La clorochina salva la vita dei pazienti colpiti dal Covid-19, se impiegata nelle fasi iniziali, ma incredibilmente, prima l’OMS (Organizzazione mondiale della sanità), poi l’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) ne vietano l’uso.
In questa epidemia da Covid19 siamo stati travolti da una paura paralizzante alimentata dai politici amministratori e virologi. Abbiamo avuto, solo in Italia, più di 33.000 morti e un’economia bloccata. Ma cosa è successo davvero?
La cosa curiosa è che un italiano residente alle Mauritius, Mauro Rango, laureato in Scienze Politiche, vedendo che da loro non c’erano quasi decessi e sentendo cosa stava accadendo in Italia ha cominciato a chiedersi il perché di questa stranezza. Così ha chiamato medici, professori e pneumologi italiani e ha scoperto che la già nota terapia con Idrossiclorochina, Azitromicina e Eparina alle Mauritius era in uso dai primi giorni dell’epidemia mentre in Italia non era ancora un protocollo diffuso e accettato dalle autorità. Ha lanciato così un grido d’allarme che si è diffuso in tutta Italia e ha sensibilizzato migliaia di persone che, come me, si sono risvegliate da un letargo da isolamento e si sono connesse a lui e a molti medici critici e liberi.
Il Lockdown da noi non è stato solo fisico ma anche mentale. Spaventati dei mass media, ci siamo chiusi in una posizione difensiva che ha bloccato la nostra capacità di ragionamento critico anche perché la comunicazione era ovunque polarizzata sul numero di morti e contagiati ipotetici e sulla tremenda viralità del Covid-19. Poco o nulla trapelava sulle cure messe in atto sul territorio e in alcuni ospedali ma già il 30 marzo il professor Pierluigi Viale di Bologna metteva in luce che c’erano tre fasi della malattia che, semplificando, possiamo così sintetizzare:
1- Fase iniziale in cui aumenta la viremia (è qui che bisogna attaccare la malattia con terapia antivirale con Idrossiclorochina e altri farmaci, tra cui eparina);
2- In questa fase comincia a svilupparsi la fase infiammatoria che colpisce i polmoni;
3- Ultima fase: in cui la malattia è ormai difficile da curare, il paziente viene intubato, vi è una
tempesta citochinica con alto rischio trombotico.
Secondo il professor Viale e molti altri medici, impegnati sul fronte Covid-19, era fondamentale agire sul territorio subito, ai primi sintomi della fase 1 con Idrossiclorochina per la sua azione antivirale e immunomodulante. In questo modo si blocca quasi totalmente l’evoluzione della malattia riducendo al minimo gli accessi in pronto soccorso e alla terapia intensiva e salvando molte vite. Bisogna però verificare la funzionalità cardiaca perché un’importante controindicazione alla clorochina è proprio la cardiopatia.
Centinaia di medici in Italia hanno curato il Covid-19 con Idrossiclorochina, Azitromicina ed Eparina nelle prime fasi con grande successo e salvando moltissime vite senza grandi effetti collaterali, ma questo non viene detto.
L’ultima barriera contro la malattia è il plasma iperimmune che ha risolto tanti casi che non avevano più speranza. Anche questo approccio, promosso e studiato con successo dai ricercatori di Pavia e Mantova, ha dovuto superare una forte opposizione e solo ora è accolto come un fiore all’occhiello della medicina italiana. I mass media e il ministro Speranza continuano a urlare che solo il vaccino ci salverà nonostante molti ricercatori lo mettano in forte dubbio per il costante cambiamento genetico del virus. Ora su Repubblica apprendiamo che il prof. Adrian Hill di Oxford, che svolge la ricerca del vaccino, si lamenta del fatto che il virus può sparire dalla circolazione e loro non potrebbero testare il vaccino, quindi ipotizza l’uso di volontari per una infezione intenzionale.
Ma la cosa davvero incredibile è successa il 22 maggio: il Lancet, importante rivista medica internazionale, ha pubblicato un articolo in cui vengono presi in considerazione i risultati della terapia con Idrossiclorochina su 96.032 pazienti Covid ospedalizzati in centri di tutto il mondo, quindi in fase avanzata di malattia, quando si sa che il farmaco non è praticamente più efficace. Come se non bastasse, lo studio ha recuperato molti pazienti cardiopatici e con aritmia che, come sanno anche gli studenti di medicina, hanno la controindicazione a questa terapia. Ovviamente il risultato di tale ricerca è stato: la clorochina non serve nella cura del Covid- 19, anzi uccide.
Da notare che l’Idrossiclorochina viene usata da decenni nella cura dell’artrite reumatoide e del Lupus e nessuno ha mai registrato gravi complicazioni cardiache, altrimenti sarebbe stata sospesa. Inoltre, il Ministero della Difesa e il Ministero della Salute ancora a maggio hanno promosso la produzione di Idrossiclorochina da parte dell’Istituto farmaceutico di Firenze per richiesta dell’onorevole Del Monaco, su ispirazione del dott. A. Marfella di Medici per l’Ambiente di Napoli.
La conseguenza di questa follia pseudo-scientifica è stato il blocco della sperimentazione della clorochina sul Covid-19 da parte dell’OMS, dell’AIFA e di molti altri enti nazionali in Europa. Su questo studio del Lancet si è espresso in modo molto critico anche il professore Andrea Savarino dell’Istituto Superiore di Sanità. Anche molti medici di base hanno cominciato a testimoniare la loro esperienza sul successo della terapia con Clorochina nella prima fase del Covid-19 e dichiarare la loro opposizione allo studio del Lancet. Per buona sorte, il 28 maggio è uscito questo documento sottoscritto da 120 scienziati di tutto il mondo che
contestano le basi statistiche dell’articolo del Lancet.
Proprio mentre scriviamo le ultime note di questo articolo, veniamo a sapere che The Lancet ha manifestato dei dubbi sulla validità di tale studio, dopo le molteplici critiche di ricercatori ricevute da tutto il mondo e che l’OMS ha sbloccato la sperimentazione della clorochina!
Ma non finisce così facilmente finché l’OMS non si assume la responsabilità di aver creduto a uno studio senza fondamento scientifico e messo al bando uno dei pochi farmaci davvero efficaci nella cura del Covid 19 e quindi nella limitazione della presunta “Pandemia”. È una questione etica che coinvolge tutti e in particolare noi medici che possiamo fare pressione sulle istituzioni e sui mass media affinché emerga la semplice verità: la Idrossiclorochina è stata messa al bando, per il semplice fatto che andava contro gli interessi della Big Pharma. Se la “pandemia” viene eliminata, non si possono produrre né vendere grandi lotti di Vaccino anti Covid, oppure, nel migliore dei casi, vaccini anti influenzali da rendere obbligatori su vasta scala. Il 4 maggio il primo Ministro Giuseppe Conte incontra Bill Gates e i grandi magnati della ricerca sui vaccini proprio per unire le forze per raccogliere fondi per trovare il vaccino contro il Covid e produrlo.
E’ la lotta di Davide contro Golia: le multinazionale della big Pharma, i politici che le tutelano, l’OMS, l’AIFA, i giornalisti prezzolati sono l’attuale Golia.
Noi non siamo uno, ma tanti Davide che possono alzare la testa e, sulla scorta del lavoro clinico di tanti medici che hanno lavorato sul fronte del Covid, anche a costo della loro stessa vita, far conoscere a tutti la guerra silenziosa in corso che può danneggiare gravemente la salute e l’economia di tutto il mondo e in particolare delle popolazioni più fragili ed emarginate. Possiamo e dobbiamo rendere chiaro e manifesto che l’epidemia da Covid-19 è il prodotto di molte concause tra cui la mancata cura nella prima fase della malattia, e che questo virus, è stato mal combattuto.
Per approfondire
- video con i Prof. Puoti e Marfella per un’ampia discussione dell’articolo de The Lancet.
- Sullo studio del Lancet si è espresso in modo molto critico anche il professore Andrea Savarino dell’Istituto Superiore di Sanità.
- E per non dimenticare le indicibili sofferenze dei malati di Covid19 che avremmo potuto salvare molto prima che arrivassero alla fase finale.
* Dott. Maria Antonietta Bàlzola
Diversi link dell’articolo non funzionano
grazie, controlliamo subito.