Nuovo aeroporto di Firenze: i padroni del cemento esultano, le comunità locali non demordono

Titoli di giornale e dichiarazioni trionfalistiche si rincorrono al seguito della firma del decreto di approvazione del Masterplan del nuovo aeroporto da parte del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti. Suonano le campane a festa, i petti dei Nardella, degli Eurnekian, dei Carrai, dei Renzi, dei Rossi, si gonfiano, orgogliosi di poter aprire i cantieri della grande, inutile e dannosa opera aeroportuale che rappresenta la pietra tombale di Firenze e dell’intero ecosistema della Piana Firenze – Prato – Pistoia.

Centro sinistra e centro destra festeggiano, uniti nell’accettare le forzature procedurali per l’approvazione del progetto, nell’assecondare il continuo adeguamento delle regole e delle leggi agli interessi prevalenti, nel forzare la volontà delle istituzioni e delle comunità locali.

Ignavi e inconsistenti i rappresentanti del M5s.

Peccato che la giustizia amministrativa debba ancora esprimersi proprio su alcune delle forzature, non secondarie, delle regole del gioco. L’approvazione del Decreto 104/2017, con il quale si semplifica la procedura VIA anche dei progetti già presentati, è stata fondamentale nello spianare la strada al nuovo aeroporto. Il TAR ne controllerà la corretta applicazione e gestione.

Le comunità locali, i comitati, le associazioni indipendenti rispetto a chi ha interesse a costruire questa grande opera devastante per l’ambiente e assolutamente non necessaria saranno sempre in prima linea a difendere il diritto a un sano ambiente di vita, il diritto alla salute nostra e delle generazioni future, il diritto a costruire un mondo diverso, libero da affaristi e avvelenatori di bassa risma.

Ricordiamo ancora una volta che il nuovo aeroporto trascina con sé, come in un impazzito frullatore territoriale, la Lottizzazione (PUE) di Castello, la Cittadella Viola, l’ampliamento dell’autostrada Firenze Mare e il famigerato svincolo di Peretola per un consumo complessivo di suolo di 594 ettari, un vero e proprio delitto ambientale che non può essere tollerato e di cui si percepisce l’entità se confrontato con l’ampiezza del Centro Storico di Firenze, pari a circa 530 ettari. Una nuova concentrazione di cemento e asfalto, di centri commerciali, piste autostradali e aeroportuali, stadio e mercati generali, andrà ad occupare e distruggere il potenziale rigenerativo delle aree verdi e ancora libere della Piana. Un grande ingorgo tra Firenze e il suo territorio, con il quale vengono troncate le ultime vitali relazioni.

Non ci stancheremo mai di dire che non c’è spazio per tutte queste follie che inevitabilmente sono destinate a sovrapporsi, a interferire tra di loro rendendone impossibile la realizzazione.  A meno dell’ignavia che accompagna questa cattiva politica.

Noi siamo qui a ricordare che le previsioni edilizie del PUE di Castello non possono essere attuate, sebbene sbandierate ai quattro venti: confliggono con il Piano di Rischio aeroportuale di Peretola. Lo Studentato e la Mercafir non possono essere realizzati a Castello perché ricadono in zona di Tutela A dell’attuale aeroporto in cui è fatto obbligo di “limitare al massimo il carico antropico” dell’area, insomma non si può costruire niente.

L’approvazione del Masterplan del nuovo aeroporto, di cui il Comune di Firenze non ha ancora approvato gli elaborati grafici, apre un’altra incongruenza del PUE con il Piano paesaggistico territoriale che assegna (comma 5, art 38 quater della Disciplina generale del PIT) al Parco di Castello un’estensione di 80 ettari. Questa non potrà essere rispettata poiché il nuovo aeroporto ne occuperà 25 ettari con il nuovo terminal e l’area di stazionamento/rullaggio degli aerei proprio nella parte meridionale del previsto Parco. Non solo ridurrà l’estensione del Parco Urbano ma coprirà anche l’area Commerciale e Turistica ricettiva (prevista sotto la Scuola dei Carabinieri) che non potrà essere più realizzata.

Ci chiediamo come mai il Comune di Firenze non abbia ancora inserito nei propri strumenti urbanistici le prescrizioni della Conferenza dei Servizi, mentre, obtorto collo, queste sono già state inserite dai Comuni di Sesto Fiorentino e Calenzano. I conti non tornano?

E che dire della possibile interferenza del nuovo stadio con le aree di Tutela B e C del nuovo aeroporto?

Insomma, la Piana è piena, e il PUE di Castello rappresenta la dimostrazione che tutti questi interventi si calpestano a vicenda, non possono essere realizzati se non nell’inosservanza delle leggi e appunto per questo devono essere ritirati per dare spazio alle aspettative delle comunità locali fondate sul riconoscimento dell’unica vera opera necessaria, quella della attivazione e gestione del Parco agricolo della Piana Firenze – Prato – Pistoia e di un grande progetto socio/ecologico dell’intero sistema.

*Potere al popolo-Firenze