Villettopoli al posto del complesso ospedaliero: ecco la nuova Pistoia

Venite a visitare Pistoia, una città splendida dove potremo mostrarvi come la cattiva politica regionale e comunale stia portando a termine la sistematica opera di distruzione e svendita del patrimonio sanitario pubblico non più utilizzato.

Venite a visitare Pistoia e vi mostreremo come un complesso ospedaliero, dismesso ma ancora in buono stato, possa trasformarsi in una villettopoli di lusso (precisamente “edificazione di tipo residenziale di alto livello qualitativo”).

Venite a visitare Pistoia e vi mostreremo come sia possibile lasciare nel più brutale abbandono un parco storico di 7 ettari con annesse pregevoli ville storiche.

Nell’area dell’ex Ospedale cittadino del Ceppo i padiglioni sanitari ormai sono stati rasi al suolo. In questi giorni è cominciato l’attacco dell’ex Padiglione nuove degenze (accordo Tomasi 2019), quello che si affaccia su Viale Matteotti, aggredito e frantumato da imponenti ruspe, eroso mattone dopo mattone, pilastro dopo pilastro.

Dal viale è possibile assistere, impotenti, alla distruzione di quest’ultima testimonianza di quelle che furono strutture sanitarie che sarebbe stato utile recuperare nell’interesse generale della città.

Da sottolineare che la demolizione delle facciate ha portato alla luce, per chi non avesse potuto immaginarlo, la struttura interna del padiglione con le numerose sale di degenza ancora in ottimo stato e certamente utilizzabili.

Se da un lato si levano numerosi i lamenti per l’insufficienza delle attuali strutture sanitarie, resa ancor più drammatica dall’attuale pandemia, dall’altro siamo costretti ad assistere a questo triste spettacolo, quello di un patrimonio sanitario ancora efficiente ma raso al suolo da una politica ormai incapace di provvedere ai bisogni dei cittadini, attenta solo alla conservazione di un potere che sta mostrando tutti i suoi limiti.

È delle settimane scorse l’abbattimento del Padiglione di Anatomia Patologica (accordo Tomasi 2019), e di un paio di anni fa la distruzione della Piattaforma Operatoria, del Complesso delle Cucine e del Piloto (accordo Bertinelli 2015).

Le aree “liberate” saranno trasformate in lotti edificabili da affidare alle logiche speculative del mercato immobiliare. Chi acquista potrà costruirvi residenze di “alta qualità architettonica ed edilizia”, ossia di lusso, nel cuore del Centro Storico della città, forse uno dei più tutelati d’Italia, almeno a parole.

Inutile sottolineare l’inconsistenza del parziale recupero del Padiglione Cassa di Risparmio, nuova Casa della Salute, tuttavia già previsto prima della pandemia.

E che dire dell’ex Ospedale psichiatrico delle Ville Sbertoli, potenziale Cittadella della salute e dell’accoglienza?

Gli accordi tra la Regione Toscana (Rossi/Giani), l’ASL Toscana Centro (Morello) e il Comune di Pistoia (Bertinelli 2015 e Tomasi 2019) ne hanno accelerato lo stato di abbandono e di degrado, favorendone la svendita allo speculatore di turno, al fondo immobiliare a caccia di buone occasioni di valorizzazione dei propri capitali.

Venite a visitare Pistoia e vi renderete conto di come l’ipocrisia degli annunci della Cittadella della Salute, di “Pistoia com’è e come sarà”, del “Parco delle mura urbane” e di altro ancora, nasconda l’assenza di politiche attive per la sanità, per la preve  nzione e la diffusione dei servizi territoriali di base, l’assenza di politiche urbane di risanamento ambientale che abbiano fatto proprie la lezione dell’attuale esplosione pandemica.

Vi renderete conto di come alle spalle del pregevole fregio robbiano del Ceppo si nasconda un deserto di macerie che inchioda alle proprie responsabilità i sottoscrittori degli accordi sia del 2015 che di quello più recente del 2019.

Riteniamo comunque che non tutto sia perso.
La proprietà delle aree dell’ex Ceppo e delle Ville Sbertoli deve restare pubblica, la città è chiamata a bloccare svendite e ulteriori smobilitazioni, a imporre all’amministrazione funzioni e destinazioni d’uso che riconoscano il grande valore storico e culturale del patrimonio in questione, che diano risposta ai bisogni collettivi e in particolare a quelli delle fasce più deboli della popolazione.

*Laboratorio politico “perUnaltracittà” – Firenze