È morto Marcello Zuinisi, paladino delle popolazioni romanì

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Marcello Zuinisi, rappresentate legale dell’Associazione Nazione Rom, è morto a 52 anni in seguito ad un periodo di forte depressione. Fiorentino di nascita, residente in provincia di La Spezia, attivo anche nell’Unione Internazionale Romanì, in questi anni è sempre stato in prima linea contro il razzismo istituzionale, l’anti-zingarismo, la romanofobia, la segregazione razziale delle popolazioni Romanì in Italia e gli sgomberi dei campi nomadi.

Marcello Zuinisi

Da sempre si è speso in campagne legali e giuridiche dedicando la sua vita alla difesa dei diritti umani e sociali delle popolazioni Rom in Italia, la cui condizione, come lui spesso ricordava, era rimasta invariata dai tempi del fascismo e del Porrajmos.

Conduceva le sue campagne in modo combattivo, anti-diplomatico e sempre sul pezzo, capace di indignarsi ogni volta delle ingiustizie con lo stesso fervore. Insomma, non ne ha mai fatta un’abitudine.

Si è sempre battuto contro le oppressioni culturali che infieriscono su Rom, Sinti, Caminanti, Manush, Boyash e tutte le minoranze etniche “zingare”, appellativo dispregiativo che negli anni è stato risignificato in senso politico dalle stesse comunità e positivizzato come simbolo di identità culturale.

Da sempre si è battuto contro il fenomeno dell’etnicizzazione del reato, cifra caratteristica dei media mainstream nella cronaca nera, in grado di far passare con una connotazione più forte un omicidio e un reato quando vengono commesso da “rom” o da una persona di colore, mentre viene più accettato se è commesso da una persona della stessa nazionalità a tal punto che, a livello giornalistico, non viene specificato se un assassino o un ladro sono “italiani”.

In seguito all’omicidio di un poliziotto ad aprile, Marcello aveva dichiarato: “Massima la nostra vicinanza alla moglie, ai bambini, alla famiglia di questo signore morto lavorando – aggiunge – Vergogna al fascismo nazista razzista italiano che continua a perseguitare i rom da 80 anni. Chi stupra è stupratore, chi uccide è assassino, chi ruba è un ladro, indipendente dalla propria appartenenza etnica, dalla religione e dal credo politico. Lo dice anche l’articolo 3 della Costituzione Italiana”.

Dopo gli abusi di legge portati avanti da Virginia Raggi a Roma, Chiara Appendino a Torino e da Dario Nardella a Firenze riguardo a sgomberi, distruzione delle abitazioni di Rom Sinti Caminanti (RSC) al Foro Italico (11 agosto 2020); in Via Germagnano a Torino il 14 agosto 2020 e la mancata consegna di buoni alimentari a Firenze, Zuinisi e la sua associazione si erano rivolti al Tribunale Ordinario di Roma formalizzando denuncia e querela. Nei mesi di ottobre, novembre, dicembre 2020, a Bruxelles, si stavano svolgendo incontri con RSC per valutare il raggiungimento degli obiettivi stabiliti dagli Accordi Quadro Strutturali e programmare le strategie per il 2021 – 2027. La richiesta di ANR è “ apertura procedura di infrazione contro lo stato italiano ” per violazione delle direttive antidiscriminazioni razziali (2000/43/Ce), frode finanziaria ed economica (1371/2017) e dei regolamenti europei nei Comitati di Sorveglianza (1303/2013) sui Fondi Strutturali Europei 2014 – 2020. Era dal 2014 che chiedevano agli organi governativi l’adeguamento della rappresentanza nei Tavoli di Inclusione e nei Comitati di Sorveglianza relativi alla gestione e programmazione dei Fondi Strutturali, il rispetto del regolamento Eu 1303/2013.

Questa l’ultima battaglia che aveva intrapreso a fianco della causa Rom.

Condoglianze alla famiglia, alle comunità Romanì e all’Associazione Nazione Rom

Lorenzo Poli per Pressenza

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