proteggono la salute, mentre quelli che salvaguardano veramente la salute dei cittadini sono rappresentati dalle lenee guida dell’OMS, che rappresentano la soglia al di sopra della quale cominciano a manifestarsi effetti negativi per la salute umana, quelli attualmente vigenti , cui ci si rifà in questo decreto, dettati dalla direttiva europea n.50/2008 recepita dal D. Lgs. 155/2010, sono un compromesso fra le evidenze sanitarie e aspetti di altra natura, principalmente di natura economica e tecnologica.
L’impatto di questo aeroporto non è quindi sostenibile per la salute e per l’ambiente. Le centraline non mitigano l’inquinamento. E qui si è accennato brevemente solo al monitoraggio dell’atmosfera.
*Gian Luca Garetti
perUnaltracittà
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