La Piana delle meraviglie: il territorio dell’agroecologia e della fertilità ecosistemica 

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L’ecosistema “città/ambiente di vita” passa per una Piana di nuovo fertile.

La nostra resistenza all’aeroporto, all’inceneritore, alla città in espansione convulsa e di rapina, e la nostra opposizione alla distruzione del sistema ecologico primario e della città metropolitana, proseguono senza alcun cedimento.

Attraverso la prefigurazione ecosistemica che presentiamo, vogliamo portare alla luce le potenzialità residue del contesto territoriale e il conseguente processo progettuale socio-ambientale, arricchendo così di un fattore positivo, subito sperimentabile e rivolto ad un futuro realizzabile, sia la vertenza sia la speranza.

Per potere sviluppare un tale intendimento occorre procedere con una Prefigurazione della Piana, del suo Parco, e delle sue Risorse, ecosistemiche ed umane.

Si potranno precorrere i suoi possibili assetti, mirando ad una ricomposizione ecosistemica e introducendo alcuni principi risanatori delle complesse relazioni umane e ambientali, con particolare riferimento al “Parco della Piana”, al suo territorio e alle sue relazioni con tutto il sistema metropolitano.

Perché il progetto AlterPiana?

È un progetto di conoscenza/azione da costruire insieme: abitanti, tantissime realtà che hanno già iniziato a percorrere sentieri altri dalla logica meccanicistica e della metropoli, progettisti scalzi, comunità e comuni lungimiranti. Passando così dalla resistenza ai disastri, che resta comunque decisiva, alla possibilità di trasformare il proprio ambiente di vita relazionale. Gli abitanti si autorganizzano e interpretano l’ecosistema, l’evoluzione del sistema insediativo storico e attuale, le economie distruttive e le possibili economie rivitalizzanti, verso un progettare solidale.

Al centro va posta la ricostituzione della fertilità della terra e dei suoli, pesantemente impoverita, quando non completamente distrutta, da un uso intensivo di fertilizzanti, diserbanti, dall’occupazione del suolo da parte di capannoni industriali e della grande distribuzione, dalla nuova pesante infrastrutturazione del territorio: autostrade, progetto del nuovo aeroporto intercontinentale, sotto attraversamento TAV di Firenze, strade, svincoli, impianti di smaltimento dei rifiuti (inceneritori e discariche), piattaforme logistiche.

L’esito di queste pratiche di sventura è la frammentazione e l’impoverimento dell’intero ecosistema della Piana, sia nelle sue componenti fisiche che in quelle sociali ed economiche. Da un lato: la distruzione della connettività ecologica dell’insediamento e la diffusione di un mosaico di aree sterili e avvelenate. Dall’altro: la diffusione dello sfruttamento del lavoro operaio e precario alle varie scale, dalle piattaforme metropolitane ai laboratori artigiani, alle stirerie pratesi, al food delivery urbano.

L’intero ecosistema Uomo/Società/Ambiente è in una crisi profonda e tutte le sue componenti sono a rischio di sopravvivenza, come non era mai accaduto in tutta la storia passata, dall’antichità fino al ‘900.

Occorre allora prospettare una vera e propria cesura con questo presente tossico, un vero e proprio Salto Ecologico, una nuova consapevolezza della complessità organica delle attuali condizioni e contraddizioni dell’ecosistema nel suo insieme e nelle sue parti interrelate, e ciò sia a livello delle persone, sia della società, sia dell’ambiente, nella relazione propria dell’ecologia umana. Per tentare di recuperare un reale ambiente di vita, che passa proprio per la riattivazione delle fertilità nuove o perdute, dalla potenzialità creativa delle persone, della società

MAPPA 1, LE AREE URBANE DELLO SFRUTTAMENTO OPERAIO E DEL LAVORO PRECARIO

contemporanea, dell’ecosistema vivente nella sua complessa interezza.

MAPPA 1 – LE AREE URBANE DELLO SFRUTTAMENTO OPERAIO E DEL LAVORO PRECARIO

Per dare avvio al processo progettante per la promozione ecologica della Piana riteniamo utile introdurre una prefigurazione progettuale che partendo dalla precaria condizione attuale, estremamente frammentata, inquinata e dominata dalle aree industriali ed edificabili in continua espansione, spesso anche oltre i pur modesti limiti urbanistici, può indirizzare il processo progettante.

MAPPA 2 – LA RINASCITA DELL’ECOSISTEMA

Tra le aree verdi residue spiccano per consistenza due aree storiche di grande valore, le Cascine di Firenze e le Cascine di Tavola, entrambe in posizioni strategiche e nate con logiche complesse di area sperimentale agricola e come campioni viventi di una multifunzionalità verde di scala bioregionale.

Questi due prototipi viventi sono da salvaguardare e da ripristinare in tutta la loro capacità ecosistemica, e potrebbero essere riprodotte – in chiave contemporanea – in altre aree di crisi e di maggiore complessità oggi a rischio di essere soppresse o di rimanere imprigionate tra le maglie di asfalto e cemento che già stanno soffocando la Piana.

La prima potrebbe essere proposta nell’area riconquistata dell’aeroporto, per divenire le Grandi Cascine della Piana e delle zone umide, principale luogo di sperimentazione dell’agro-ecologia, laboratorio della riforestazione e delle multifunzionalità, nodo dei corridoi ecologici e della loro complessità, riconnessa con il Polo Universitario, con Sesto Fiorentino e con gli altri abitati di pianura.

Altre aree sono suscettibili di divenire nuove Cascine in questo senso ecosistemico (plurifunzionale/ecologico) per essere inserite nella trama delle riconnessioni ecologiche di pianura, urbane e collinari. Tra queste spiccano l’area di Travalle-Val di Marina-Gonfienti (Visentium) e l’area delle confluenze fluviali alle Signe.

MAPPA 3, PREFIGURAZIONE DELLE EMERGENZE TERRITORIALI RINNOVATE

MAPPA 3 – PREFIGURAZIONE DELLE EMERGENZE TERRITORIALI RINNOVATE

La prefigurazione delle emergenze territoriali rinnovate è una rappresentazione figurativa territoriale delle scelte della Mappa 2.

Le tre Mappe della Piana, con i nuovi poli delle Cascine, con lo schema della trama dei connettivi ecologici e con le sintetiche prefigurazioni territoriali, illustrano la nostra ipotesi di ALTERPIANA e possono costituire il riferimento per impostare le attività del processo di sperimentazione progettuale, coinvolgente e solidale al quale tutti possono partecipare.

Sviluppando l’approccio dell’ecologia umana al sistema Uomo/Società/Ambiente della Piana proponiamo in sintesi di:

  • Individuare nella fertilità il principio ordinatore promozionale non solo degli assetti agricoli ma anche di tutti gli assetti territoriali e delle relazioni umane entro l’ecosistema.
  • Costituire le nuove Cascine Metropolitane: Cascine di Tavola, Cascine di Travalle, Cascine di Firenze, Grande Cascina della Piana.
  • Ricomporre la frammentazione del territorio segnato da un elevato numero di infrastrutture ad alto impatto.
  • Tutelare la fertilità ecosistemica tramite la sperimentazione agroecologica immediata e tramite la programmazione operativa che blocchi ogni tentativo di alterazione ecologica dei luoghi rimasti, denunciando e impedendo gli accorgimenti speculativi capziosi, sempre più diffusi e gravissimi (Bagno a Ripoli, Centro commerciale e stadio a Campi Bisenzio, sventramento di Costa San Giorgio a Firenze, etc.).
  • Favorire la Ricomposizione delle vertenze sugli impoverimenti sia ambientali (territoriali e dell’ambiente di vita) che del lavoro e delle precarietà personali e sociali. Proprio l’area della Piana e l’ecosistema complessivo metropolitano sono un ambito ed un’occasione per verificare questa importante evoluzione e le inedite relazioni tra queste condizioni strategiche.

Azioni Strategiche
– Blocco di nuove addizioni urbane e infrastrutturali.
– Bonifica dei suoli secondo il grado di contaminazione.
– Liberazione dei suoli da pesticidi e fertilizzanti su esempio di Carmignano: superamento inquinamento vivaismo.
– Implementazione della fertilità dei suoli.
– Individuazione di “Cascine Relazionali” a fertilità crescente: come Unità agricole complete senza uso di fertilizzanti.
– Mantenimento e incremento dei boschi di pianura e del verde di relazione: vegetazione e piantumazioni opportune lungo fossi, torrenti.
– Cura dei collegamenti e manutenzione delle zone umide.
– Privilegiare i trasporti pubblici su ferro e le ciclovie.
– Demolizione e/o riutilizzo delle aree edilizie dismesse e avvio di gestioni civiche.
– Ripensamento collettivo e realmente partecipativo del Parco agricolo della Piana, Città Paesaggio/Ambiente di vita.
– Diffusione sostegno di azioni sperimentali autoprodotte.
– Riduzione al massimo dell’energia sussidiaria nei campi (petrolio: trattori, pompe, macchine agricole).
– Apprendimento della Piana, percorrendola coralmente.

Questa proposta è aperta a contributi di altre realtà, gruppi, comitati e a ulteriori specificazioni: una sorta di collettiva “danza che crea” verso una nuova fertilità ecosistemica della Piana Firenze-Prato-Pistoia.

Ed è così che rinasce un bene comune per tutti gli abitanti della Piana!

ALTERPIANA GRASP THE FUTURE
Giorgio Pizziolo
Rita Micarelli
Fabrizio Bertini
Roberto Menichetti
Antonio Fiorentino
contatti: fioren.bis@gmail.com

3 commenti su “La Piana delle meraviglie: il territorio dell’agroecologia e della fertilità ecosistemica ”

  1. Adriana Dadà

    Ottimo lavoro come sempre. Vorrei aggiungere solo un’area sulla quale sviluppare l’attenzione per il grado di distruzione e super urbanizzazione che procede nonostante le battaglie dei comitati : il quartiere San Jacopino- Cascine- Porta al Prato. Abbiamo appena perso, secondo me, la battaglia per la Manifattura Tabacchi. Li, dietro le parvenze di offerta di socialità, si procede al piano di espansione edilizia che comporterà anche invasione di altri spazi per i collegamenti viari necessari. Ma molto allarmante è la destinazione dell’area ex Grandi Officine Riparazioni Ferroviarie. Per bloccare quell’operazione dobbiamo mobilitarci tutti per impedire l’ennesimo scempio. C’è poi uno spazio poco conosciuto, l’ex tacchificio che va da via delle Carra a Via Ponte alle Mosse, già messo all’asta e assegnato, ma che nella destinazione può essere “parcheggio e/o giardino”. come Associazione giardino San Jacopino stiamo con gli occhi aperti per ottenere un giardino, ma, al solito, da soli sarà dura.
    Poi c’è un’area che non vedo mai nominata ma che è fra le ultime interessanti rimasta fuori dalle speculazioni, anche se nel piano edilizio è prevista come adibita “ad abitazioni private e/o sociali”, le caserme di Via Palestrina; delle strutture perfette per spazi sociali, totalmente inesistenti nell’area. Non sono ancora state trasmesse all’Amministrazione Comunale, ma devono esserle.
    Tutte questi aspetti del quartiere credo riguardino l’intera città.

    1. Ornella De Zordo

      grazie Adriana del commento. Hai ragione su tutto, anche sull’ultima notazione. Vuoi scrivere qualcosa per la rivista? per ampliare la consapevolezza della situazione.

  2. Pingback: Ilaria Agostini, Francesco Indovina: Da Firenze a Venezia alla riconquista della città : Inchiesta

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