Bitumificio di Massorondinaio, la Regione si muove. E il Comune?

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L’ultimo aggiornamento allo studio Sentieri coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità, dice che nelle aree intorno ai siti contaminati di interesse nazionale (Sin) si continua a nascere malformati, ammalarsi e morire.

Lo scorso febbraio avevamo pubblicato un’articolo del Comitato di Massorondinaio, di San Piero a Sieve, che denunciava una situazione di pesante criticità ambientale, causata dalle emissioni di un impianto di bitume, posto nel bel mezzo di civili abitazioni 

A distanza di pochi mesi chiediamo a Cristiano Nencioli, del Comitato di Massorondinaio, di fare il punto sulla situazione attuale, anche alla luce del recente Decreto di diffida della Regione Toscana, che ha chiarito che quell’impianto di bitume ha davvero dei problemi, seri e gravi.

‘Che in quell’impianto di bitume, troppo vicino alle abitazioni, con l’emissione di miasmi insopportabili, tecnicamente “disturbi di natura olfattiva”  (come vengono definiti dalla Regione Toscana nel Decreto n. 8423 del 30/05/2018, “Provvedimento di diffida, ai sensi dell’art. 278 Parte Quinta, Titolo I del D.lgs. n. 152/206 e s.m.i.” ) il rispetto delle regole fosse da verificare era prima un auspicio, in seguito un dovere. I cittadini lo avevano chiesto, più volte, in varie forme ed altrettanti modi. Inizialmente ignorati, addirittura apostrofati con toni denigratori da parte di coloro che intravedevano, in questa azione, la solita protesta contro l’amministrazione pubblica, verso cui, questi, riconoscono sempre l’infallibilità e la correttezza. Insomma, effetti del pensiero omologato.

Adesso la Regione Toscana ha chiarito, con quel Decreto di diffida, in maniera ineluttabile, facendo proprie le osservazioni di altri enti e autorità pubbliche, che quell’impianto di bitume ha dei problemi, seri e gravi. La lista dei provvedimenti migliorativi è ben definita.

Alla base della diffida delle Regione Toscana, i cui termini scadono a inizio luglio, c’è una dettagliata relazione di Arpat, redatta dopo un sopralluogo allo stabilimento fatto a marzo.

Dalle verifiche sono emerse infrazioni amministrative ed evidenti violazioni alle prescrizioni dell’autorizzazione.

È stato rilevato che le emissioni generate durante la movimentazione del conglomerato bituminoso non sono correttamente convogliate; il metodo utilizzato per gli autocontrolli obbligatori che l’azienda deve fare per gli inquinanti SO2 e COT non è risultato coerente con quanto prescritto nell’autorizzazione; Arpat non ha potuto effettuare il campionamento delle emissioni che escono dal camino principale, e che si generano durante la produzione del conglomerato bituminoso, perché l’impianto non rispetta le norme di sicurezza per il trasporto in quota della strumentazione necessaria.

L’industria di cui parliamo è insalubre di prima classe e secondo la legge deve stare lontano da aree residenziali salvo che dimostri di non produrre “nocumento” alla salute dei cittadini.’

Come ha fatto finora a dimostrarlo? Ecco la risposta del Comitato:

“Come scritto in una lettera aperta al Sindaco del Comune di Scarperia e San Piero dal Comitato cittadini di Massorondinaio, il Sindaco è la massima autorità sanitaria nel territorio comunale e ha titolo a tutelare la salute dei cittadini. Quindi oltre al potere di ordinanza esercitabile nel caso in esame, visto il quadro esistente sopra esposto, avrebbe potuto e può tutt’ora, considerato che la situazione va avanti da tempo, far predisporre una Valutazione di Impatto Sanitario.

Allora perché non lo fa? Tra l’altro il parere sanitario gli è stato richiesto con un’istanza inviata il 30/12/2017 ma tale parere non è mai stato fornito, tant’è che in questi giorni il Comitato si è rivolto al Difensore Civico della Toscana.

Ricordiamo anche che il 27 aprile scorso è stato presentato un esposto alla Procura della Repubblica a firma di 733 cittadini. La consigliera regionale Monica Pecori, presidente del Gruppo Misto Toscana per Tutti, dopo averci fatto visita a febbraio scorso per sincerarsi di persona della situazione, ha dato seguito all’impegno preso, presentando una interrogazione a risposta scritta evidenziando tutte le irregolarità e le inadempienze che gravano sulla conduzione dell’impianto di bitume.

Vedremo dopo la scadenza dei termini della diffida che succederà.”

*Gian Luca Garetti

 

 

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Gian Luca Garetti

Gian Luca Garetti, è nato a Firenze, medico di medicina generale e psicoterapeuta, vive a Strada in Chianti. Si è occupato di salute mentale a livello istituzionale, ora promuove corsi di educazione interiore ispirati alla meditazione. Si occupa attivamente di ambiente, è membro di Medicina Democratica e di ISDE (International Society of Doctors for the Environment).

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