Avere a che fare con Lontano da casa di Enrico Pandiani significa porsi di fronte al fatto che l’autore, nonostante il successo relativo alla serie di Les Italiens – ben sette sono stati, in questi anni, i libri che vedono come protagonisti la squadra di flic di origine italiana – e dopo il successo dei tre che vedono protagonista l’investigatrice privata Zara Bosdaves, propone ora un nuovo romanzo che nulla ha a che fare con i precedenti, salvo l’ambientazione torinese.
Un noir di stringente attualità rispetto a quanto viviamo quotidianamente. L’immigrazione e la rabbia e la frustrazione delle periferie che cambiano in peggio per quanto riguarda sensibilità, socialità e rispetto reciproco; la paura e la diffidenza che sono sono subentrate alla curiosità di conoscere chi ti vive accanto ed alla solidarietà reciproca, il desiderio di individuare il nemico è sempre più esplicito e forte. Questo nonostante il fatto che il fermento che pulsa proprio dalle periferie sia coinvolgente. Sono periferie dove le botteghe hanno lasciato il posto ai supermarket e solo il mercato resiste essendo ormai sempre più “piazza”, il luogo di identità di chi lo frequenta. Il mercato, quindi, ma anche l’autobus, che diviene il riflesso di una città che sta cambiando radicalmente grazie a una babele di provenienze.
Un mondo, quello relativo all’immigrazione/periferia, fatto in buona parte di disperazione, povertà ed emarginazione/esclusione sociale dove si fa in fretta a rotolare dalle scale della vita, e di conseguenza, in assenza di alternative, di spaccio. E dove c’è lo spaccio non ci può non essere la mafia, e in questo caso, il traffico di armi.
Sono ritratte periferie con lunghe strade senza storia, fabbriche dismesse e divenute casa per chi non l’ha. Le protagoniste, tutte al femminile, sono la faccia della stessa medaglia. Da una parte Jasmina, di origini iraniane, insegnante di italiano per immigrati extracomunitari, badante e volontaria al centro di raccolta, comprensiva con il dolore degli altri ma incapace di alleviare il proprio; dall’altra una poliziotta, Pandora, imbottita di luoghi comuni e pregiudizi nei confronti degli immigrati, “negri” in particolare, che rubano, spacciano e chiedono elemosina, e se un immigrato viene ucciso – in Lontano da casa accade ben due volte – vuol dire uno spacciatore in meno e comunque “se l’è andata a cercare”.
Quanto viene fatto da Jasmine è visto assistenzialismo e nulla più. Proprio per questo Jasmine, anche se la periferia è il suo mondo, si misura con se stessa per il dubbio che l’assilla: continuare, o meno, ad essere disponibile, anche se è solo ciò che sa fare, visto che tutti cercano di ottenere qualcosa da lei senza prendere assolutamente in considerazione le conseguenze. Le due donne riusciranno, senza incontrarsi con i propri punti di vista, a scoprire che il bisogno unisce e a trovarsi di fronte alle difficoltà si scoprono amiche.
Edoardo Todaro
Enrico Pandiani, Lontano da casa, Salani, Milano 2021, pp 400, euro 16.
Edoardo Todaro
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