Procedono a Pistoia le demolizioni del Patrimonio Sanitario Pubblico dell’ex Ospedale del Ceppo, ancora in buono stato e pienamente utilizzabile, su cui potrebbe vertere, a fronte della pandemia, un progetto complessivo di riorganizzazione ospedaliera.
Nell’attuale mondo della post-verità in cui il principio di non contraddizione è violentato da numerosi imbonitori, queste distruzioni, addirittura, sono fatte passare, dalle giunte comunali di centro sinistra (Bertinelli 2015) e di centro destra (Tomasi 2019), dall’ASL (Morello) e dalla Regione (Rossi/Giani) quale esempio illuminante di “rigenerazione urbana”, di “innovazione e mutamento”, di allestimento di una fantomatica “Cittadella della Salute”, di cui però si vedono solo le macerie.
Ormai sono quasi in fondo!
Da poco è stato ultimato l’abbattimento del Padiglione di Anatomia Patologica, strutturalmente integro e funzionale.
Manca all’appello il Blocco ospedaliero vero e proprio, ancora in ottimo stato, agibile e funzionale, ossia il Padiglione ex Nuove Degenze su Viale Matteotti e lo scempio di questi Beni Comuni sarà completato.
Le attuali funzioni sanitarie sono concentrate nel Padiglione per l’emodialisi, residuo del precedente ospedale, e nei circa 50 posti letto della Casa della Salute, peraltro già annunciata nel 2015, prima della attuale pandemia.
Cosa è previsto al posto degli edifici demoliti?
Gli Accordi di programma del 2015 e del 2019 e le dichiarazioni del dott. Morello sono molto esplicite: le aree pubbliche saranno vendute prevedendo la realizzazione di edilizia residenziale privata di tipo speculativo sia all’interno dell’ex Ceppo che lungo Viale Matteotti, il resto sarà a corredo della valorizzazione dell’investimento privato.
Nell’epoca della pandemia globale, degli Ospedali e dei Pronto Soccorso al collasso, di distruzione della Sanità Pubblica e dei preziosi servizi territoriali di base, a Pistoia, Comune, ASL e Regione proseguono pervicacemente nella loro opera distruttiva.
È bene ricordare che il pesante corollario di queste operazioni è anche la messa in vendita del Parco delle Ville Sbertoli, vera e propria potenziale Cittadella della Salute a disposizione dei pistoiesi. Esso è ancora lasciato in un deprecabile stato di abbandono, a disposizione delle mire speculative dei Fondi immobiliari internazionali, sempre più aggressivi e numerosi in Toscana, divenuta ormai vile terra di saccheggio e speculazione, nell’indifferenza, se non nella complicità, delle pubbliche amministrazioni, di tutte le colorazioni.
Non ci stancheremo mai di ripetere che queste operazioni devono essere bloccate.
Non ci stancheremo mai di ripetere che non vogliamo più vedere messa a rischio la nostra salute dall’insipienza degli amministratori e dalla voracità degli speculatori immobiliari.
Non vogliamo più vedere reparti sanitari Covid e non Covid incapaci di accogliere e curare gli ammalati solo perché le strutture sono insufficienti e male attrezzate, mentre si stanno distruggendo o vendendo quelle dell’ex Ceppo e delle Ville Sbertoli. Siamo peraltro consapevoli che la generosità di tutto il personale sanitario non può certo supplire alle carenze dell’amministrazione e della direzione sanitaria e politica.
È necessario salvare da questa dissennata opera di distruzione e di vendita quanto rimane del Patrimonio pubblico della Sanità pistoiese, da destinate a servizi sanitari territoriali, medicina di base e preventiva, residenze assistite per anziani, centri per il recupero delle fragilità e delle marginalità sociali ed economiche.
È necessario costituire un ampio fronte che metta assieme le fasce della popolazione più colpite dalla pandemia, sia sul piano dell’assistenza sanitaria che su quello economico. Invertire le attuali politiche predatorie vuol dire individuare nelle comunità locali i soggetti attivi nella difesa e nella gestione dei Beni Comuni nonché nella trasformazione ecosistemica degli ambienti di vita di riferimento.
I fondi ora ci sono. Non sono più ammesse ipocrisie!
*Antonio Fiorentino
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