Una lettrice de La Città invisibile, che conosciamo ma che ci ha chiesto di rimanere anonima, ha inviato una breve lettera alla nostra rubrica “Toscana ribelle” accompagnata da delle foto che trovate nella galleria in fondo all’articolo.
Cara redazione,
domenica scorsa, l’undici marzo 2018, durante una passeggiata fra le vigne in località Fabbrica (San Casciano Val di Pesa), mi sono trovata di fronte a questo spettacolo desolante. Le vigne sembrano diserbate col glifosato che credevo fosse stato bandito e fosse illegale.
Siamo nel Grande Chianti. Ora comincerà anche il periodo dei trattamenti alle vigne. Mi auguro che le autorità predisposte, vigilino affinché le popolazioni che vivono intorno ai vigneti siano almeno informate per tempo e che questi trattamenti siano almeno indicati da cartelli stradali etc.
Che si può fare contro il glifosato, contro questa agricoltura industriale?
Grazie confido in una vostra risposta.
Il glifosato, è l’erbicida più venduto al mondo, ritenuto dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) “probabile cancerogeno” ed è inoltre un interferente endocrino. Qui trovate una scheda di Slow Food. E’ sostenuto dai colossi Monsanto-Bayer, che nonostante la pericolosità sono riusciti a strappare dalla Unione Europea altri 5 anni di vendita e di uso. Da noi in Toscana ne è vietato l’uso extra-agricolo, è stato rimosso da tutti i disciplinari di produzione. Ma evidentemente non basta.
Diserbare i vigneti col glifosate è veramente un affronto alla natura e alla salute. Ne abbiamo già scritto in passato proprio su La Città invisibile. Usare ancora la chimica nei nostri campi non fa altro che incentivare l’inquinamento ormai generalizzato e diffuso. Quel glifosato e il suo metabolita AMPA, approfittando di questa piovosità primaverile, si diffonderà rapidamente nelle acque superficiali e sotterranee e lo si ritroverà quindi nel cibo, nel vino, e andrà a far parte di quel grande minestrone potenzialmente patogeno, di sostanze inquinanti in cui siamo immersi.
Chi sta più vicino alle fonti di inquinamento è più a rischio, questo vale sia per chi abita vicino a un impianto industriale che a una strada trafficata, e anche per chi abita vicino a vigneti trattati chimicamente. Ma tutti siamo poli-esposti ad una miscela di inquinanti che provengono dall’aria, dall’acqua, dai cibi, di cui non conosciamo la tossicità. Che fare? L’unica via da seguire è ridurre da subito, le varie esposizioni inutili e pericolose, dal glifosato agli inceneritori e informare le popolazioni del rischio cui sono quotidianamente sottoposte per fare pressione sui politici, spesso distratti.
Car* lettor*, per altre segnalazioni scrivete a info@perunaltracitta.org
*Gian Luca Garetti
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Gian Luca Garetti
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