Il nuovo rapporto Antigone sulla situazione delle carceri italiane fotografa ancora una volta una situazione “schizofrenica”: meno reati commessi, più detenuti. Il tasso di detenzione è cresciuto del 7.5% negli ultimi due anni e dell’1% negli ultimi 10.
Tra i paesi dell’UE il nostro è quello in cui il tasso è aumentato di più, mentre in Germania diminuiva del 15% e in Spagna del 20.
Sono 42 gli istituti di pena con un tasso di affollamento superiore al 150%. Di questi, 10 si trovano in Lombardia e 6 in Puglia. La regione italiana con più detenuti è la Lombardia (8.610), seguita da Campania (7.844), Lazio (6.528) e Sicilia (6.509). La regione dove il tasso di affollamento è maggiore è la Puglia (160,5%), seguita – se escludiamo i piccoli numeri del Molise (solo 419 detenuti nei 3 istituti penitenziari, ma con un tasso di affollamento del 155,2%) – dalla Lombardia (138,9%). Le carceri di Taranto e Como, con un tasso di affollamento rispettivamente del 199,7% e del 197%, sono percentualmente le più sovraffollate d’Italia.
Il rapporto, inoltre, dice che non c’è un allarme stranieri detenuti. Come non c’è un nesso tra indici di delittuosità, stato della criminalità e lunghezza delle pene. Negli ultimi dieci anni mentre diminuiscono drasticamente gli omicidi, da circa 600 a circa 350, aumentano significativamente gli ergastolani, dai 1.408 nel 2008 ai 1.748 di oggi.
Un quarto dei detenuti sono tossicodipendenti, con un costo totale della loro permanenza in carcere che è di oltre 70 milioni di euro l’anno. Aumenta anche il tasso dei suicidi. Stando al dato raccolto da Ristretti Orizzonti, sono stati 67 (il Ministero ne conteggia sei in meno), un tasso di 11,4 suicidi ogni 10.000 detenuti. 31 i morti (per cause naturali o per suicidio) in carcere dall’inizio del 2019.
*Mattea Guantieri, pubblicato in Estreme conseguenze

Redazione

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