Riceviamo da una nostra lettrice, e volentieri pubblichiamo, il racconto dell’odissea a cui è stata costretta, senza successo, per vaccinarsi contro l’influenza.
Scrivo dalla progredita e civile Toscana mentre sto ascoltando l’ennesimo sacrosanto appello alla vaccinazione antinfluenzale, il web e i bus sono inondati dalla campagna regionale che per simbolo ha un diavolo sotto scacco dell’influenza. Negli ultimi anni mi sono sempre vaccinata, rientrando tra le categorie per le quali è raccomandata. Quest’anno è stato impossibile. Ecco il resoconto degli inutili tentativi compiuti, come sempre, nei tempi indicati.
- 16 ottobre – Come tutti gli altri anni inizio ad informarmi per tempo e il medico di base mi consiglia di chiamare ad inizio novembre.
- 5 novembre – Ci siamo! Chiamo per prendere appuntamento per me e per un’altra persona a rischio. Appuntamento fissato per il 19 novembre: è andata!
Un po’ in avanti nel tempo rispetto agli anni precedenti, ma vista la pandemia in corso ci sta… Aspettiamo pazientemente.
I giorni passano e la data si avvicina, leggo sui giornali notizie inquietanti – vaccini esauriti – ma per fortuna ci siamo organizzati per tempo!
- 17 novembre – Vengo contattata dalla segreteria dello studio dove opera il medico di base che mi informa che il vaccino non si farà: scorta esaurita, altro non sanno dire.
Inizio immediatamente un giro di telefonate contattando le mie farmacie di riferimento (e non solo): tutte regolarmente sprovviste.
Un farmacista mi consiglia di farmi fare la richiesta dal medico di base per poterlo acquistare al prossimo approvvigionamento.
- 18 novembre – Chiamo nuovamente il medico di base che mi dice che non può farmi la richiesta e poi tanto il vaccino non si trova.
Faccio presente a quale categoria apparteniamo, ma proprio non pare possibile. Acconsente poi a farlo almeno per uno dei due, la persona più esposta, ma la richiesta sul fascicolo elettronico non compare… i medici sono in prima linea ed evidentemente avrà avuto altre priorità. Prova ne è che si è reso necessario un appello del sindaco sui social: sebbene il Comune sia estraneo alla problematica, si fa portavoce dei medici che chiedono di non essere vessati con richieste sui vaccini – vaccini che la Asl assicura arriveranno per tutti.
Per cui di nuovo aspettiamo. Pazientemente.
- 21 novembre – In farmacia per acquistare delle medicine leggo gli appelli alla vaccinazione e chiedo nuovamente… Ma niente da fare, per il momento il vaccino non è disponibile, si tratta di aspettare. Ancora una volta. Pazientemente.
- 23 novembre – Chiamo l’ambulatorio medico come mi era stato richiesto di fare per fissare un nuovo appuntamento. “No, nessuna novità, anzi la Regione ha fatto sapere che non ci saranno altri approvvigionamenti”.
A questo punto la pazienza sta finendo. E con la pazienza se ne sta andando anche la legittima aspettativa di essere vaccinati.
Arrivare scoperti al picco del contagio è ormai quasi una certezza. E dubito che sia stato il diavolo ad impedirmi di vaccinarmi.
Dalla progredita e civile Toscana è tutto.
Laura Novi, Firenze

Redazione

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